Voto: 
9.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Nuclear Blast/Audioglobe
Anno: 
1995
Line-Up: 

- Frederick Thordendal - Chitarra
- Marten Hangstrom - Chitarra
- Jens Kidman - Voce
- Thomas Haake - Batteria

Tracklist: 

1. Future Breed Machine
2. Beneath
3. Soul Burn
4. Transifixion
5. Vanished
6. Acrid Placidity
7. Inside What's Within Behind
8. Terminal Illusions
9. Suffer In Truth
10. Sublevels

Meshuggah

Destroy, Erase, Improve

I Meshuggah sono l'incarnazione del futurismo, della follia, della ricerca senza compromessi: partita seguendo le coordinate thrash dei maestri Slayer e man mano proiettati verso un'estremismo iper-sperimentale, la band svedese capitanata da Jens Kidman e dal genio Fredrik Thordendal ha superato qualsiasi costrizione, qualsiasi limite predisposto del metal, modificandone le strutture, alterandone concezione, significato, elaborazione e rappresentazioni. Destroy, Erase, Improve - anno 1995 - è il primo (nonchè irraggiungibile) capolavoro dei Meshuggah, un'opera che, per ricerca ritmico-acustica, risulta impossibile da definire e da classificare razionalmente. Distruggere, cancellare, migliorare: il tempo di partire e si sente la Macchina respirare, gemere, ansimare. Gli ingranaggi si mettono in moto, fermarla è impossibile.

Future Breed Machine (ormai storica l'apertura del brano), nel suo violentissimo scrosciare di battiti e chitarre graffianti, ci fa sentire i primi movimenti, i primi passi del meccanismo della bestia che ci annienterà durante l’ascolto del disco. La canzone - interamente scritta (come tutte le altre tranne Suffer In Truth) dalla geniale e pazza mente di Frederik Thordendal - è un concentrato di violenza disumana in cui andamenti (post) thrash si fondono con agghiaccianti richiami post-industriali: e poi quella commovente pausa atmosferica, la macchina che riposa lo sguardo e le braccia, prima di riprendere il proprio distruttivo cammino in una marcia infernale e straziante. Ritmicamente indecifrabile, tecnicamente inconcepibile, emotivamente superiore, la musica dei Meshuggah è lo schockante ritratto della società moderna in un immaginario apocalittico e futurista in cui il contatto uomo-macchina (che corrisponde poi al continuo scontro tra le urla di Kidman e la ferocia meccanica delle esplosioni strumentali Thordendal-Haake) divene sempre più soffocante e claustrofobico. Beneath prosegue su questa scia, costruendo il proprio riffing lungo intricate basi ritmiche su cui le chitarre si impongono in un massacrante rituale estremo, l'esaltazione della follia e del terrore interiore (sentire l'incomprensibile finale del brano per credere). I capolavori si susseguono l'uno dopo l'altro: Soul Burn con il suo andamento inconcepibile (sincopi, cambi d'accento e improvvise accelerazioni), Transfixion e la sua opprimente atmosfera, o ancora l'agghiacciante follia che gronda come sangue dagli imponenti riff di Terminal Illusion e dalla voce straziante di Jens Kidman, o la schockante violenza sonora concentrata nel mood psichedelico e cerebrale dell'altro gioiello Suffer In Truth.

La prova esecutiva dei musicisti è semplicemente sensazionale e al di là di qualsiasi concezione definibile umana: Thordendal costruisce con la precisione meccanica di una catena di montaggio una serie sterminata di riff intricati e melodie da manicomio industriale; sotto la follia chitarristica (glaciale anche nei suoi momenti più cristallini e acuti, come quelli che straziano l'atmosfera schizoide di Sublevels), il drumming di Thomas Haake dilaga in evoluzioni indefinibili per ricerca timbrica, dinamica e ritmica e precisione nel tocco. Da questa costante ed ineusaribile fonte creativa, prende vita la colonna sonora del più shockante incubo industriale del metal estremo.

Concettualmente, atmosfericamente e tecnicamente più sviluppato ed evoluto di None ma al contempo meno futuristico del successivo Chaosphere, questo disco è il punto medio (sia cronologicamente che musicalmente) dello stile della band che, come abbiamo potuto osservare con la monolitica pesantezza di Nothing e l'allucinata ricerca sonora di I e Catch 33, sta progredendo sempre di più verso un allucinante ibrido di generi, influenze e orientamenti di sperimentazione.
Originale, angosciante, avanguardista, sperimentale, indecifrabile, emozionante. Destroy, Erase, Improve è l'urlo infinito dell'individuo che viene schiacciato dalla grande macchina, è il capolavoro dell'alienazione mentale, della violenza morale, della distruzione interiore. Immortale.

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