Voto: 
9.0 / 10
Autore: 
Denise Maiolani
Genere: 
Etichetta: 
Blanco Y Nigro
Anno: 
1985
Line-Up: 

- Jim Reid - voce, chitarra
- William Reid - voce, cori
- Douglas Hart - basso
- Murray Dalglish / Bobby Gillespie - batteria

Tracklist: 

1. Just Like Honey
2. The Living End
3. Taste the Floor
4. The Hardest Walk
5. Cut Dead
6. In a Hole
7. Taste of Cindy
8. Some Candy Talking [CD bonus track]
9. Never Understand
10. Inside Me
11. Sowing Seeds
12. My Little Underground
13. You Trip Me Up
14. Something’ s Wrong
15. It's So Hard

Jesus and Mary Chain, The

Psychocandy

I Jesus and Mary Chain avevano le idee chiare: partire da orecchiabili melodie pop e sonorità riconducibili a band quali i Velvet Underground, per ricoprirle poi col rumore di feedback delle chitarre in dosi massicce.
I fratelli William e Jim Reid (chitarra e voce), accompagnati nella prima formazione dal futuro leader dei Primal Scream Bobby Gillespie alla batteria che sostituì quasi da subito Murray Dalglish e da Douglas Hart al basso, divennero immediatamente una band che suscitò molto scalpore, grazie ad una fortunata serie di uscite discografiche sfociate poi nel primo album, Psychocandy.
Reazioni scottanti da parte di pubblico e critica del resto prevedibili, per quattro ragazzi dalle capacità tecniche praticamente nulle.

Just Like Honey lascia da subito assaporare un’irresistibile atmosfera ipnoticamente ‘smielata’ per l’appunto, grazie al lento e psichedelico ritmo, alla sensualità della voce di Jim ed alle chitarre distorte, il tutto sapientemente miscelato all’incedere cupo del basso e ad un umore di fondo non esattamente gioioso.
Vi sono poi altri brani dal versante simile alla prima traccia, quali la trascinante The Hardest Walk e le più delicate e trasognanti Cut Dead, Some Candy Talking e Sowing Seeds.
Memorabili componimenti all’interno di quest’ album, sono poi la graffiante e distorta The Living End, sempre però sostenuta da un’anima pop di fondo, la trascinante ferocia di In a Hole e My Little Underground, che riporta a certe sonorità tipiche dei Ramones.
Più cupe e decadenti invece le graffianti Taste the Floor, Taste of Cindy e Inside me, per poi concludere in malinconica bellezza con l’altalenante malessere di It’s so Hard.

Il risultato finale dell’album è di ammirabile compattezza ed originalità, pur rimanendo fedele alle affinità sonore caratteristiche del periodo dello scanzonato punk dei Ramones, delle raffinate melodie degli Smiths e del più cupo ed introspettivo post-punk dei Joy Division.
L’apprezzabilità di questo disco, non sta nel semplice impiego del prolungato utilizzo massiccio del feedback, quanto nel contrasto fra ruvida rumorosità e semplici melodie pop intonate dalla sensuale voce di Jim Reid; quasi il grido di ribellione della band fosse più profondo ed intimista, anziché letteralmente ‘più grezzamente urlato’ alla società.
I Jesus and Mary Chain furono poi la premessa per la nascita dello ‘shoegaze’, intuizione poi successivamente compiuta dai My Bloody Valentine.
Prevedibilmente, la loro originalità venne poi assimilata ed il gruppo tornò ad essere uno dei tanti, senza però sminuire il fatto che Psychocandy sia una fase fondamentale nella storia del rock grazie all’influenza del passato, all’ incidenza del presente e alla luce per il futuro.

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