Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Matteo Mainardi
Etichetta: 
O.B.E. Records/Venus
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Ritual - Voce/chitarra
- Skank - Batteria
- Fiend - Basso
- Lu n1 - Chitarra


Tracklist: 

1. Asshole
2. Keep Trying
3. Let's Fuck
4. Techno Party
5. New World
6. SM Song
7. Lonely Boy
8. Richardo
9. The City
10. I'm Sorry
11. Ohm Can't You See
12. Tritono
13. Mary Go 'Round
14. Come Down

Mary Go 'Round

Come Down

I Mary Go 'Round hanno una storia interessantissima. Sembra quasi da film. Partiti alla fine degli anni '90 con il loro furgoncino per un tour Europeo che tocca Svizzera, Austria, Germania e Olanda, fanno una grande impressione al dj Jim Gellatly che, dopo aver ascoltato un loro rifacimento della famosa Material Girl di Madonna, decide di portarseli in UK attirando l'attenzione della stampa della "club scene". E' da questo momento che i nostrani Mary Go 'Round, prendono il volo arrivando addirittura a spostarsi dall'Inghilterra fino in America. Inevitabilmente, iniziano ad essere sulla bocca di tutti i critici musicali, permettendogli anche di esibirsi a livello televisivo come S.Remo Rock e Telethon. Ininziano poi le varie proiezioni su emittenti televisive di un certo livello come Rock tv.

Come Down è un album molto solare che lascia l'ascoltatore col sorriso stampato sulla bocca. Il genere non è un semplice Alternative Rock ma un mix di varie sonorità dalle mille sfaccettature che difficlmente si può catalogare in una categoria ben precisa.
Si inizia con Asshole, un semplice monologo in inglese in cui viene riprodotta una delle tante stupidissime situazioni che possono capitare durante un viaggio on the road. Il titolo, tra l'altro, non ha bisogno di ulteriori spiegazioni per dire su che cosa sia incentrato il discorso. Alla traccia due, vediamo la presenza della prima canzone di questo album. Si tratta di Keep Trying dove sonorità Crossover e sintetizzatori si mischiano insieme per dare la giusta potenza al brano in questione. Il tempo è ben scandito e, grazie al muro sonoro creato dalle chitarre, si ha una bella scansione tempistica dove nulla è lasciato al caso. Con Let's Fuck, si incominciano a esplorare le sonorità Nu-Wave in cui la voce si diverte ad accelerare e diminuire il tempo melodico, il tutto accompagnato da chitarre distorte che enfatizzano ulteriormente il tempo ben scandito dalla batteria. Techno Party è il primo singolo di quest'album e, come si può capire dal titolo, il testo parla dei raduni musicali che, secondo il cantante, non sono da vedere come evento negativo ma come un modo per incontrarsi e ascoltare buona musica. Parlando di Techno, non possono mancare richiami alla musica elettronica e questo lo si ha con la presenza di campionature che, però, sono molto leggere e donano al brano il senso di spensieratezza e svago, tipico dei raduni musicali. New World inizia in modo molto calmo e lineare per poi sfociare nel classico giro rock con accordoni e batteria ben marcata. Anche qui la strofa è molto ritmata e prende facilmente l'ascoltatore. I suoni non sono complicatissimi ma è proprio la semplicità che rende questo brano bello e godibilissimo. In Come Down si possono anche trovare richiami al Punk e, più precisamente, lo troviamo in SM song in cui vengono rispecchiate molto fedelmente le caratteristiche principali di una Punk song. Arriviamo poi al singolo ufficiale dell'album, Lonely Boy. Brano davvero singolare e scanzonato. Siamo in presenza di una semi-ballad in cui troviamo una chitarra acustica semplice e lineare e dove non mancano i richiami al county-rock e gli arpeggi alla Pixies. Un bel pezzo che potrebbe essere tranquillamente usato come sottofondo per una scena di un film giovanile alla American Pie.

Richardo
è un'altra traccia parlata dove viene riprodotta la voce di un batterista psycho che voleva suonare a tutti i costi nella band, nel periodo in cui i Mary Go 'Round si trovavano a Los Angeles. Per chi ama le sonorità elettro psichedeliche, non può non ascoltare The City dove c'è un bellissimo basso distorto. Il ritornello è molto ad effetto e la canzone in generale è lenta ma ben cadenzata, dando il giusto ritmo incalzante. Altro documento vocale del periodo ad hollywood è la traccia I'm sorry, in cui si sente un dialogo al telefono tra due persone rigorosamente in inglese, ovviamente. Lenta e d'ambiente, è il brano Ohm Can't You See in cui l'atmosfera soffusa e fumosa è data dalle sonorità alla Jain's addiction e da un chorus molto Misfits. Bel pezzo ma soprattutto un grande inno al rock'n roll. Tritono è invece una song piuttosto articolata, soprattutto nelle ritmiche che spaziano dai canonici 4/4 fino alle terzinate sui tamburi. Un pezzo molto rock sperimentale anni '70. Arrviamo alla traccia che prende il nome direttamente dal gruppo stesso, ovvero Mary Go 'Round. Chitarroni acustici e ritmiche semplici fanno da padroni. Una specie di ballad che, però, ha in più la capacità di sprigionare nell'aria una certa magia. Questo brano è stato preso dal primo periodo di attività della band ed è stato composto da Ritual (voce/chitarra) dopo un'esperienza di carattere mistico/spirituale. Con Come Down, si giunge alla fine dell'album. Un pezzo semi-acustico dalle ritmiche tipiche del soul moderno. Le sensazioni che si sentono nel sentire questa canzone, sono un mix di nostalgia e felicità allo stesso tempo. Davvero magica.

Senza dubbio i Mary Go 'Round sono un dei migliori prodotti italiani in questo momento. Riescono a sprigionare dalle loro canzoni, sonorità che lasciano davvero spaziare l'ascoltatore in tutti i campi metafisici possibili. Per tutta la durata del disco, sembra di stare in un altro mondo, dove aleggia uno spirito magico capace di far sognare chiunque. Quindi non perdetevi questo grande disco made in Italy.


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