Voto: 
6.3 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Genere: 
Etichetta: 
Universal Music
Anno: 
2010
Line-Up: 

James Hetfield -Guitars, Vocals

Lars Ulrich - Drums

Jason Newsted - Bass

Kirk Hammett - Lead guitars

Tracklist: 

1. Eye of the Beholder 06:32
2. ...And Justice For All 09:52
3. Through the Never 03:40
4. The Unforgiven 07:01
5. Low Man's Lyric 07:00
6. Devil's Dance 05:48
7. Frantic 07:45
8. Fight Fire With Fire 05:09 

1. Recorded live on May 4, 1989 at Festival Hall in Melbourne

2. Recorded live on May 4, 1989 at Festival Hall in Melbourne

3. Recorded live on April 8, 1993 at the Entertainment Centre in Perth

4. Recorded live on April 4, 1993 at the National Tennis Centre in Melbourne

5. Recorded live on April 11, 1998 at the Entertainment Centre in Perth

6. Recorded live on April 12, 1998 at the Entertainment Centre in Perth

7. Recorded live on January 21, 2004 at the Entertainment Centre in Sydney

8. Recorded live on January 19, 2004 at the Entertainment Centre in Brisbane  

Metallica

Six Feet Down Under

A due anni dall’album Death Magnetic, i Metallica vogliono continuare a mantenere alta l’attenzione su di loro. Dopo una serie di DVD ed alcuni singoli, ecco che i Four Horsemen danno alle stampe anche un EP di ben 52 minuti di durata contenente 8 tracce registrate dal vivo in diversi anni. Scelta discutibile, perché tutti noi volendo abbiamo tanti modi per testare le esibizioni live del gruppo californiano e non so se queste tracce possano costituire un qualche interesse, a parte per gli sfegatati del gruppo. A dirla tutta, si vocifera che la Universal abbia voluto pubblicare questo disco senza chiedere il permesso ai Metallica, prendendo materiale in bootleg. Ad ogni modo, ecco che Six Feet Under è pronto ad essere ascoltato.

Tributo ai metallari di Australia e Nuova Zelanda come ben testimoniato dalla copertina e dal titolo, il disco si apre con le registrazioni live del tour di …And Justice for All. L’esibizione è datata 1989 ed il posto è Melbourne. La voce di James raschiava ancora parecchio allora ed incita il pubblico a scatenarsi sulle note della bella The Eyes of the Beholder. Le ritmiche più complesse e l’andamento roccioso, pieno di groove fanno una bella figura. I suoni sono discreti ma non eccezionali ed il soundcheck ha privilegiato la voce di James, anche se ciò non scredita la buona resa degli strumenti. Ciò che lascia perplessi è la presenza di una voce maschile vicina al registratore che a tratti spunta fuori coprendo in parte i nostri musicisti. Ottima anche l’esibizione della title-track dell’album datato 1988 con il pubblico che si scatena e urla a più non posso sulle note di una band che allora faceva del vero thrash metal il suo cavallo di battaglia. Le ritmiche serrate, i riffs precisi ed il buon intreccio solista sono ottimamente ricreati.

Proseguendo nell’ascolto del disco, troviamo due tracce registrate nel 1993 a Perth, ovvero in concomitanza del tour di promozione del Black Album. Il riff principale Through the Never ci accoglie, l’esplosione dei fuochi d’artificio sul palco è udibile ed i suoni sono ancora una volta non sono dei più felici. La voce di James si è già affievolita leggermente, ricalcando lo stile adottato due anni prima sull’album succitato. I tempi sono medi ed il groove ben evidente per un ritornello  di facile presa con una struttura snellita. Segue la conosciutissima The Unvorgiven, ottimamente riprodotta nel suo mood dark. Seguono due composizioni registrate nel 1998 sempre a Perth per il tour del controverso Reload, ovvero Low Man's Lyric e Devil's Dance. La registrazione si fa decisamente più pulita per le influenze coutry/blues della prima e per il rock pastoso della seconda. Ad ogni modo, i Metallica qui erano veramente irriconoscibili e svuotati di ogni minima grinta.

Si finisce con le registrazioni a Sydney e Brisbane di Frantic e Fight Fire with Fire del 2004. La prima song, tratta da St. Anger, ha il pregio di farci sentire i Metallica con un minimo di palle, anche perché la registrazione live rende questa canzone decisamente più potente che su album, con la batteria di Lars che finalmente acquista un suono più “metal” e meno fustino del Dixan. La seconda canzone proposta è tratta,  ovviamente, da Ride the Lightning (1984) e qui viene riproposta ottimamente; i riffs sono immutati nella loro irruenza trasbordante e Lars spinge dietro le pelli per una prestazione veramente notevole per chiudere un EP discreto ma sicuramente sorvolabile per importanza. Come detto in precedenza, solo per gli appassionati veri di Lars e soci.

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