Voto: 
7.3 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Regain Records/Self
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Bloodlord - basso
- Sin - batteria
- Dark - chitarra, voce
- Vassago - chitarra


Tracklist: 

1. 7th Seal (00:46)
2. Ancient Splendor (03:13)
3. Aghast (03:52)
4. Death As Solution (04:05)
5. Unspoken Veneration (03:47)
6. Death Cult Era (03:51)
7. Vile Intervension (05:22)
8. Gateway To Oblivion (04:21)
9. Unholy War (05:00)
10. Black Wings Of Death (05:04)
11. Grievance (03:01)

Lord Belial

Revelation

“Il settimo sigillo”: così i Lord Belial definiscono il loro full-lenght del 2007, Revelation, che succede di due anni a Nocturnal Beast, ripercorrendo i meandri visitati sul precedente album. La copertina apocalittica si lega a quella del sesto platter del 2005 come stile ed esprime chiaramente l’ideologia dietro al gruppo svedese.
Marcate sono le influenze dei primi Dissection, da cui i Lord Belial assorbono soprattutto l’alternanza tra il registro melodico del Black Metal e i passaggi in clean che arricchiscono ciascuno degli undici capitoli in cui è suddiviso Revelation.

Dopo l’introduzione 7th Seal, Ancient Splendor apre il disco con i suoi riff veloci e con uno scream maturo da parte del cantante Dark. La matrice dei Dissection è davvero dominante specialmente negli splendidi stacchi delle chitarre clean, ma ciò che viene proposto comunque non presenta originalità o innovazione all’interno del genere. Aghast si mantiene su ritmi ancora più estremi di Ancient Splendor e le sezioni si fanno cupe e tenebrose, mentre le seguenti Death As Solution e Unspoken Veneration non propongono soluzioni diverse da quello che i Lord Belial hanno realizzato in questi anni.
Death Cult Era è impetuosa nel suo approccio che ricorda parecchio le opere dei belgi Enthroned, perché anche la voce diventa più tagliente e maligna e perché la melodia riesce a trasparire con efficacia nelle chitarre di sottofondo.
Più variegata è Vile Intervention, descritta dalle chitarre clean che si tramutano gradualmente nelle ordinarie chitarre distorte, aggressive e contorte; dopo l’inusuale intermezzo Gateway To Oblivion, che testimonia il gusto melodico dell’opera, si giunge alla parte finale di Revelation, più incentrata a ripercorrere sonorità medie fra Marduk e Old Man’s Child. Da mettere in risalto anche l’ottima produzione che permette di distinguere con chiarezza tutti gli intrecci strumentali della musica dei Lord Belial.

In definitiva, Revelation è un album che risulterà appassionante per gli amanti del comune Black Metal melodico, ma che potrà sembrare troppo simile al timbro dei Dissection per coloro che cercano delle ulteriori evoluzioni del genere. Tuttavia per il genere in cui è inserito, il settimo disco di studio dei Lord Belial rappresenta un ottimo esempio di come si possa produrre Black Metal nel 2007 rimanendo vicini alla tradizione svedese degli anni Novanta.

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