Voto: 
5.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Beyond Prod/Masterpiece
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Gabriele - voce
- Davide - chitarra
- Enrico Cerrato - basso, tastiera
- RikY Porzio - batteria


Tracklist: 


1. (E)motionless (06:53)
2. Bleeding (04:50)
3. Cold Surface (05:27)
4. A Perfect Failure (04:35)
5. Slumber (05:27)
6. Man and His Silence (04:41)
7. Heart-Shaped Box (05:55)
8. Sweet Taste of Sickness (04:58)

Infection Code

Intimacy

Terzo capitolo discografico volutamente sporco e soffocante quello degli italiani Infection Code, quartetto impegnato a proporre un misto di Industrial e Post Hardcore che potrà trovare un seguito all’interno della scena sperimentale capeggiata da acts come Neurosis, Today Is The Day e Jesu.
Registrato da Tommy Talamanca (Sadist) e successivamente mixato e prodotto da Billy Anderson (Burtal Truth) nei Lowered One Studios di San Francisco, l’album si presenta da subito nel suo contesto folle ed estenuante, fatto di fraseggi opprimenti e di riff claustrofobici.

Spetta già all’opener (E)Motionless entrare nel vivo del lavoro, poiché la dimensione plasmata è quella che perdura per tutta la lunghezza degli otto brani di Intimacy; tra colossali sezioni che sfiorano il Doom/Sludge ed una gamma di effetti elettronici che permea il sottofondo delle canzoni si sviluppano episodi come Sweet Taste Of Sickness o Bleeding. Sebbene le tracce trasudino un’atmosfera caotica e colma di reminescenze anche dal Noise più d’avanguardia, la struttura non appare completamente convincente, così come la scelta di usare un cantato dal feeling malato ed instabile.
La registrazione non chiarissima per scelta penalizza il lavoro che avrebbe potuto sfiorare i meandri di storiche formazioni come i Neurosis con una qualità audio superiore: nel Post Hardcore odierno troppe band puntano a limitare il livello della registrazione per valorizzare gli effetti tipici del genere, ma le acide parti dei gruppi sopra citati possono essere ripercorse anche attraverso registrazioni più convincenti e valide.
E’ questo il motivo fondamentale della scarsa riuscita del terzo platter di studio del four-piece piemontese, che dal 1999 ad oggi si è dimostrato parecchio attivo sotto il livello del song-writing, giungendo alla pubblicazione dell’ep H.I.V. 999 e degli album Life Continuity Point e Sterile.

Ciò che non manca agli Infection Code è una buona dose di originalità, ma essa dev’essere integrata ad un approccio più maturo e ad un contesto di produzione decisamente superiore; pertanto il consiglio è quello di dare una possibilità di ascolto al combo di Alessandria, comprendendone limiti e potenzialità e sperando che le future pubblicazioni possano essere di gran lunga più soddisfacenti rispetto a questa terza uscita, alquanto sottotono ed abbastanza acerba.

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