Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Elisabetta Bono
Genere: 
Etichetta: 
Fratto9/Under The Sky
Anno: 
2009
Line-Up: 

- Fabrizio Elvetico - pianoforte, basso, elettronica
- Gianluca Paladino - chitarra, basso, elettronica
- Pasquale Termini - violoncello, tastiera


Tracklist: 

1. Terminali (Source)
2. Discentro
3. Ballrooms (Vivify)
4. Bottom Sea Engines
5. Flying Home
6. Terminali (Destination)

Illàchime Quartet

I'm Normal, My Heart Still Works

Illàchime Quartet è un progetto musicale che nasce nel 2002; originari di Napoli, i componenti del gruppo sperimentano diversi generi musicali, senza fissarsi su uno in particolare. Questa attitudine musicale e compositiva permette alla formazione di spaziare dal Noise all’elettronica sperimentale, passando per Jazz e Blues. Nel loro ultimo lavoro sonorità classiche con violoncello e pianoforte si alternano a pezzi prodotti da strumenti elettronici, come sintetizzatori e batterie elettroniche. Prendendo spunto anche da suoni e rumori della realtà quotidiana (certi fischi e suoni metallici), gli Illàchime Quartet creano atmosfere di grande suggestione, spesso tendenti al paranoico con cadenze ritmate e ripetizioni quasi ossessive. I pezzi di voce, rari e presenti in poche tracce (due sulle sei totali) sono due eccezioni all’interno dell’album.

La prima, Discentro, è affine e in un certo senso assimilabile alle basi drum ‘n bass soprattutto nella parte iniziale, mentre nel resto della canzone presenta una struttura molto complessa con due voci differenti che si alternano. Nella seconda, Ballrooms (Vivify), subentra un’atmosfera cupa da film horror, la voce, in inglese, è accompagnata da cori che fanno eco a quello che in certi passaggi assomiglia a un lamento. In altri pezzi invece, come Bottom Sea Engines, suoni industriali e robotici si sovrappongono ad arrangiamenti acustici e classici; in questa traccia permane la parte più ritmata quasi elettronica, che inaspettatamente crea una variazione nella melodia uniforme. Il pianoforte è una presenza costante e scandisce il tempo con accordi lunghi, che spesso rendono il rimo troppo monotono. Interessanti sono però le linee di sintetizzatore sovrapposte alla melodia principale, che animano i pezzi.
C’ è da notare un particolare, una nota negativa forse; le tracce dell’album appaiono tutte come una traccia unica continua, su cui i musicisti si divertono a improvvisare; per questo non è del tutto immediata la distinzione tra le diverse parti e la preferenza di una, con conseguente rischio di omologare i pezzi.

Complessivamente il secondo lavoro degli Illàchime Quartet può comunque definirsi molto variegato e studiato nei particolari; certamente riservato a un pubblico esperto e ricercato, rischia però di apparire poco comprensibile alla moltitudine e monotono in alcune parti.

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