Voto: 
4.0 / 10
Autore: 
Dead
Genere: 
Etichetta: 
EMI Records
Anno: 
1999
Line-Up: 

- Piero Pelù, voce

- Ghigo Renzulli, chitarra ritmica e solista

- Daniele Bagni, basso

- Franco Caforio, batteria

- Roberto Terzani, tastiere




Tracklist: 

1. Il mio corpo che cambia

2. Mascherina

3. Sexy Dream

4. Canto di Gioia

5. Nuovi Rampanti

6. Prendi in mano i tuoi anni

7. Vivere il mio Tempo

8. Frank

9. Incantesimo

Litfiba

Infinito

Esiste un solo aggettivo in grado di rappresentare questo disco: pesante.
Dispiace parlare cosi dei Litfiba che, dopo 20 anni esatti di carriera, se ne escono con questo Infinito, indubbiamente il disco più brutto dei fiorentini, uno di quelli da sconsigliare a tutti per la noiosità che trasmette.
La band aveva già da tempo deciso che si sarebbe divisa, così dopo aver realizzato "concettualisticamente" una quadrologia sugli elementi naturali fuoco, terra, aria e acqua decide di incidere questo Infinito a mò di sigillo consacratorio per quanto fatto in passato e salutare così i fans.

Sarà che si respirava già aria di abbandono, sarà che i rapporti tra il nerboluto chitarrista e l'istrionico cantante erano ormai alla frutta, sarà che si è tentato il colpo grosso e gobbo "di fine carriera", ma Infinito in qualsiasi modo lo si voglia prendere oltre ad essere un disco superficiale e insipido, se paragonato ai precedenti fasti della band sembra essere propriamente "senza attributi".
Da dei veterani qual sono i Litfiba un disco così anonimo non ce lo si aspettava proprio, e sebbene abbiano avuto due anni pieni di tempo per pensare alla realizzazione del full-length, il disco sembra fatto in quattro e quattrotto per porre la parola fine a questo capitolo.
Nove canzoni di cui due singoli, una registrazione cristallina, un artwork abbastanza pietoso, un'attitudine pop come mai i toscani avevano avuto, tanti ricavati e tante interviste e la band saluta il milennio separandosi per sempre.

Apre le danze il singolo apripista Il Mio Corpo che Cambia che pur avendo sonorità riconducibili al periodo Spirito ha una verve troppo troppo pop, e questo non lo si può accettare. Chitarre simil acustiche, Piero Pelù che sembra un evirato alla faccia di tutti quei gutturali fatti in passato, assolo che non c'è, e trombe che sfumano sul finire della canzone. Una volta terminata ci staremo ancora chiedendo se quelli che abbiamo ascoltato erano veramente i Litfiba o solo una farsa.
Inutile esprimere opinioni su Mascherina, imbarazzantissimo esperimento pop-rock-elettronico che se rapportato all'intera discrografia di tutte le canzoni è sicuramente la peggior che i Litfiba abbiano composto e suonato.
Il disco va avanti su questi termini, passando per una Sexy Dream e in una Frank che nella sua snervante indifferenza mette a dura prova l'ascoltatore in bilico tra il suicidarsi e il continuare ad ascoltare la canzone.
Non è da meno la finale Incantesimo, che invero più che incantare...addormenta.
Ma poi abbiamo Canto di Goia, Nuovi Rampanti e Prendi in mano i tuoi anni che, dopo averle ascoltate più volte, si stenta ancora a riconoscerle quanto sono banalmente uguali nel ritornello.
Su tutte l'unica a salvarsi è la ballad Vivere il mio tempo, secondo singolo del disco la quale vanta anche un buon videoclip; ma non basta e sebbene piacevole all'ascolto e nella lettura del testo infastidisce per la sua interpretazione canora-vocale da parte di un Piero che sembra abbia dimenticato come si canti nei Litfiba, accantonando definitivamente il suo approccio Cangaceiro alla musica di Ghigo.

Quaranta minuti scarsi di musica palesemente semplice e per un audience che non pretende affatto. Probabilmente era questo l'obbiettivo dei Litfiba, e a quanto pare ci sono riusciti appieno; ma siccome qui non stiamo a valutare la riuscita monetaria bensi quella molto più importante che è musicale, non si può astenersi a dare un voto decisamente negativo e insufficente a questa band che, malgrado tutto, ha da sempre onorato il rock duro in Italia.
Un brutto saluto questo di cui mene amareggio moltissimo.
Ghigo Renzulli in seguito manterrà il monicker e recluterà tra le proprie fila il sostituto Gianluigi Cavallo, mentre il defezionario Piero inizierà una scialba carriera solista sulla scia di questo Infinito.

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