Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Corvus Records
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Goran Tanevski - voce
- Gorazd Chapovski - chitarra, tutti gli strumenti


Tracklist: 

1. Sina Soba
2. Pochesna Strelba
3. Bog
4. Noz
5. Et Sit U N'Existais Pas
6. Damar
7. Zid
8. Den
9. Pogled
10. I Have A Dream

Mizar

A View to a Flower Garden

Una delle realtà storiche del sottobosco Neo Folk europeo è rappresentata dai macedoni Mizar, attivi dal 1983 e fondatori insieme agli Arhangel della Makedonska Streljba, circolo di artisti e gruppi legati dagli stessi ideali politici e culturali.
Dapprima si deve sottolineare come la zona balcanica abbia visto l’affermazione negli anni Ottanta di un folto underground di formazioni in ambienti vicini alla New Wave, al Synth Pop, al Dark Wave e al Neo Folk: di questi ultimi due stili si compone il peculiare sound dei Mizar, che negli anni si sono imposti come una sorta di innovatori e pionieri musicali, in un territorio drammaticamente famoso per le sue vicende di guerra e di genocidi.
Tutti gli esponenti di questo dimenticato fronte europeo hanno dato origine ad un singolare connubio tra la matrice tipica del defunto Post-Punk e la sensibilità del folclore bizantino, ricca di elementi tratti dalla tradizione cristiana ortodossa.

La travagliata e controversa storia dei Mizar ha visto il succedersi nel progetto di parecchi musicisti che hanno contribuito a plasmare gradualmente un sound sempre più incline a percorrere i meandri del Dark Rock, fino a giungere alla pubblicazione del quarto album di studio A View To A Flower Garden, intriso di un Gothic Rock carico delle influenze dei Fields Of The Nephilim dei tempi migliori.
Solo due sono state le menti che hanno partecipato attivamente alla composizione di questo capitolo discografico, raffigurate dal chitarrista Gorazd Chapovski e dal cantante originario Goran Tanevski, uscito per un lungo quindicennio (1991-2006) dal gruppo.
A View To A Flower Garden vede quindi il ritorno del carismatico fondatore della band e si pone come un’opera aperta al pubblico europeo, seppur di nicchia, a differenza degli episodi precedenti, strettamente connessi al folclore e al popolo macedone.

Il desiderio di uscire dai confini del proprio Stato è testimoniato dalla ri-edizione della canzone Pochesna Strelba, pubblicata nel precedente Terrible Beauty (Is Born), in lingua tedesca anziché macedone e dalla produzione di un video-clip dall’atmosfera agghiacciante e gelida in supporto alla propria musica.
Forti e profonde sono le influenze della musica dei vari acts che hanno tracciato la storia del genere, dai Joy Division ai Fields Of The Nephilim, ma i Mizar riescono a trovare uno stile personale, che consente loro di distinguersi nell’intricato panorama Dark europeo.
A View To A Flower Garden appare da subito come un platter dotato di alti e bassi, perché a splendide canzoni dense di un’aura tragica e tenebrosa si alternano brani abbastanza insipidi e scontati; tra i pezzi più memorabili si distinguono le canzoni non cantate in lingua madre e cariche di elementi Neo Folk, quali l’angosciante e teatrale Pochesna Strelba (permeata di quel gusto bizantino caro a molti ambienti del genere) e l’esoterica Et Sit U N'Existais Pas, che  rievoca echi lontani ed antichi.
Purtroppo l’anima Post-Punk dei Mizar non riesce invece ad imporsi con sicurezza e a persuadere l’ascoltatore, poiché tracce come Sina Soba, Bog e Noz risultano sottotono ed insapori; allo stesso modo gli episodi più sperimentali, quali Damar, Zid e Pogled non sembrano appartenere al filone caratteristico dei Mizar.
Solo la conclusiva I Have A Dream sa cullare con eleganza, trasportando in meandri cupi e meditativi, che permettono di elevare il livello di A View To A Flower Garden, affinandone il registro stilistico.

In definitiva, nonostante questo quarto parto della band di Skopje non sia all’altezza delle composizioni più di nicchia prodotte in un passato arcaico e oscuro, si deve apprezzare lo sforzo compiuto dai due musicisti macedoni per riemergere dopo un periodo arduo e tetro e per aprirsi alle altre realtà europee.
Ci si auspica pertanto che opere ben più valide possano seguire il tentativo poco efficace di A View To A Flower Garden, ma si consiglia allo stesso modo l’ascolto dell’opera a tutti gli amanti dei timbri dimenticati e delle sonorità più noir.

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