Voto: 
6.0 / 10
Autore: 
Dead
Genere: 
Etichetta: 
Vertigo
Anno: 
2003
Line-Up: 

- James Hetfield - voce e chitarra ritmica
- Kirk Hammet - chitarra solista
- Lars Ulrich - batteria

Guests:
- Bob Rock - basso e produzione


Tracklist: 

1. Frantic
2. St.Anger
3. Some Kind of Monster
4. Dirty Window
5. Invisible Kid
6. My World
7. Shoot me Again
8. Sweet member
9. Te unnamed feeling
10. Purify
11. All within my hands

Metallica

St. Anger

I tempi di Load e Reload sono ormai alle spalle; Jason Newsted il bassista che sostituì Cliff Burton all'indomani della sua morte e che contribuì alla stesura degli ultimi dischi della band, decide di piantare in asso i quattro di Frisco proprio quando James Hetfield, leader della band, cercava di portare a compimento la sua personale lotta contro l'alcolismo.
Il futuro per i cavalieri dell'apocalisse non è affatto dei più rosei, il nuovo millennio sembra essere la fine del bel viaggio dei Metallica, loro inevitabilmente sentono l'odore di questo pericolo e impauriti attendono che sia il tempo ad aggiustare le cose.
Sono periodi bui e i fans di tutto il mondo, in parte, sono anch'essi appesi ad un filo.
Come spesso accade però, chi tiene duro vince, ed il combo Thrash per eccellenza ritrova lo smalto giusto per poter incidere un nuovo album, che a questo punto possiamo pur definire una sorta di rinascita.
Dopo la riabilitazione di James i Metallica si rimboccano le maniche ed iniziano a lavorare per il nuovo attesissimo album; le parti di basso vengono suonate dal produttore Bob Rock, ma nel frattempo vengono selezionati sempre più bassisti, fin quando la scelta ricade sul talentuoso Robert Trujillo, già con Ozzy Osbourne e Suicidal Tendences. Con lui inizia la nuova era e quindi i nuovi concerti, e in men che non si dica il nuovo album è pronto per esser gettato alle folle.
I Metallica sono tornati e il full-length viene presentato come un ritorno alle sonorità più dure e crude, un disco senza fronzoli che chiude un cerchio...
La primavera del 2003 è quasi terminata quando il singolo apripista e title-track dell'album comincia ad esser mandato in heavy rotation su MTV, e ben presto dopo circa sei mesi di attesa, e a cinque anni dall'ultima fatica, St. Anger è su tutti gli scaffali dei negozi.
Il disco che a brucia pelo fece rimanere di stucco più addetti ai lavori, causa soprattutto un mixaggio eccessivamente rough, ha subito fatto parlare di se divenendo inesorabilmente l'argomento "più chiacchierato" tra i metal kids, i quali si divisero, come era prevedibilissimo, in due fazioni: contenti e scontenti.

St. Anger si dimostra immediatamente un disco compatto e pesante, soprattutto se paragonato agli ultimi rilasci dei Metallica, è come loro stessi dissero in seduta stampa, un disco crudo che lascia poco spazio a virtuosismi e melodie orecchiabili. Di questo dobbiamo dargliene atto, e i the four horsemen sono riusciti nonostante tutto a creare un album pesante su cui il buon Lars Ulrich ha potuto pestare violentemente sulle pelli. Le riffate di Hetfield ed Hammet sono massicce, ed il basso iper distorto dona all'insieme grande possenza; i tempi sono spesso veloci e in molti casi si respirano momenti decisamente hardcore. Le composizioni sono tutte mediamente lunghe e di attimi per tirare un sospiro di sollievo davvero non ce ne sono.
Fin qui tutto calza a pennello, ma a ciò, purtroppo, vi è da mettere in conto il rovescio della medaglia, che purtroppo apporta il suo peso al giudizio finale.
Le canzoni infatti risultano essere talmente oppressive da annoiare, è davvero un'impresa riuscire ad ascoltare tutto d'un fiato questo album che sugli ultimi minuti lascia davvero un senso di angoscia. La scelta di non allegerire il sound con assoli inoltre contribuisce pesantemente a rendere il tutto davvero di difficile digestione, ed è stranissimo ascoltare un album dei Metallica che per l'intera durata non ci regala neanche un assolo.
Le composizione devono molto a certo nu-metal, ma conservano il classico stile dei Metallica lungo e complesso che in questo caso però, sebbene sappia mordere, lascia esanime l'ascoltare.
Se St.bAnger fosse stato più breve, ed ammettiamolo, anche un po' più vario, probabilmente staremo parlando di un altro buon album, ma la voglia dei quattro di San Francisco di dar vita ad un album ossessivo ed estremo fino al midollo ha fatto sì che questo dischetto risulti così pastoso, troppo pastoso, da essere nel vero senso della parola un mattone.
Il sound e il mixaggio poi, cosi eccessivamente demo-version, e con quel suono di batteria così metallico davvero non giova affatto...

Ma in questo minestrone, quel che è giusto è giusto, almeno cinque pezzi interessanti li troviamo e se non altro ci sento in dovere di onorare questa band che dopo tanti anni e alla veneranda età di quaranta anni, ancora è in grado di suonare del metal sostenuto.
La title-track, Some Kind of Monster, Invisible Kid, All Within My Hand e The Unnamed Feeling non sono per niente male e ci mostrano anche un Hetfield dalla voce più calda ma più roca e "viva", che a tratti diventa molto espressiva con un lamento filtrante che prima in lui non si era mai ascoltato. Senza dubbio la sua passata orrenda vicenda dovuta all'alcol ha influenzato notevolmente sulla stesura di questo album che infatti ha volte fa respirare un senso di incubo e rassegnazione, ma che in fondo simbolicamente rappresenta "la nuova era", la nuova alba di questa band che sembrava finita.

Si ritiene pertanto che questo album sia riuscito in parte, al 50%.
Se da una parte la band ha riacquistato la possenza di un tempo e quindi l'aspetto metallico che li rese grandi negli anni addietro, dall'altra il disco, influenzato da certo punk/hardcore e nu-metal, è stato fin troppo "voluto", risultando alla fine poco ispirato e molto molto forzato, forzatura che a conti fatti rende questo lavoro decisamente stopposo.
Una sufficenza stirata che ci sentiamo di dare anche per omaggiare il ritorno di questo grandissimo act che è riuscito a vincere il suo male, e che, come sappiamo, ha ricominciato a suonare dal vivo riscuotendo anche buoni responsi.
La band che un tempo era la punta di diamante della Bay Area è tornata con questo album ed adesso sembra voler rimanere per molto altro tempo, è tornata per suonare metal e in fin dei conti non era questo che centinaia e centinaia di fans sparsi in tutto il mondo volevano?


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