Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Napalm Records/Audioglobe
Anno: 
2007
Line-Up: 

 

Tracklist: 

1. Let's Drink
2. Tervaskanto
3. Viima
4. Veriset Äpärät
5. Running with Wolves
6. Liekkiön Isku
7. Palovana
8. Karhunkaatolaulu
9. Misty Fields
10. Vesilahden Veräjillä
11. Nordic Feast

- il disco è disponibile anche in edizione Deluxe Digipack con un DVD bonus con la registrazione della loro esibizione (45 min ca.) al festival di Wacken 2006

 

Korpiklaani

Tervaskanto

Al sostenuto ritmo di tre dischi negli ultimi tre anni (la discografia è completata dal debutto “Spirit of the Forest” del 2003), i finlandesi Korpiklaani marciano sempre più convinti ed applauditi verso una notorietà meritata e diffusa in ambito Folk Metal, genere di cui possono oramai considerarsi indiscussi protagonisti. Oltre che dei loro dischi, la popolarità del ‘clan della foresta’ è però merito anche delle incendiarie performance dal vivo, che se talvolta difettano in contenuti tecnici, sono però sempre garanzia di puro divertimento ed euforia: il pubblico italiano ne ha avuto conferma in occasione delle recenti calate italiche della band di Jonne, sia l’anno scorso all’Evolution Festival, che pochi giorni fa al Midsummer Festival romano.

A questo “Tervaskanto” spetta il difficile compito di non deludere le attese della grande schiera di simpatizzanti avvicinatisi alla band con la release di “Tales Along this Road” , un disco dalla grandissima carica e dal fenomenale potenziale live, che divide con il predecessore “Voice of Wilderness” il merito della ‘consacrazione’ della band: come prevedibile, la band non ha modificato il proprio tiro, mantenendosi sulle coordinate musicali che l’hanno portata fino a qui, evolvendo ulteriormente quanto proposto in “Tales...”; tuttavia, i Korpiklaani hanno apportato alcuni piccoli diversivi che hanno dato un taglio leggermente diverso alla loro musica: semplificando, si può notare come sia stata riservata una maggiore attenzione alle sezioni più folkeggianti e meno a quelle prettamente ‘metallare’.

La prima cosa che si nota ascoltando “Tervaskanto” è la mancanza di quegli ‘anthems’ che facevano da spina dorsale nella loro produzione passata: non c’è nemmeno un brano con il carisma di “Cottages & Saunas”, “Happy Little Boozer” o “Wooden Pints” fra gli undici episodi di questo nuovo disco, che nemmeno nei frangenti più ispirati come “Palovana” o “Veriset Äpärät” raggiunge gli esaltanti apici degli album precedenti. Questo è diretta conseguenza di due fattori, dipendenti l’uno dall’altro: per prima cosa, va detto che i Korpiklaani hanno cercato un approccio più credibile e organico, meno grezzo e Metal, grazie a brani che vanno maggiormente ad avvicinarsi alla tradizione (si ascolti la terza “Viima”) ed ampliano il loro spettro strumentale, sempre più ricco e gustoso – adesso sono violini, fisarmoniche, flauti, mandolini e armamentario tradizionale a prendersi carico della costruzione della stragrande maggioranza delle melodie, laddove nei primi due dischi erano soprattutto le chitarre (coadiuvate dal violino) a fare la parte del leone. Entrati in quest’ottica, si intuisce come la logica conseguenza di tutto ciò sia la scelta di privilegiare l’incomprensibile ma affascinante lingua madre nei confronti dell’inglese (utilizzato solo in due occasioni, peraltro senza risultati di rilievo): queste decisioni finiscono per aumentare l’organicità, la coerenza e la varietà del Korpiklaani-sound (grazie all’approfondimento e al miglioramento della componente Folk), ma ne diminuiscono la fruibilità, l’accessibilità e l’immediatezza – insomma, per dirlo fuori dai denti, “Tervaskanto” è più ricercato ma molto meno trascinante di un “Voice of Wilderness” o dei pezzi più ‘ignoranti’ di “Tales Along this Road”.

Premesso come “Tervaskanto” porti comunque impresso a fuoco il marchio della band e contenga musica che non deluderà gli aficionados della band di Jonne Järvelä (traduzione: se siete dei fans irriducibili lo saluterete come un capolavoro), va detto che se i Korpiklaani che amavate erano quelli facilissimi, scanzonati e ‘capibili’ di “Beer Beer” o “Hunting Song” potreste rimanere con l’amaro in bocca non trovando episodi di quel calibro lungo i quarantadue minuti di “Tervaskanto”; se comunque gradite dei Korpiklaani che sì, trascinano e cantano sguaiati (stiamo comunque parlando di un disco saldamente all’interno dei confini Metal) ma che soprattutto vadano a cercare sentieri più folkloristici e rustici, allora amerete questo disco ricolmo di poderosi scioglilingua corali in finlandese, di tantissimi violini e fisarmoniche che s’intrecciano fra loro, sostenuti da guizzanti chitarre e velocissimi flauti: le hits mancano, la voglia di divertirsi assolutamente no, e alla lunga scoprirete come “Tervaskanto” abbia più di una carta vincente, nella propria mano – a voi il compito di scoprirle, approfondendo questo disco con una mole di ascolti superiore a quella che era richiesta per ballare e danzare sui suoi illustri predecessori.
Let’s Drink!

VIDEO
- Youtube video della title-track “Tervaskanto”

 

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