Voto: 
5.9 / 10
Autore: 
Stefano Magrassi
Genere: 
Etichetta: 
Autorpoduzione
Anno: 
2003
Line-Up: 


- Matteo Raia - Voce e chitarra
- Alex Caruso - Batteria e seconda voce
- Tony Borrello - Basso


Tracklist: 


1. Innocent Bystander (3.36)
2. Soldier Of Hate (6.38)
3. No End Of Grief (3.57)
4. Reflection Of The Past (3.28)


CONTATTI
Matteo: 333/3247130
Alessandro: 333/4857211

Hysterya

Hysterya

Nati in quell'instancabile vivaio rappresentato dalla provincia di Milano, che negli ultimi anni ha rappresentato un punto di riferimento per l'affermazione di nuove realtà in ambito Death e Brutal, ecco che gli Hysterya arrivano nel 2003 alla registrazione del loro primo demo, completamente autoprodotto. La proposta musicale del trio lombardo è facilmente riassumibile in un Death metal di chiara ispirazione floridiana, soprattutto con un occhio di riguardo ai mai dimenticati Death. Ovviamente, come da buona tradizione europea, non mancano gli spunti melodici e gli accenni neanche troppo velati alla scena svedese.

Come lo stesso gruppo spiega nel sito, la ricerca degli Hysterya si concentra più che sulla velocità o sull'estremizzazione pure, su una certa intricazione sonora, tanto cara al Chuck Shuldiner degli ultimi anni. Se magari le idee sembrano anche esserci, il risultato finale non è sicuramente dei migliori. In un genere che durante gli anni si evoluto di più verso un sempre maggiore tasso tecnico, ormai questa componente non è più prescindibile. Sia ben chiaro che non si parla della band come un insieme di musicisti alle prime armi.

Il demo ha la preziosa qualità di migliorare nel corso dei minuti, mostrandoci che comunque in casa Hysterya alcune idee fantasiose non mancano. Ma pesano troppo la produzione veramente pessima (anche per un demo), con le chitarre ovattate e fastidiosamente disturbate da un fruscio di sottofondo perennemente presente, nonchè alcuni evidentissimi errori dei singoli musicisti. Quattro tracce (più una fantasma, composta di soli rutti) in cui qualcosa si salva, ma è troppo poco per gridare al miracolo. Tutti quanti aspettiamo una prova di più alto spessore da questo trio, in cui sia dato più spazio agli elementi che ne caratterizzano il suond e che potrebbero distinguerli dalle centinaia di band presenti sul suolo italico.

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