Voto: 
9.4 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Etichetta: 
Peaceville Records
Anno: 
2001
Line-Up: 

- Jonas Renkse - voce, programmazione della chitarra
- Anders Nyström (Blakkheim) - chitarra, tastiera, programmazione
- Fredrik Norrman - chitarra
- Mattias Norrman - basso
- Daniel Liljekvist - batteria e percussioni

 

Tracklist: 

1. Dispossession (05:36)
2. Chrome (05:14)
3. We Must Bury You (02:50)
4. Teargas (03:23)
5. Transpire (05:56)
6. Tonight´s Music (04:20)
7. Clean Today (04:23)
8. The Future Of Speech (05:40)
9. Passing Bird (03:38)
10. Sweet Nurse (03:57)
11. Don't Tell A Soul (05:42)

Katatonia

Last Fair Deal Gone Down

Piastrelle consumate dal tempo e dalla polvere, uno specchio rotto, un lavandino logoro, tubi rovinati…questa è la realtà di Last Fair Deal Gone Down, un album che, come ogni altra creazione firmata Katatonia, trasmette tutta la drammaticità dell’esperienza esistenziale individuale, espressione massima del Rock depressivo a cui la band svedese ha dato origine fin dalla pubblicazione di Discouraged Ones.
Il Gothic si unisce con efficacia all’Alternative, proiettando il disco in una dimensione di angoscia sentimentale, testimoniata dalla voce soffocata di Renske, dai riffs colmi di dolore e dalle liriche sofferenti: non si riesce a rimanere impassibili di fronte al nuovo capolavoro dei Katatonia, un full-lenght maturato per anni nelle continue sperimentazioni, per giungere a quel sound già preannunciato da Tonight’s Decision. Le sue timbriche cupe infatti sono riprese e completate interamente, aggiungendo ottime parti di tastiera a ciascuno degli undici brani in cui Last Fair Deal Gone Down è strutturato.

La progressione di tormento mostrata da tali tracce fa vivere inquietudine all’ascoltatore già dalla iniziale Dispossession, canzone delineata da accordi di chitarra mesti e dalle tastiere avvolgenti di sottofondo: la composizione interna del brano diviene più accattivante di quelle proposte su Tonight’s Decision; la voce però muta il suo tono, acquistando peso nella melodia e legandosi alla perfezione con il tessuto sottostante, supportato costantemente dai temi strazianti delle chitarre.
Chrome colpisce per il suo ritmo altalenante, passando da momenti ritmati ad altre sezioni più cupe e chiuse nel loro approccio Dark.
La corta We Must Bury You è un inno di morte e disperazione alquanto inaspettato, sperimentale nella direzione dei riff di chitarra ed angosciante nella ripetizione esasperata del ritornello: non manca sicuramente un certo feeling The Cure in Last Fair Deal Gone Down, dato soprattutto dall’incedere della batteria e dalla sovrapposizione dei cori portatori di malessere.

Teargas, primo singolo dell’album, culla dolcemente l’ascoltatore nell’atmosfera di perdita e di confusione interiore di cui è colma tutta l’opera: melodie sempre nuove e ricercate, sostenute da ritmi medi, mai portati agli eccessi, ben costruiti per non rovinare le belle parti depresse delle chitarre distorte e ricche d’effetti. Più cadenzata e vicina allo splendido Discouraged Ones è la quinta Transpire, in cui compare una voce filtrata, messaggera di dolore e di emozioni dimenticate: gli arpeggi della chitarra clean conferiscono un buon andamento al pezzo, giungendo a soluzioni simili agli Opeth di Mikael Akerfedt e colorando quindi di grigio il paesaggio di Last Fair Deal Gone Down.
Il primo capolavoro coincide con il secondo singolo tratto dal disco, ovvero l’eccezionale e malinconica Tonight’s Music, un vero e proprio concentrato di tormento, con un refrain coinvolgente e commovente e un crescendo di unica bellezza: piacevole e appassionante nelle sue tonalità disperate. Clean Today è totalmente basata sulle tinte oscure della tradizione The Cure, ricercabili nell’approccio delle chitarre ripetute e allucinogene: un episodio meno di rilievo all’interno del full-lenght, ma pur sempre ben costituito dalla sovrapposizione di idee convincenti e mai scontate.

La seconda perla è costituita da The Future of Speech, buio capitolo di smarrimento, dotato sia di un testo profondo e riflessivo, sia di un song-writing perfetto, completo in tutte le sue parti, culmine della produzione Katatonia. Le tastiere che disegnano archi dimenticati in lontananza colpiscono per gli echi di morte che riescono a trasmettere e la voce espressiva di Renske sembra emergere dalla composizione insinuandosi in ciascun ascoltatore.
L’ultima fascia di Last Fair Deal Gone Down è formata da Passing Bird, tenera composizione che assopisce attraverso il suo spirito tipicamente Alternative, pieno di effetti disegnati da chitarre e basso, da Sweet Nurse, triste traccia Gothic Rock, inscrittibile nel contesto musicale di Tonight’s Decision e infine l'inusuale Don’t Tell a Soul, inquietante danza di desolazione, a cavallo tra Dark-wave e Alternative, un connubio poco esplorato nel mondo del Rock, e qui esibito con sicurezza ed efficacia dal quintetto svedese.

Insomma, Last Fair Deal Gone Down raffigura un’opera dalle mille sfaccettature, sviluppata a distanza di due anni da quel Tonight’s Decision che aveva trasportato con sé un patos carico di solitudine e di desiderio di suicido: tali tematiche vengono nuovamente riprese nella creazione del 2001, ma il risultato è notevolmente più elegante e raffinato, con un supporto musicale da brivido e un’interpretazione sentita non solo da parte dei musicisti, ma anche degli ascoltatori estasiati e stregati dal suo sound.
Da Discouraged Ones i Katatonia hanno abituato a far viaggiare la nostra mente, per scoprire parti della nostra interiorità ancora sconosciute e misteriose e Last Fair Deal Gone Down continua su questa scia, proponendosi come un piacevole e fugace messaggero di morte.
 

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