Voto: 
6.0 / 10
Autore: 
Leonardo Cammi
Genere: 
Etichetta: 
Frontiers Records
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Doug Pinnick - voce,

- Reb Beach - chitarra

- Kip Winger - basso

- Kelly Keagy - batteria

- Timothy Drury - tastiera




Tracklist: 

1. One Track Mind

2. Wait

3. The Magic

4. I Will Follow

5. Guitar Solo

6. Never Get Enough

7. Love Will Carry On

8. Turn To Stone

9. No Reason Why

10. Spaghetti Western

11. I Want To Live Forever

Mob, The

The Mob

The Mob è un gruppo di ampio respiro che vede la partecipazione di due mostri sacri dell’hard rock melodico del calibro del bassista Kip Winger (che attualmente si trova coinvolto in mille progetti fra cui un suo nuovo album solista) e il cantante Doug Pinnick, che nella sua band madre, i King’s X (di cui è appena uscito il nuovo album Ogre Tones), suona anche il basso.
In realtà però la mente principale fautrice di questo platter è quella del chitarrista Reb Beach, che si ritrova così a lavorare con Winger. Reb ha scritto quasi tutto il materiale presente sul CD, a parte qualche aggiustamento suggerito da Kip; non dimmetichiamo poi l’apporto del batterista Kelly Keagy (Night Ranger).
Il risultato è un album di hard rock melodico fortemente personalizzato dal timbro della voce unica di Doug Pinnick.
La produzione di Winger è perfetta ed esalta il lavoro di tutti i musicisti (da sentire in questo senso, song come Love Will Cary On in cui l’assolo di chitarra di Reb Beach è ottimamente unito ai vocalizzi di Doug), fatta esclusione per le tastiere di Timothy Drury che vengono poste in secondo piano per tutto l’arco del CD.

Quel che stupisce è l’unione del classico riffing compositivo di Beach, che mischia rock melodico a gusto blues e la voce di Pinnick; purtroppo la commistione di linee melodiche così sottolineate e la voce calda e “nera” di Doug non sembra consegnare un risultato eccellente: spesso le melodie sono tutt’altro che dirette e l’interpretazione del cantante dei King’s X tende a rendere più difficoltoso l’approccio per l’ascoltatore. Forse questo tipo di sound non è propriamente adatto all’ugola di Doug.
I pezzi più riusciti sono quelli in cui i nostri pestano sull’acceleratore e ci consegnano dei buoni pezzi aggressivi e molto rokkeggianti, come I Will Follow o Never Get Enough; negli altri episodi, come già detto, il connubio fra musica e voce di Pinnick risulta poco riuscito.
Non è un caso se uno dei migliori pezzi del CD è proprio la mezza ballata acustica The Magic, cantata per l’occasione dal batterista Kelly Keagy. Se il resto dell’album fosse stato cantato dallo stesso singer probabilmente le conclusioni sarebbero state più fortunate ed interessanti.

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