Voto: 
5.5 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Etichetta: 
Pulverised Records
Anno: 
2012
Line-Up: 

Shyaithan - Vocals, Bass, Lyrics 

Dizazter - Drums 

Nizam Aziz - Guitars 

Tracklist: 

1. Revelation Decimation - 08:03  

2. Ravage & Conquer - 05:59  

3. Weaponized - 08:03  

4. The Scourge Majesty - 05:42  

5. War Crowned - 05:58  

6. Legacy of Savagery - 07:50  

7. Salve the Goat - 03:45  

8. Sacrifice (Bathory Cover) - 03:02

Impiety

Ravage & Conquer

Ventidue anni di carriera nel mondo dell’estremo e tante pubblicazioni sul mercato hanno portato gli Impiety da Singapore alla luce di tutti gli appassionati di black/death. La provenienza geografica non è mai stata un punto a loro favore ma il combo non se n’è mai preoccupato più di tanto e ha sempre riversato tonnellate di odio e violenza in forma musicale, attingendo costantemente dai mostri sacri del genere. L’attitudine no-compromise del gruppo non conosce limiti ma devo dire con l’ultimo lavoro, Ravage & Conquer, le strutture cominciano a scricchiolare leggermente. Basta riguardare anche solo all’EP Dominator (2008) per notare una sorta di reverenza Morbid Angeliana nettamente appesantita, produzione compresa. I suoni maggiormente impastati e meno ruvidi hanno fatto scivolare la band da un ipotetico confronto coi primi Angelcorpse agli ultimi lavori di David Vincent & Co.

Le chitarre tipicamente “fangose” e la batteria triggerata fanno la loro comparsa già durante l’opener, Revelation Decimation. I suoni sono nettamente più amalgamati e meno taglienti, tanto da essere a tratti poco potenti. I blast beats non martellano come dovrebbero e le chitarre, pur creando un numero impressionante di riffs, risultano essere abbastanza caotiche tra divergenze progressive e tagli thrash. La voce abbastanza anonima Shyaithan risulta relegata nel sottofondo con il suo tono roco e poco convincente. Le fasi soliste sono molto fluide e tecniche ma slegata dalla struttura e sovente il bieco assalto sonoro mi ha fatto tornare in mente lo scontato platter dei Terrorizer dal nome di Hordes of Zobies. Anche qui, comunque, non ci troviamo per nulla di fronte ad un brutto lavoro e per esempio, i vari stop and go dai ritmi marziali della successiva Ravage & Conquer sono lì per dimostralo ma non brilla quella scintilla di pura ferocità. E così scorre nell’anonimato anche l’eccessivamente lunga Weaponized, otto minuti di estremismo forzatamente elaborato ma del tutto scontato, senza spunti di rilevanza.

Man mano che si prosegue nell’ascolto, le strutture si somigliano sempre di più e anche se sporadicamente possiamo ritrovare riffs dallo stampo epico tipico di formazioni quali Krisiun o i succitati Angelcorpse, nulla colpisce. Le linee soliste delle chitarre sovente forniscono (o pretendono di farlo) una sorta di melodia grottesca (The Scourge Majesty) che nulla aggiunge alla composizione. Proseguendo nell’ascolto del lavoro in questione, possiamo solamente notare come la band sia costantemente devota alla pura velocità senza elementi degni di nota. Tutta la più bieca brutalità del black/death ci viene riversata addosso senza sorprese e gli onnipresenti riffs dissonanti a tratti risultano essere persino fastidiosi, senza contare la loro totale apatia. La durata eccessiva di alcune tracce, poi, mette a dura prova la pazienza di un ascoltatore che magari trova eccessivi i quasi cinquanta minuti complessivi di durata dell’album.

In chiusura troviamo la cover di Bathory, Sacrifice. Il taglio thrash delle chitarre ricorda la versione originale anche se la velocità è maggiormente elevata. Tutto sommato si tratta di una discreta versione per chiudere un album che sicuramente non brilla per varietà, oltre che originalità. A mio parere, un mezzo passo falso da parte del gruppo

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