Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
LP Columbia
Anno: 
1973
Line-Up: 

- John McLaughlin - chitarra
- Jerry Goodman - violino
- Jan Hammer - piano
- Rick Laird - basso
- Billy Cobham - batteria

Tracklist: 

1. Birds of Fire (05:41)
2. Miles Beyond (Miles Davis) (04:39)
3. Celestial Terrestrial Commuters (02:53)
4. Sapphire Bullets of Pure Love (00:22)
5. Thousand Island Park (03:19)
6. Hope (01:55)
7. One Word (09:54)
8. Sanctuary (05:01)
9. Open Country Joy (03:52)
10. Resolution (02:08)

Mahavishnu Orchestra

Birds of Fire

Due anni dopo quell’immenso capolavoro che fu The Inner Mounting Flame, la Mahavishnu Orchestra ritorna sullo sterminato palco lisergico del rock con un altro grande lavoro: Birds Of Fire, anno di grazia 1973. Cambiando poco o nulla rispetto all'immortale predecessore, il secondo album della Mahavishnu Orchestra rielabora e riarrangia le geniali intuizioni del repertorio psichedelico mclaughliniano, perdendo però allo stesso tempo in potenza evocativa e groove ritmico.
Meno incisivo e vario sebbene non privo della solita allucinata attitudine sperimentale, Birds Of Fire è un disco sicuramente più ostico e "urbano" del predecessore, in quanto ne limita la ricerca "naturalistica" e gli impeti onirici trasformandoli in un cabaret avanguardista molto più umano e razionale.

Ma lo spettacolo e le emozioni sono in ogni caso assicurate, grazie ad una serie di capolavori indimenticabili come quelli del precedente gioiello del 1971: l'omonima Birds Of Fire - perfetta nell'atmosfera lisergica e negli arrangiamenti estremamente complessi e intricati -, l'intimismo acustico della più dolce Thousand Island Park, la sonnolente psichedelia di Sanctuary o ancora le più travolgenti cavalcate strumentali di Celestial Terrestrial Commuters e One World (ottimi esempi di ricercato jazz-rock sebbene fin troppo ripetitivi e accademici). Birds Of Fire non si tira mai indietro nei confronti di una sperimentazione ancora forte e intensa ma non sempre espressa con la grandezza delle intuizioni di The Inner Mounting Flames; nel disco del 1973 le atmosfere sembrano infatti maggiormente vincolate ad un sound meno poliedrico e diretto quasi sempre verso la stessa tipologia espressiva che, in ogni caso, rimane su altissimi livelli qualitativi. Birds Of Fire è senza ombra di dubbio un disco più "umano" e razionale del predecessore: ne sono dimostrazione palese l'attaccamento blues-folk di Open Country Joy e le più macchinose costruzioni armoniche della conclusiva Resolution, canzoni che, scevre dalle allucinazioni naturalistiche che avevano reso The Inner Mounting Flames un capolavoro di ricerca sonora ed emotiva a 360°, dirigono le proprie qualità verso uno stile maggiormente accademico e meno libero, meno freak, privo della travolgente carica inconscia di gioielli quali Meeting Of The Spirits e Vital Transmission.

Nonostante rappresenti un passo indietro nell'allora ancor breve carriera discografica della band, Birds Of Fire rimane in ogni caso un album che, mediante l'assoluta peculiarità della propria ricerca linguistica, rientra tra i più affascinanti episodi del rock sperimentale anni '70. Manca la carica, manca l’energia interiore e quello straniante senso di perdizione spirituale ma, al di là delle sostanziali differenze che allontano questo lavoro dal precedente, Birds Of Fire testimonia nuovamente l'inestimabile grandezza della Mahavishnu Orchestra, dando anche un interessante affresco dei cambiamenti e delle evoluzioni del jazz-rock.

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