Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Osmose/Audioglobe
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Ashmedi - Voce, Chitarra
- Al' Hazred - Basso
- Moloch - Chitarra
- Xul - Batteria


Tracklist: 

1. Rebirth Of The Nemesis
2. Ladders To Sumeria
3. Deluge Of Delusonial Dreams
4. Touching The Spheres Of Sephiroth
5. Gyroscope
6. Double Elixed Sceptre
7. The Scribes Of Kur
8. Leper Jerusalem
9. Sand Grain Universe
10. Emissaries And The Mysterium Magnum
11. Extemporized Ophtalamic Release

Melechesh

Emissaries

Melechesh: dalla mesopotamia con furore. Il metal estremo prodotto da questa band è probabilmente una delle più coinvolgenti sorprese di questi ultimi anni di death metal ed Emissaries, terza opera del gruppo israeliano, è la prova inconfutabile che musica estrema e tradizione antica possono convivere unendosi in un imponente sfinge sonora capace di sfondare qualsiasi barriera essa si ritrovi davanti. Perciò, in un fascinoso (ma non sempre trascinante) connubio di mazzate death e melodie sumerico-mediorientali, questo peculiare disco esplode nell'aria annichilendo il nostro apparato acustico con tutts la sua forza.

Ad aprire le danze ci pensano Rebirth Of The Nemesis e Ladders To Sumeria, due canzoni che con la mastodontica imponenza delle propre chitarre riportano la nostra mente alle antiche atmosfere mesopotamiche attraverso un riffing possente e mai scomposto, ordinato e coinvolgente; lo stesso vale per altri brani come Emissaries And The Mysterium Magnum o la massacrante Double Elixed Sceptre, potente e granitica come pochi prodotti del death metal contemporaneo. Così, grazie ad un riffing curatissimo e imponente ed una base ritmica eccezionale, il disco continua ad affascinare con il suo accattivante mix di thrash, death e black in un calderone in cui atmosfera e distruzione camminano di pari passo, lasciando letteralmente a bocca aperta l'ascoltatore. Ma nonostante tutte queste grandi caratteristiche che rendono Emissaries un disco coinvolgente, sono da notare anche alcuni cali stilistici ed emotivi da riscontrare soprattutto in canzoni come Sand Grain Universe e la concluisva Extemporized Ophtalamic Release che, seppur atmosferica nel suo incedere, ripercorre melodie a loro volta già ripetute nel corso del disco.

In ogni caso i Melechesh hanno dato vita ad una musica che solamente pochi gruppi (su tutti i Nile) hanno avuto il coraggio di sperimentare con tale estro ed originalità. Emissaries, con i suoi pregi e i suoi difetti, si piazza indubbiamente tra le più interessanti uscite del 2006 in ambito estremo, una ventata di aria fresca che fa respirare al death metal dell'aria nuova, originale, affascinante.

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