Voto: 
7.9 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Locust Music / Fonal Records
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Laura Naukkarinen – Voce, Kantele estone, Flauti, Mandolino, Sonagli, Chitarre, Violino, Piano giocattolo, Elettronica, Tabla, Samples, Piano, Oggetti vari
- Antti Tolvi – Kantele, Flauti, Field recordings, Banjo, Xilofono giocattolo, Percussioni, Voce
- Pekko Kappi – Jouhikko, Voce

Tracklist: 


1.Lue kartalta
2.Painovoima valoa    
3.Ruususuu
4.Rubiinilasia    
5.Lahtolaulu    
6.Maapahkinapuu    
7.Mooste    
8.Jouhet    
9.Vuoren laelle

Lau Nau

Nukkuu

Ritiratasi con il proprio marito e il neonato figlioletto pressochè fuori dal mondo, in un paesino di nemmeno mille anime in piena campagna a metà strada tra Turku ed Helsinki, Laura Naukkarinen ha impiegato tre anni per dare un successore al suo splendido album di debutto “Kuutarha”, che all'epoca rappresentava quanto di meglio la scena Free Folk femminile finlandese potesse vantare, prima che Islaja nel 2007 tirasse fuori quel gioiellino di “Ulual Yyy” e reclamasse per sè il trono.

Più eterea, ariosa e trasognata nei toni rispetto alla collega ed amica, ed anche meno libera nelle forme e nelle sperimentazioni, Lau Nau risponde a distanza con questo nuovo, bellissimo “Nukkuu” (all'incirca '(lui) dorme', con tutta probabilità riferito al suo pargoletto), un disco suonato e cantato in punta di piedi ancor più del solito, dall'atmosfera dolcissima e sfumata, inevitabilmente influenzato dalla maternità. Il suono artigianale e spontaneo di “Kuutarha” è mantenuto intatto, così come la capacità di intrappolare in canzoncine dalle melodie semplicissime le tenui improvvisazioni strumentali, le cantilene sussurrate teneramente e il dettagliato rumorismo tipicamente Fonal (ma qui in versione ultra-ovattata).
Silenziosi buchi sonori, droni pronunciati e field recordings si fanno più preponderanti nella seconda metà del disco (nel Drone-Ambient di “Johuet”, nei sospiri di “Maapahkinapuu”, nella decostruzione della ninna-nanna campionata in “Mooste”) mentre sono meno presenti nella parte iniziale (affidata a silenti ma maggiormente musicali nenie per voce e strumenti a corde come “Ruususuu” o “Painovoima valoa”), con “Nukkuu” che risulta quasi spaccato a metà da “Lahotlaulu” e dalle sue acidissime, confuse chitarre elettrificate lo-fi.

Con la complicità del marito Antti Tolvi e dell'ospite al jouhikko Pekko Kappi, Laura sembra aver ideato e registrato “Nukkuu” nello stanzino accanto a quello in cui dorme il suo bambino, badando a fare meno rumore possibile e cantando, sussurrando, sfiorando gli strumenti con straordinario affetto. Un disco intimo, sereno, perfino armonioso nonostante la casualità Free che ne caratterizza le parti strumentali, e caratterizzato da un'atmosfera di pura riflessione e di grande tenerezza, splendidamente condensata nella conclusiva “Vuoren laelle”, minimale mormorio a due voci appoggiato al lentissimo svolgersi degli arpeggi della chitarra.
Free Folk tutto cuore, composto e ideato come colonna sonora per una cameretta con vista sul fiordo innevato, e in cui il legno e i tappeti del pavimento sono costellati di giochi per bimbi... Raccolti da mamma e papà per suonarci di nascosto.

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