Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Etichetta: 
Peaceville Records
Anno: 
2009
Line-Up: 

- Jonas Renkse - voce, programmazione della chitarra
- Anders Nyström (Blakkheim) - chitarra, tastiera, programmazione
- Fredrik Norrman - chitarra
- Mattias Norrman - basso
- Daniel Liljekvist - batteria e percussioni

Tracklist: 

1. Forsaker (04:05)
2. The Longest Year (04:39)
3. Idle Blood (04:23)
4. Onward Into Battle (03:52)
5. Liberation (04:18)
6. The Promise Of Deceit (04:18)
7. Nephilim (04:27)
8. New Night (04:28)
9. Inheritance (04:30)
10. Day & Then The Shade (04:27)
11. Ashen (04:09) (bonus track dell'edizione svedese e dell'edizione in vinile)
12. Departer (05:27)

Katatonia

Night Is the New Day

Dopo l’esperienza maturata nella vacuità della “City Of Glass” di Viva Emptiness e nelle tinte rosso sangue di The Great Cold Distance, gli svedesi Katatonia si sono ritrovati portavoce di una rinnovata sensibilità e di uno sperimentale gusto musicale che apparivano irraggiungibili nel periodo di Tonight’s Decision e Last Fair Deal Gone Down. Modellando nel profondo il proprio timbro ed arricchendolo con preziosismi di elevata qualità strutturale, Renkse, Nyström e compagni hanno saputo conferire nuova linfa alla dimensione dell’Alternative, oltrepassando canoni antiquati e proiettandosi gradualmente verso le divagazioni tooliane.
Tuttavia è risaputo che la formazione di Stoccolma ha come finalità principale la trasformazione del proprio sound, per non abbandonarsi alla mediocrità che accomuna un’ampia fetta del mercato musicale contemporaneo: proprio tale accorgimento rende unica ed imprevedibile ogni uscita targata Katatonia, quale ad esempio l'ottavo capitolo discografico Night Is The New Day.
Nonostante il titolo e l’artwork dell’album non siano all’altezza dei predecessori, per via del desiderio di marcare la componente tormentata e tenebrosa della sfera Katatonia, le dodici tracce che delineano l’erede di The Great Cold Distance dipingono efficacemente il nuovo volto della band, assai variegato lungo l’intera opera.

Il viaggio attraverso Night Is The New Day si apre con il singolo Forsaker, brano che si pone come naturale proseguimento di quell’alone malato e glaciale di The Great Cold Distance: è necessario sottolineare da subito come la produzione garantita dal gruppo stesso riesca ad eguagliare quella impeccabile esibita sul precedente platter, evidenziando i chiaroscuri e i ripetuti contrasti di cui è intriso il sound Katatonia. A differenza di The Great Cold Distance, si percepisce però un approccio denso di nero romanticismo, che comincia ad affiorare timidamente dalle avvolgenti distensioni e da un assolo di chitarra inedito all’immaginario del quintetto svedese.
The Longest Way raffigura uno degli episodi meglio strutturati di Night Is The New Day, poiché la sua soffice elettronica costituisce il collante tra influenze di diversa natura, che consentono di raggiungere un sorprendente equilibrio tra i trascorsi Alternative, le oscure tendenze Metal dei cugini Opeth e lo sperimentalismo progressivo dei Porcupine Tree. Appare questa la chiave di lettura dell’ottavo parto dei Katatonia, confermata da un'inconsueta e malinconica Idle Blood, fortemente debitrice del sound Opeth perché descritta da una chitarra acustica totalmente estranea alle architetture edificate dalla formazione. Le ritmiche di Night Is The New Day appaiono tanto ricercate e complesse quanto quelle proposte su The Great Cold Distance, come testimonia la struggente Onward Into Battle, un Alternative Rock capace di accostare al gusto noir un tocco retro’ di notevole effetto.

Il cupo binomio Liberation-The Promise Of Deceit cerca di valorizzare l’impiego dell’elettronica, senza però disdegnare le ritmiche sincopate o le distorsioni tipiche dell’approccio più impetuoso; tuttavia è con Nephilim che si giunge all’apice delle sensazioni di perdita e di desolazione, poiché i Katatonia riescono ad oltrepassare l’antica frontiera del Doom, plasmando un tessuto sì malsano e decadente, ma anche elegante e raffinato. La voce di Jonas Renkse si adatta all’atmosfera di ciascun brano con il suo tono espressivo e dismesso, riscoprendo anche i fasti passati in pezzi come New Night, decorato da melodie dimenticate, frutto del tenebroso intreccio di chitarre clean e pianoforte. E se Inheritance risulta una gemma opaca chiusa in un’aura meditativa fatta di archi ed effetti campionati, Day & Then The Shade conferisce all’album un cromatismo capace di superare la barriera di tonalità grigie proposte.
Dopo la bonus-track Ashen, limitata al mercato svedese, il percorso nei meandri tetri di Night Is The New Day trova conclusione in Departer, che riassume come degno epilogo tutti gli elementi del platter, elevandolo ad una spettrale maestosità.

L’ascolto approfondito di un lavoro come Night Is The New Day consente di comprendere quanto elaborato ed affascinante sia divenuto l’universo Katatonia, un universo fatto di angoli bui dove la riflessione può essere condotta in totale isolamento. Di certo numerose sono le influenze che concorrono alla costituzione di un sound così seducente e cerebrale, perché il quintetto di Stoccolma fonde i vagiti della Wave ottantiana con la sensibilità più apocalittica dell’Alternative, per sagomare un Dark Rock lontano da inclinazioni commerciali ma capace di stregare ascoltatori delle più svariate estrazioni.
Se a questa considerazione si aggiunge una nota riguardo l’ambito della registrazione/produzione dell’opera, in grado di cogliere perfettamente le emozioni che Night Is The New Day trasuda, si può affermare con sicurezza che i Katatonia rappresentano una delle realtà cardine del panorama Rock internazionale, una realtà che in futuro potrà essere reputata come fondamentale per la storia e l’evoluzione del genere.

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