Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Gravenimage
Genere: 
Etichetta: 
SPV Records/Audioglobe
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Khan - voce
- Thomas Youngblood - chitarra
- Glenn Barry - basso
- Oliver Palotai - tastiere
- Casey Grillo - batteria

Guests:
- Simone Simons as Marguerite on "The Haunting"
- Mari Youngblood as Helena on "Center of the Universe"& "Abandoned" and as Elizabeth Bathory on "Elizabeth pt I, II & III"
- Elisabeth Kjærnes on "Nights of Arabia" and "March of Mephisto"
- Sascha Paeth: Rythym and lead guitar on "Moonlight"
- Snowy Shaw as Mephisto on "March of Mephisto"
- Halo Choir: Karianne Kjærnes, Marianne Follestad & Christian Kjærnes
- Voice of Mephisto on "March of Mephisto" by Shagrath
- Additional vocals on "Elizabeth" by Liv Nina Mosveen
- Vocals on "Un Assassinio Molto Silenzioso" by Cinzia Rizzo


Tracklist: 

CD 1
1. Intro: Un Assassinio Molto Silenzioso
2. The Black Halo
3. Soul Society
4. The Edge of Paradise
5. Center of the Universe
6. Nights of Arabia
7. Abandoned
8. Forever
9. Keyboard solo
10. The Haunting (Somewhere in Time)
11. Moonlight

CD 2
1. When the Lights Are Down
2. Elizabeth (parts I, II & III)
3. March of Mephisto
4. Karma
5. Drum solo
6. Farewell
7. Outro: Curtain Call

Kamelot

One Cold Winter's Night

Questo One Cold Winter’s Night non è il primo Live CD e DVD rilasciato dai Kamelot. La band che ha portato una ventata di freschezza nel panorama Power Metal americano, riadattando con maestria lo stile europeo alla proprie esigenze, si era già provata in un esperimento simile, nel 2000, con il CD Live The Expedition. Ma i Kamelot di allora non erano quello che sono adesso: il mostruoso salto di qualità che Thomas Youngblood, Roy Khan e compagni hanno sperimentato dal 2001 con l’uscita di Karma si concentra in questa nuova veste su palco, in cui tutto, dalla qualità della registrazione alla prestigiosità del set, al numero di fan accorsi, alle disponibilità e alla bravura tecniche dei nostri, fa di questo lavoro qualcosa di assolutamente diverso dal precedente di sei anni fa.

Nel concerto tenutosi al Rockefeller Music Hall di Oslo in Norvegia, patria del singer Roy Khan, la band dispone di un’imponente struttura, che raccoglie un gruppo di fan devoti e numerosi, pronti a farsi sentire nei vari momenti dello show. Show che raccoglie quanto fatto dalla band nel dopo The Fourth Legacy, con una scaletta che ripropone dunque il meglio degli ultimi tre album. Dunque nel corso delle diciotto tracce presenti (della versione in doppio CD che ho avuto modo di ascoltare) si ignorano i platter precedenti a Karma, con l’eccezione del buono The Legacy, da cui viene estratta, non a caso, l’orientaleggiante Nights Of Arabia, con la sua introduzione strumentale Desert Reign.

Per il resto troviamo pezzi tratti soprattutto dall’ultimo splendido The Black Halo, da Epica e Karma; con quest’ultimo si assiste addirittura al ripescaggio della lunga suite in tre parti Elizabeth, davvero spettacolare e intensa. Non mancano le sorprese e le illimitate chicche in uno spettacolo che un fan dei Kamelot avrebbe dato un braccio per vedere, e ne sono sicuro perché sono uno di quelli: fondamentale la presenza, quasi al gran completo (mancavano solo l’orchestra sinfonica di Rodenberg e Shagrat dei Dimmu Borgir) dei guests che hanno impreziosito tanto le più recenti releases, e cioè Simone Simons che duetta con Roy nella fantastica The Haunting (da brivido la reazione del pubblico al momento della sua entrata in scena, proprio nel bel mezzo della canzone), ma anche Cinzia Rizzo, che apre l’esibizione con il bizzarro siparietto folcloristico cantato in italiano rappresentato da Un Assassinio Molto Silenzioso, e Mari, moglie di Thomas, che tende la voce a Roy in Center Of The Universe (altri brividi inenarrabili), ad ancora Sascha Paeth che fa da seconda chitarra per Moonlight, senza contare il piccolo coro presente.

Per non parlare poi della performance dei nostri, eccezionale, soprattutto per Thomas e per il grandissimo Roy, che non sbaglia una nota, non cede, non smette mai di emozionare e di interpretare, coinvolgendo il pubblico di connazionali alternando l’inglese alla lingua madre. Se ci fossero ritocchi in studio, sospetto legittimo, glieli perdoneremmo. In definitiva, un CD, o un DVD, che chiunque ami il Power Metal intelligente e pensato per emozionare, non deve lasciarsi scappare, fosse solo per l’esecuzione “allungata” e piena di attesa di un capolavoro come Forever.

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