Voto: 
5.9 / 10
Autore: 
Dead
Genere: 
Etichetta: 
Mercury
Anno: 
1997
Line-Up: 

- James Hetfield - voce e seconda chitarra
- Kirk Hammet - prima chitarra
- Lars Ulrich - batteria e percussioni
- Jason Newsted - basso

Tracklist: 

1. Fuel
2. The memory remains
3. Devil's Dance
4. The Unforgiven 2
5. Better than you
6. Slither
7. Carpe Diem Baby
8. Bad Seed
9. Where the wild things Are
10. Prince Charming
11. Low's man's lyric
12. Attitude
13. Fi(xxx)er

Metallica

ReLoad

Il disco in questione è stato sicuramente il pomo della discordia della band. Con ReLoad i Metallica raggiungono infatti il famoso punto di non ritorno che molte band si augurano di non oltrepassare mai. Purtroppo però i quattro di San Francisco ne furono quasi obbligati, e cosi nel 1997 danno alle stampe questo criticatissimo platter che "consacrerà" il declino effettivo della band americana più amata di sempre. Il motivo sinceramente è difficilmente comprensibile, e sebbene è vero che i Metallica al tempo avevano addolcito di molto il loro sound, ancora oggi sono in molti a chiedersi per qual motivo la band fu cosi pesantemente accusata.
A conseguenza di tutto ciò pian piano la band si sfalderà, e cosa ancor più grave, costringerà tutti i membri ad un odio reciproco davvero spiacevole.
Per molti anni non si saprà quasi più nulla, tranne che per il cantante James, il quale a seguito di continui e mortali eccessi venne a suo tempo portato in una clinica di riabilitazione per alcolizzati.

I Metallica nel 1991 pubblicano il loro album più "famoso", ovvero l'omonimo denominato Black Album per via dell'artwork.
Centinaia di fans rimasero delusissimi a seguito della svolta dei quattro dell'Apocalisse; il sopracitato album infatti, che seguiva un incendiario And Justice for All, aveva come base lo snellimento delle chitarre in favore di un sound più easy e meno Thrash oriented, così pur rimanendo in tema i Metallica vollero semplificare la loro musica.
I metal kids più oltranzisti non approvarono affatto questo comunque piccolo cambiamento, e all'indomani dell'uscita di Load (di ben cinque anni seguente il Black Album), le cose per i Metallica erano molto chiare: o si torna alle sonorità più dure, o si rischia grandemente.
I cavalieri dell'Apocalisse mostrando anzi una certa maturità se ne infischiano di tutto e tutti, ed approdati ad una nuova label, la Mercury, pubblicano un album addirittura più morbido del precedente, e che abbraccia a sè Thrash Metal, Hard Rock e addirittura Country Rock. E' il delirio, la band e il disco vengono snobbati all'ennesima potenza e per la band è l'inizio dell'inferno.
Con un coraggio da leoni però si ripresentano solo un anno dopo con il seguito, ReLoad.
La band con un nuovo look molto Dark e per certi aspetti un po' mafia-oriented si prende tutta la responsabilità sulle spalle, ma a quanto pare il peso era tale che la band alla fine ha mollato.
I Metallica si vedono abbandonare perfino quelli che un tempo erano i più avidi fans, e la band in preda al panico si lancia in interviste piene di crisi esistenziali dove addirittura affermano più volte di rinnegare il loro passato Metal, ed anzi di non essere mai stati una band Heavy. La situazione è drastica davvero, e i Metallica si scavano da soli la fossa.
Ma col senno del poi, ci viene quasi da chiedere...perché ReLoad fu reputato un cosi pessimo album da far cadere nell'oblio i Metallica e la band stessa?

Dopo un addolcimento repentino quale è stato il Black Album ed un palese fiasco quale è Load, su ReLoad gravava un peso assurdo. La critica e i fans non hanno saputo resistere e si gettarono a capofitto, come sempre avviene in questi casi, a sparare su di una croce rossa. La band esanime non sa reagire e il resto rimane storia.
Il disco in questione è frutto anche di una situazione stressantissima, e soprattutto di un'atmosfera decisamente ostile nei confronti della nuova svolta stilistica e concettuale della band.
ReLoad è un disco che abbandona i vecchi riffs alla Master of Puppets, in favore di altri più cupi e oscuri, debitori molto a quelli dei Black Sabbath, e il look della band, non più jeans e maglietta, ne certifica la natura. Non siamo più di fronte a sfuriate di puro Thrash, ma anzi ReLoad amalgama riffs a volte lenti a volte un pò più veloci, composizioni dal sapore Hard Rock, una voce bassa ma anche pulita, e assoli in wah-wah. Anche la batteria è più riflessiva e il sound è in generale più semplice, sebbene più oscuro e cupo. ReLoad conserva ancora nelle ossa il Thrash Metal, ma è il concetto ad esser cambiato, e la "nuova" musica dei Metallica che somiglia ora a qualcosa dei Corrosion of Conformity non piace per nulla a chi vedeva la band capace di scrivere solo pezzi alla Blackened.
L'album dev'essere perciò affrontato come un disco non dei Metallica, ma di una qualsiasi altra band sconosciuta. Solo così si potrà godere del suo contenuto, che sappiamo tutti non essere un capolavoro, ma neanche un così pessimo album.

ReLoad parte con Fuel, una canzone bella vivace che unisce Hard Rock gaio a Thrash Metal. Continua il disco con la singolare The Memory Remains, molto sabbathica come composizione che è sicuramente tra i punti alti del disco. Troviamo poi Devil's Dance, altro pezzo forte del lotto; la canzone ha un rifferama davvero potente ed è sicuramente il più duro del disco. Anche la voce qui ricalca i vecchi fasti, e la song pur rimanendo nel mood cupo del disco conserva molto del Thrash della band. The Unforgiven 2 è una rivisitazione del loro storico pezzo del 1988. Il pezzo ha un sapore molto Hard Rock, ha un flavour caldissimo e le chitarre sembrano (giustamente) essere adesso suonate dalle mani della coppia axe-men Uli Jon Roth - Rudolf Schenker.
Better than You è uno dei punti più oscuri del disco e il ritornello condito tra l'altro da una controvoce robotica in growl marca questo aspetto. Il pezzo comunque è bello pompato ed anche qui ci troviamo di fronte ad un Thrash Metal sabbathico e se vogliamo originale.
Da questo punto in poi purtroppo il disco subisce una sterzata in negativo e ci regala la bellezza di tre canzoni tutte in fila decisamente off.
Fortunatamente incontriamo poi un'atmosfera liquida anche se distante un bel po' dai vecchi fasti della band, ma poco importa dato che la particolare Where the Wild Things Are non è affatto male.
ReLoad a questo punto avrebbe potuto chiudere con Low's Man's Lyric, una ballata semi acustica originalissima nel repertorio Metallica e che addirittura trova spazio anche per una cornamusa, ma i Metallica invece, quasi non fossero ancora sazi, concludono con due anonimissimi pezzi miscelanti malamente Hard Rock, Rock'n'Roll e Thrash Metal.

Traendo le somme, il disco può raggiungere una sufficienza stirata ma, dopo tanti anni, si riesce ad arrivare ad una conclusione: se infatti a ReLoad fossero stati omessi quei sei pezzi quasi osceni in favore di quei pochi episodi interessanti presenti sul precedente Load, probabilmente oggi non avremmo dovuto assistere a questo brutto incubo al quale purtroppo i quattro di Frisco non si sono potuti sottrarre.

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