Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Filippo Morini
Genere: 
Etichetta: 
Dramatico/Edel
Anno: 
2007
Tracklist: 

1. If You Were a Sailboat
2. Junk Mail
3. Straight to DVD
4. This Year's Love
 

Melua, Katie

If You Were A Sailboat

If You Were a Sailboat è il primo singolo estratto dal disco Pictures, terzo lavoro della cantautrice e musicista britannica Katie Melua pubblicato il primo ottobre 2007, composto in collaborazione con Mike Batt.

A detta della stessa artista, questo lavoro rappresenta la (per l’ascoltatore medio assolutamente impercettibile) svolta che le ha permesso di creare e modellare la sua stessa musica con una nuova sensibilità, una nuova maturità artistica, maggior consapevolezza del proprio talento dovuta ad una serie di esperienze che hanno costellato la sua giovane vita di cantante internazionale, eccetera eccetera… insomma le solite frasi fatte utilizzate da (quasi) tutti i cantanti, famosi o meno, per introdurre un loro nuovo lavoro, per cercare di imporre al teorico pubblico la loro personale visione del novello componimento, per confezionare sentimentalmente qualcosa che spesso, messo da parte l’enorme ego dell’artista, è la solita minestra riscaldata.
Ma veniamo al dunque.

La fanciulla in questione venne distrattamente sfiorata dalle luci della ribalta grazie al singolo Nine Million Bycicles, passato qualche volta anche sulla nostra amata Mtv circa 2 anni addietro e caratterizzato da una delicata melodia intessuta da chitarra acustica e piccola sezione fiati che ,mescolata alla voce melodica e vellutata di Katie Melua, assicurò una buona esposizione alla cantante.
Il singolo che ci viene oggi proposto come gemma del nuovo album non si sposta di un millimetro da questa impostazione, ripercorrendo i sentieri melodici e strumentali di ciò che la rese celebre: violini , fiati, chitarre arpeggiate con grande sensibilità, batteria appena accennata e la voce della cantante a dirigere, il tutto all’insegna della leggerezza e dell’easy-listening senza scadere nel commerciale.

Dopo un paio di ascolti pare di avere a che fare con una sorta di Norah Jones privata dell’impostazione jazz e trapiantata in una dimensione più pop e meno “intellettuale”, ma non per questo meno elegante o apprezzabile. Il tono della voce è molto simile, le linee melodiche eseguite sembrano scritte dalla stessa persona e il tipo di pubblico a cui si rivolge la proposta è facile pensare sia il medesimo.
Non c’è assolutamente nessun cambiamento dal genere suonato nei lavori passati (anche se giudicare con un'unica canzone un intero disco è ovviamente impossibile) e chi ama il folk/pop d’autore creato quasi appositamente per trentenni innamorati direi che ha trovato qualcosa da conservare nel cruscotto della sua auto per un pomeriggio uggioso e romantico in dolce compagnia.

In sostanza: nulla di nuovo, nulla che si distinguerà dal mare di artisti di questo tipo, nulla che cambierà il vostro modo di sentire la musica.
Solo un vellutato ma dimenticabilissimo esempio di orecchiabilità vestita di elegante sobrietà.

 

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