Voto: 
7.3 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Andrea - Basso, Voce
- Luca - Batteria
- Mariano - Chitarra

Tracklist: 

1. Shrine Of The I Pt. 1
2. Supremacy
3. From Beyond
4. Shrine Of The I Pt. 2
5. Balls Torture For Preachers
6. Eudaimonion
7. Shrine Of The I Pt. 3

Mass Obliteration

Abrahamithic Curse

Il mondo underground, soprattutto in Italia in cui tale realtà è incredibilmente ampia (e ciò fa riflettere molto), non sempre raccoglie tra le sue fila gruppi mediocri o che possono passare inosservati, ma, anche se sporadici, esistono casi in cui dai calderoni che ribollono sotto il nostro suolo, esplodano esperimenti musicali convincenti o almeno interessanti che ci fanno pensare che non sempre l'underground vuol dire: "gruppo autoprodotto senza idee messe su cd". E questo è l'esempio dei Mass Obliteration, giovane band romana, guidata dal cantante/bassista Andrea Lisi, che con Abrahamithic Curse giunge al primo lavoro in studio. La prima caratteristica che balza in mente mettendo alle orecchie il nuovo demo è l'incredibile miglioramento di Lisi che già avevamo visto impegnato con i Gardens Of Grief, ed è proprio partendo da questo progetto secondario che si può cogliere l'evidente balzo in avanti del bassista gaetano, sia a livello di cantato, in quanto il growl ha acquisito un'imponente carica e toni oscuri e gutturali, ma anche a livello di quelle strutture compositive che si sono maggiormente intricate e che adesso sono più decise e sicure nelle loro forme, più coinvolgenti.

Il death metal che i Mass Obliteration ci offrono è un perfetto concentrato di brutalità old school e di una violenza sonora che tanto deve al metal d'oltreoceano (e un pò meno a quello scandinavo) ma che d'altra parte riesce ad essere originale per alcune particolarità strumentali che possono essere colte durante l'ascolto del disco. Tralasciando la breve opener Shrine Of The I Part 1, si giunge direttamente alla stupenda Supremacy, il miglior brano dell'intero lotto, soffocante, variegato nei suoi continui cambi ritmici (da notare l'ottima prova del batterista Luca Zamberti) e nella fase strumentale sempre ben arrangiata ma che a tratti necessiterebbe di una chitarra più presente e protagonista sul piano sonoro; meno convincente è infatti la seguente From Beyond, forse troppo scontata e priva di quell'onnipresente carica che contraddistingueva il brano precedente, anche a causa della fin troppo leggera presenza della chitarra di Mariano.
Abrahamithic Curse continua così nei suoi meandri a cavallo tra sonorità tipicamente americane (Suffocation docet come nel caso di Balls Torture For Preachers) e altre più riconducibili all'ondata death europea di inizio anni '90, non è infatti difficile scovare legami (anche se di certo non ingombranti) con band quali Entombed o ancora quegli Edge Of Sanity di Nothing But Death Remains che sembrano aver giocato qualche  influenza nel combo romano. Ma ciò non nasconde assolutamente le peculiarità e l'originalità del gruppo, quasi sempre vario sotto il profilo stilistico compositivo, abile a non cadere nel "suono comune" o nel riff banale, caratteristica che li contraddistingue evidentemente da molti gruppi estremi underground incapaci di proporre variazioni su tema nè tantomeno un songwriting particolare e personale.

Va per questo premiato l'impegno e la tenacia con cui i Mass Obliteration hanno lavorato e con cui sono giunti alla produzione di questo lavoro molto interessante e, magari, riguardando e coprendo le pecche la band produrrà indubbiamente ancora di meglio perchè la capacità, la voglia e l'impegno ci sono: impossibile non vederli. Abrahamithic Curse è consigliato a tutti gli ascoltatori amanti delle rivisitazioni del death old school che, come nel caso dei Mass Obliteration, è stato ripreso in maniera del tutto originale e personale, e ciò confluisce inevitabilmente nella buona valutazione da dare a questo lavoro. Bravi.

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