Voto: 
6.7 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Metal Voltage/Andromeda
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Ul Mik – L'alcolica vùs (voce)
- Ul Robert – Badil 6 cord (chitarra)
- Ul Marco – Vanga 6 cord (chitarra)
- Ul Teo – Mestul 4 cord (basso)
- Ul Giurgin – Pentul (batteria)

Guests:
- Andreas Geremia (Tankard)
- John (Necrodeath)
- numerosi membri di Hatework, Hyades, Dust in Eyes, Lo-fi Lowers, Vexed


Tracklist: 

1. .....Ah sì ....Eh già ....Te’l seet...
2. Ul fradel de l' amis del cugnaa
3. Polenta violenta!!!! (D.O.C.)
4. La Elsa strapazzuna
5. Ul Giacumin Strasciabusecch
6. Il barone Fanfulla da Lodi
7. I miss dal cortil
8. L'ass de picch [Motorhead Cover]
9. Bira chi!!!!
10. Ul me amis ciuchee
11. Osteria
12. Polenta violenta!! (KantaTi e 'Rangiass) [karaoke version]
13. Omaggio a Veneto e Piemonte!!

Longobardeath

Polenta Violenta

“Polenta Violenta” è il primo vero e proprio full-length album a vedere la luce sotto il marchio Longobardeath, band capitanata dall’attivissimo Ul Mik (vocalist dei Vexed) e capace di ottenere un buon seguito nei circoli Metal dell’Italia settentrionale grazie a un buon numero di prove dal vivo (non ultima la partecipazione al bolognese “Gods of Demential” assieme a Prophilax, Gli Atroci e ai veterani Skiantos) e al EP ‘culto’ (originariamente del 2002 ma ristampato nel 2005) “Ki l’è Dur” . Trovata casa presso l’americana Metal Voltage Records e buona compagnia in un quartetto di fedeli compagni, Ul Mik ha potuto quindi arrivare al traguardo del primo (come Longobardeath) disco in gran forma, proponendo ancora la fortunata e goliardica formula dell’Heavy Metal cantato in dialetto milanese.

Come prevedibile, la proposta dei Longobardeath non è granché cambiata rispetto a quella già sentita sul precedente EP, se non fosse per il progressivo allontanamento dal Thrash Metal per avvicinarsi a un più facilmente fruibile Hard’n’Heavy, soluzione adottata in quanto ha permesso una minore ‘rumorosità’ e una più svelta assimilazione delle liriche dialettali, a conti fatti l’unica caratteristica degna di nota del gruppo, altrimenti non dissimile dalla massa di altre Heavy Metal bands italiche. Sono rappresentative di questo stile più ‘classico’ i brani concentrati nella prima sezione del disco, capitanata dalla bella title-track “Polenta violenta!!!! (D.O.C.)”, brano che esalta le bontà culinarie nostrane, contrapponendole alle insidiose cibarie d’oltralpe e oltremare – il chorus, anthemico e di facile presa, è supportato da un riffing compatto e convincente, ottima combinazione che non riesce a ripetersi altrettanto bene in tutti gli episodi: particolarmente debole è “Ul fradel de l' amis del cugnaa”, dotata di un refrain che incespica più volte, perdendo in linearità, ed anche “I Miss dal cortil” non convince fino in fondo, per colpa di un chorus non indovinatissimo; più ispirata invece “La Elsa strapazzuna” (che racconta di una giovane ragazza che trascorre una vita fatta di ‘notti brave’, fra le bottiglie dei peggiori locali della zona) canzone aperta e chiusa, appunto, dal “Fur Elise” di Beethoveniana memoria, ma che si scatena in un Hard Rock frizzante e piacevole per tutta la sua restante durata.

Introdotta da una veloce e violenta versione dell’oramai classica “L’Ass de Picch”, la seconda metà del disco si rivela più spericolata e diretta, ed in definitiva migliore, essendo perfino venata da sfumature Hardcore e Thrash Metal, come evidenziato dalle trascinanti ed alcoliche “Ul Me Amis Ciuchee”, dalla sezione ritmica serrata e dalle spassose liriche ubriacone, e “Osteria”, vero inno in onore delle serate passate in compagnia degli amici (e del Barbera) all’osteria in fondo alla strada, pratica sempre meno diffusa fra la “giuentù malinquadrada: discutech, pastich, casòt”.
Si nota inoltre come, rispetto alle cover ascoltabili sul precedente disco, volte alla reinterpretazione di classici del Rock più duro e selvaggio (Motorhead, Kreator e W.A.S.P.), in “Polenta Violenta” sia possibile trovare una serie di cover-songs non di brani metallici, ma di classici della tradizione popolare o dell’Oktoberfest: in questo filone vanno infatti ad essere catalogate “Omaggio a Veneto e Piemonte” (ovvero la sconcia “E mi, e ti, e’l Toni...” in versione Hard-Rock), “Il barone Fanfulla da Lodi” (simpatica riproposizione di una dissacratoria canzone popolare sul cavaliere medioevale lodigiano) e la divertente “Bira Chi!!!”, un classico delle birrerie tedesche, presentato alternando strofe in tedesco (la voce solista è di Andreas ‘Gerre’ Geremia degli alcolici Tankard) ad altre guidate da un poderoso coro dialettale.

A chi consigliare un prodotto del genere? Sicuramente solo a chi ha buona familiarità con i dialetti lombardi o, più in generale, con le espressioni tipiche dell’area settentrionale della nostra penisola, ed ama la musica goliardica e ironica, nella fattispecie un Hard Rock grintoso e senza troppe pretese, capace di colorarsi di cattiveria e sferzate Thrashcore nei momenti a maggior tasso alcolico; la realizzazione tecnica è discreta, priva di pecche d’inesperienza, ma il livello musicale non è bastante a consigliare l’acquisto a chi non può approfondire il discorso tematico, vista anche la durata abbastanza limitata del disco (circa mezz’ora).

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