Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Virgin
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Meat Loaf – voce

Guests:
- Bryan May – chitarra
- Steve Vai – chitarra
- John 5 – chitarra
- Nikki Sixx - basso
- Marion Raven – voce
- Patti Russo – voce
- Jennifer Hudson – voce


Tracklist: 

1. The Monster Is Loose
2. Blind As a Bat
3. It's All Coming Back To Me Now
4. Bad For Good
5. Cry Over Me
6. In The Land of the Pig, The Butcher Is King
7. Monstro
8. Alive
9. If God Could Talk
10. If It Ain't Broke Break It
11. What About Love
12. Seize the Night
13. The Future Ain't What It Used To Be
14. Cry To Heaven

Meat Loaf

Bat Out Of Hell III: The Monster Is Loose

Terza puntata della trilogia (almeno finora) del pipistrello, iniziata nel lontano 1977 con il primo capitolo di Bat Out Of Hell, ben 34 milioni di copie vendute, contenente l’hit Heaven Can Wait, e poi ripresa nel 1992, facendo leva sull’enorme successo ottenuto anche dal singolo I’d Do Anything For Love, adesso la fortunata serie riprende da dove aveva lasciato, cioè dalla collaborazione in fase compositiva tra Meat Loaf e Jim Steinman, reduci peraltro da beghe professionali, anche se accanto a questi si sono mossi stavolta una serie di compositori che non ha certo bisogno di presentazioni, come James Michael, Diane Warren, John 5 (Marylin Manson) e Nikki Six (Motley Crue), ed infine Desmond Child, il quale si occupa anche di curarne la produzione. Ma le collaborazioni e le partecipazioni non finiscono qui, infatti c’è la presenza in Bad For Good di Bryan May alla chitarra, mentre Steve Vai lo troviamo in In The Land Of Pig, The Butcher Is King, ed ancora le voci femminili che sempre accompagnano il cantante dalla grossa mole stavolta sono Marion Raven, Patti Russo e Jennifer Hudson.

Naturale che seguendo i precedenti episodi, Meat Loaf porti avanti il discorso del suo Opera/Rock un po’ alla Queen che tanto, è inutile negare, ha poi influenzato vari artisti attuali, come Edguy o Avantasia per citare i primi che mi vengono in mente, anche se stavolta ci sorprende favorevolmente variando un po’ i temi, ora apportando una consistente dose Heavy, come avviene nell’opener The Monster Is Loose, caratterizzata da un groove pesante e riff taglienti, oltre che da una buona linea melodica impreziosita dalla voce potente e profonda del singer, ora evidenziandone l’attitudine AOR e l’appeal commerciale, come avviene nella successiva Blind As A Bat, in possesso di chorus pieni ed orecchiabili, che ne fanno un pezzo davvero niente male.

Un po’ mieloso, a mio avviso, quello che secondo le previsioni dovrebbe essere il motivo trainante di questa nuova opera, cioè It’s All Coming Back To Me Now cantata in un bel duetto con Marion Raven, e già cantata da Celine Dion per generosa concessione dello stesso Meat Loaf, attenzione non che sia un brano cattivo, ma a mio avviso neanche lontanamente paragonabile agli episodi più romantici della discografia di quest’artista, come Lie To Me, I’d Do Anything For Love o Heaven Can Wait. Molto bella invece Bad For Good, con la presenza di Bryan May alla sei corde, anche se si respira una sensazione di già sentito e sembra qua e là di sentire un po’ di Queen e un po’ di Springsteen, comunque una pregevole canzone ariosa e melodica. Si prosegue poi con Cry Over Me, bel brano lento e dalle tinte nostalgiche, e con In The Land Of Pig, The Butcher Is King, che ritorna su coordinate Heavy Rock e che può vantare una grande performance chitarristica di un certo Steve Vai, mentre la breve e lirica Monstro fa da interludio ad Alive, brano che reputo il migliore del lotto, questo sì all’altezza dei più illustri predecessori, grazie ad una linea melodica stupenda e resa magistralmente dall’interpretazione emozionante e passionale del singer, coadiuvato dalle tastiere e dai cori.

Sembra questa essere la parte più intensa e riuscita del disco, infatti anche If God Could Talk è una bellissima song lenta ed emotiva che non ha niente da invidiare al brano che la precede, invece si aumentano i ritmi e si accentua la componente Heavy dell’opera con If It Ain't Broke Break It, brano minore con piccole e quasi nascoste parti blueseggianti che sembrano prese dai Blues Brothers Band, ma è solo una breve pausa, perché What About Love è un’altra bellissima canzone, anch’essa tra le migliori del lotto, cantata in duetto con Patti Russo, che sa essere romantica senza diventare mielosa, mantenendo quindi grinta e mordente, e con intermezzi Hard davvero notevoli.
Il trittico di chiusura viene aperto da Seize The Night, operistica e caratterizzata da continui cambi di tempo con qualche accenno Pop, un brano davvero carino, particolare e meritevole di attenzione, poi la malinconica The Future Ain’t What It Used To Be cantata con Jennifer Hudson ed infine la breve e struggente Cry To Heaven, a tratti celestiale e sognante, ed anche un pò zuccherosa.

Certo che il gigante Meat Loaf rischia di diventare un po’ la caricatura o la parodia di sé stesso insistendo nel percorrere il sentiero di questo Rock orchestrale e teatrale, forse sarebbe insomma il caso di chiudere questo ricco e soddisfacente capitolo della sua carriera, ma a parte questo ed un uso delle volte eccessivo di momenti sciroppati, il suo ultimo lavoro riesce nel difficile compito di mantenersi sugli stessi livelli, o quasi, dei due precedenti capitoli, proprio grazie alle operistiche e maestose melodie, alla robusta enfasi e alla passionale interpretazione del singer.

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