Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Iacopo Fonte
Genere: 
Etichetta: 
The Leaf Label/Promorama
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Adrian Klumpes – piano e sintetizzatori

Tracklist: 

1. Cornered
2. Weave In And Out
3. Be Still
4. Alone
5. Unrest
6. Why
7. Exhale
8. Give In
9. Passing Pain

Adrian Klumpes

Be Still

Un respiro profondo e immergiamoci in Be Still, primo lavoro di Adrian Klumpes, già intravisto come collaboratore alla testiera con Jan Jelinek e il progetto electric-jazz Triosk. Se si guarda in primis ai suoi precedenti contributi si può presumere, anche se solo a grandi linee, i caratteri della sua prima fatica solista. Definito proprio come un respiro proteso e assolutamente paralizzante, il lavoro esprime attraverso una produzione impeccabile – che badate bene ha preso vita in un’unica sessione da cinque ore nello studio di registrazione di casa Klumpes a Sidney – tutte le grandi conquiste della musica ambient sperimentale. A partire dai quattro Ambient di Brian Eno – in particolare il secondo Plateaux of Mirror (1980) – si procede analiticamente attraverso le soluzioni sonore contemporanee noise e free-jazz che negli ultimi anni stanno trovando terreno fertile, oltre che nelle lande nord-europee anche nel continente oceanico. A tratti più glaciale e perlaceo, come magistralmente dimostrano Waeve In And Out e Passing Pain, altre volte più disteso e cristallino, ogni voce plasma un suo piccolo mondo, dotato di un senso di calma strutturale, che porta la ricerca dell’introspezione a livelli di rara bellezza ed efficienza. E’ il caso insomma di Corned, brano inaugurante il full-lenght, con dei giri di piano onirici e sprizzanti energia.

Questi si fondono poi al tessuto sonoro dei sintetizzatori che producono incessantemente piccole perle di effetti lievemente dissonanti, mai eccessivi, ma che si infrangono in modo dolcemente spontaneo sui loop base di ogni singola traccia. Nascono dunque paradossalmente molteplici situazioni differenti, complicate, ma talmente utopiche e sublimi che non si può non rimanere affascinati e ammaliati dall’incisività e dalla capacità espressiva di Klumpes. Gli effetti teorici che per eccellenza si richiedeno alla musica atmosferica, l’estraniazione, la Sensazione, ecco che qui sono presenti e si intrecciano dando vita a Be Still che è a tutti gli effetti per antonomasia un album delle emozioni. A questo proposito i due capitoli che meglio fra tutti riescono a scavare nella mente umana, a paralizzarla in un effetto di sonnolenza forzata, ma totalmente piacevole, sono la title-track e Unrest. Be Still, terzo brano, tramite un altalenante ondeggiare dei giri di piano, culla l’ascoltatore che rimane inerme, come sotto catarsi. Da qui Unrest con i suoi dieci minuti è il capitolo che riesce a fondere in sé il meglio dei canoni sonori dell’album. Tutte le influenze passate e moderne si stratificano in modo fluido e narcotizzante, così da coronare un album che esprime, in ogni sua unità costituente, l’idea stessa di musica ambient.
 

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