Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Andrea Rubini
Genere: 
Etichetta: 
Candlelight Records/Audioglobe
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Niilo Sevänen - Voce e basso
- Ville Friman - Chitarra
- Ville Vänni - Chitarra
- Markus Hirvonen - Batteria


Tracklist: 

1. The Gale
2. Mortal Share
3. Drawn to Black
4. Change of Heart
5. At the Gates of Sleep
6. The Killjoy
7. Last Statement
8. Devoid of Caring
9. In the Groves of Death

Insomnium

Above The Weeping World

Terzo full-lenght in casa Insomnium, combo finlandese dedito alle classiche sonoritá ibride dello swedish death metal. I nostri si rifanno molto ai primi In Flames e Dark Tranquillity, mescolando elementi prog (Opeth) a ritmiche viking (Amon Amarth), risultando tenaci quanto melodici, motto che la band ha sempre mantenuto coerente fin dagli esordi nel 1997. Dopo dunque In The Halls Of Awaiting e Since The Day It All Came Down, ecco che attraverso la Candlelight Records viene pubblicato Above The Weeping World.

The Gale viene introdotto da un pianoforte che suona sotto una pioggia scrosciante, immagine suggestiva e simbolica, prima che tutti gli strumenti entrino in scena, costuendo un intro strumentale sintetico ma incisivo. La seconda proposta, Mortal Share, é forse nel complesso la traccia meglio riuscita del disco, grazie ad un'energia thrash impreziosita da azzeccati giri di chitarre e da una sezione ritmica controposta perfettamente alle melodie imbastite; il cantato é secco e grezzo senza apparire troppo graffiante. Drawn to Black riprende abbastanza gli elementi della precedente canzone, sviluppandosi per circa sei minuti, con un ritmo piú serrato, chitarre che tessono arpeggi e riff ben combinati, risultando una song stile Dark Tranquillity.
L'album fondamentalmente é ben congeniato, scorre molto bene, é fluido, duro e melodico allo stesso tempo, ogni elemento sembra essere al suo posto, la base Gotheburg viene rispettata alla lettera, ogni elemento aggiuntivo viene adagiato sulla trama generale dei singoli brani senza forzature; il problema principale di questo album é che, oltre al fatto che manchi una vera e propria hit, la classica killer-track, é la sua persistenza. Mi spiego: ogni canzone é discreta, non ci sono passi falsi, ma l'ispirazione sembra ridursi ad un paio di idee che vengono sviluppate per l'intera durata del disco. Non ci troviamo a tracce davvero che si evidenziano dalle altre, tutte sono suonate bene, le voci ben amalgamate con le note, i cori sospirati aggiunti nei momenti giusti. Ma canzone dopo canzone si avverte la voglia di sentire finalmente il disco decollare, sensazione che perdurrá fino alla fine, visto che tutto il full é sullo stesso, ripeto, piú che discreto livello.

Si avverte nettamente che la band é notevole, un potenziale inespresso incredibile, e lo si vorrebbe davvero riscontrare. Ecco, ad essere sinceri, il gioiellino lo si trova nella conclusiva In The Groves Of Death (che suona a cavallo tra Amorphis ed Eternal Tears Of Sorrow); il brano é emotivo, ben congeniato nel song-writing, impreziosito da ottime soluzioni di solistiche, nella fase iniziale e a metá brano, ma non ha nessuna qualitá o caratteristica del singolo che accennavamo in precedenza. Da notare come la pioggia concluda anche il platter, esattamente come l'aveva introdotto.

Album a cui va sicuramente dato un ascolto, che tutti gli amanti del gothemburg e del death melodico apprezzeranno, perché onestamente é un bel lavoro. Lascia l'amaro in bocca il sapere con certezza che questa band ha delle qualitá inespresse eccellenti, quindi incrociamo le dita per il loro prossimo lavoro, sperando che riescano a sfondare le barriere dei paragoni e delle allusioni e che possano definitivamente lanciare il marchio Insomnium.


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