Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Matthias Stepancich
Genere: 
Etichetta: 
Elektra
Anno: 
1994
Line-Up: 

- John Garcia - voce
- Josh Homme - chitarra
- Scott Reeder - basso
- Brant Bjork - batteria

Tracklist: 

1. Gardenia (06:53)
2. Asteroid (04:48)
3. Supa Scoopa and Mighty Scoop (06:03)
4. 100° (02:29)
5. Space Cadet (07:02)
6. Demon Cleaner (05:19)
7. Odyssey (04:19)
8. Conan Troutman (02:11)
9. N.O. (03:47)
10. Whitewater [+ Lick Doo] (08:58)

Kyuss

Welcome to Sky Valley

Welcome to Sky Valley è per i Kyuss il naturale proseguimento del precedente Blues for the Red Sun; la formazione è sempre la stessa tranne Oliveri, che se n'è andato ed è stato rimpiazzato dall'ex-Obsessed Scott Reeder.
Purtroppo il risultato complessivo non raggiunge pienamente i livelli innovativi, variegati ed esplosivi del precedente capolavoro, ciononostante si tratta di un altro ottimo disco.

L'iniziale Gardenia convince subito, grazie alle sue chitarre devastanti e avvolgenti. La successiva Asteroid parte come un hard-rock tipicamente kyussiano, ma subito diventa un crescendo di noise, e a metà c'è una vera e propria pausa, alla quale subentrano le chitarre in giochi melodici stridenti; poi tutto esplode alla grande, in un ritmo sempre più incalzante, come una folle corsa verso la morte.
Uno dei vertici del disco lo si tocca con la terza traccia, Supa Scoopa and Mighty Scoop, splendida summa dell'anima più catchy dei Kyuss: stoner-rock tiratissimo alla Blues for the Red Sun, cupezza e sporcizia grunge, sezioni ritmiche martellanti, distorsioni indiavolate con assoli chitarristici all Jimi Hendrix, sincopi furibonde, e la voce di Garcia che regala un'ottima prova (dai richiami alla Chris Cornell).
100° è un altro potente pezzo dai tratti heavy-metal, breve, tirato e devastante; niente a che fare con la successiva Space Cadet, che propone per la prima volta una vera ballad acustica (ma vista dall'occhio dei Kyuss, quindi giostrata tra inserti psichedelici, melodie chitarristiche mesmerizzanti, percussioni tribali dosate con sapienza).
Le percussioni avvolgono e permeano invece tutta la traccia successiva, Demon Cleaner, un altro pezzo dalle vibrazioni psichedeliche estremamente ipnotiche; quasi una ninna-nanna per disturbati mentali, in quanto percorre uno stato di agitazione/alienazione costantemente altalenante, senza nessuna perdita di ritmo né exploit.
Il furore viene ripreso da Odyssey, altro pezzo molto legato alle sonorità dell'album precedente; enfatico, travolgente, devastante, a due terzi presenta una lunga pausa psichedelica sognante, un po' sulla scia di 50 Million Year Trip (Downside Up), per poi concludersi nuovamente con la rabbia iniziale. E passa il testimone a Conan Troutman, breve pezzo dall'incipit dilaniante, che prosegue il disco su binari di rabbia e furore, con Garcia sempre più grunge, e Homme che gode nel far parlare la sua chitarra tramite un turbinio di distorsioni.
N.O. è un episodio minore, rappresenta un po' il culmine di quanto i Kyuss si stiano facendo influenzare dai gruppi di Seattle (assieme a Supa Scoopa and Mighty Scoop, quest'ultima però decisamente più riuscita nel complesso).
Chiude così il disco Whitewater, una lunga sorta di improvvisazione che sembra uscita dalle Desert Sessions, conquistante momenti d'elevata emotività e ipnoticità psichedelica, concludendo il discorso in bellezza; al termine di essa è presente anche Lick Doo, una traccia nascosta di carattere goliardico.

Tirando le somme, Welcome to Sky Valley è un altro album riuscito, coinvolgente e importante, e, anche se non ai livelli innovativi di Blues for the Red Sun, resta un'uscita imperdibile e fondamentale per i fan dello "stoner".

 

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