Voto: 
9.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Roadrunner Records
Anno: 
2004
Line-Up: 

- Mike D'Antonio - basso
- Adam Dutkiewicz - chitarra, cori, percussioni
- Justin Foley - batteria
- Joel Stroetzel - chitarra
- Howard Jones - voce

Tracklist: 

1. A Bid Farewell (03:55)
2. Take This Oath (03:46)
3. When Darkness Falls (03:52)
4. Rose of Sharyn (03:36)
5. Inhale (01:15)
6. Breathe Life (03:18)
7. The End of Heartache (04:58)
8. Declaration (03:01)
9. World Ablaze (04:59)
10. And Embers Rise (01:11)
11. Wasted Sacrifice (04:18)
12. Hope Is... (04:21)

Killswitch Engage

The End of Heartache

Dopo sei anni di duro lavoro, l’album della consacrazione giunge anche per i Killswitch Engage, entrati dal 2001 nella scuderia Roadrunner Records e capaci di trascinare migliaia di giovani già con il secondo eccezionale Alive Or Just Breathing. Due anni hanno separato tale full-lenght dal debutto per Roadrunner e molti aspetti della musica dei Killswitch Engage sono mutati, a partire dall’apporto vocale di Jesse Leach, separatosi dalla band dopo una crisi depressiva dovuta alla lontananza dalla famiglia durante i tour: a sostituirlo nel suo ruolo è intervenuto Howard Jones, gigante capace di tenere il palco e di coinvolgere il pubblico con la sua voce poderosa, piena e determinata. Il risultato si può ammirare su The End Of Heartache, disco che dal punto di vista vocale rappresenta una delle opere migliori mai realizzate nel panorama Metalcore. Oltre a questo elemento di primaria importanza, anche Adam Dutkiewicz è maturato nel song-writing, dimostrando di essere padrone indiscusso della scena Metalcore internazionale, come già era accaduto negli altri precedenti albums; infine Justin Foley ha rimpiazzato alla batteria Tom Gomes, inspessendo i patterns e conferendo una direzione più impetuosa alle composizioni. I Killswitch Engage non emulano nessuno, sono loro stessi gli emulati, perché nel breve arco di tempo di sei anni hanno saputo costruire uno stile accattivante, travolgente e melodico che ha scosso le emozioni di tanti giovani e mosso l’interesse del mercato musicale contemporaneo.

L'opener A Bid Farewell è soffusa nella sua particolare ritmica che si trasforma in un incastro non banale di violente sezioni: il suo timbro è innovativo e differisce da ciò che sarà comunque esplorato in profondità nel lavoro. I brani presentati sono diventati infatti dei classici della band americana, a partire dalla trascinante Take This Oath, cavalcata mid-tempo dove clean vocals e growl giocano descrivendo magici intrecci, fino alla stupenda When Darkness Falls, provvista di una struttura davvero calibrata e capace di mantenere elevata l’attenzione dell’ascoltatore.
Sarebbe riduttivo soffermarsi su ciascuno dei dodici episodi di The End Of Heartache, perché l’album è stato studiato nei minimi particolari, sia nella sua organizzazione interna, sia nella scelta dei singoli apripista: Rose Of Sharyn è infatti una canzone tutta costruita a cavallo tra riffs graffianti e le sospensioni melodiche plasmate da Jones, mentre la title-track The End Of Heartache trasuda di aggressività e di tensione Metalcore nella sua scansione ritmica.
Alcuni pezzi ricalcano il precedente Alive Or Just Breathing, come Breathe Life o Declaration, altri invece eccedono addirittura in un estremismo mai sperimentato precedentemente, come la caotica And Embers Rise. Hope Is chiude l’album in modo maestoso, con riffs precisi e sincopati, con ritornelli che nella loro melodia mantengono un filo conduttore con il vecchio Hardcore e con un tono vocale in grado di adattarsi ai differenti registri proposti. Tuttavia in questa matrice schizofrenica si ritrova una certa linearità che permette di far proseguire il platter senza intoppi o appesantimenti. Il veicolo delle emozioni è la voce di Jones, vero propulsore dei rinnovati Killswitch Engage che riescono a tessere un album dal mood commerciale ma di consistente qualità: di certo anche il contratto con la Roadrunner Records ha contribuito non poco alla definizione dello stile della band, diventata un vero culto e un modello per gli appassionati di Metalcore, ma il risultato è soddisfacente e concreto.

Con The End Of Heartache si apre un nuovo capitolo non solo per i Killswitch Engage ma per una generazione di artisti che dal 2004 ai giorni nostri si sforzeranno di ripercorrere i meandri di una musica tanto bella quanto potente, tanto appassionante quanto riflessiva. Pertanto il full-lenght del 2004 è la perla della discografia del quintetto statunitense, che non deve mancare nella collezione di ogni amante del Metalcore, dato che rappresenta uno degli apici del genere e uno dei capostipiti per il futuro del genere.

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