Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Jacket Weather
Anno: 
2004
Line-Up: 

- Bill - voce, chitarra
- Brandon - batteria
- Dave - chitarra
- Shane - basso


Tracklist: 

1. Someday You’ll See
2. Deep Inside
3. Mental
4. Consider This
5. Arms
6. Pilot’s Last Broadcast

Hundred Year Storm

Hundred Year Storm

Hundred Year Storm: un moniker quanto mai originale che descrive una nascente realtà statunitense, quattro ragazzi dediti ad un Alternative Rock dalle punte Indie che riprendono una tradizione a cavallo tra i più moderni Sonic Youth e la recente produzione britannica, Oceansize, Radiohead ed Amplifier su tutti.
Il professionale mini cd omonimo degli Hundred Year Storm è composto da sei tracce, che ci presentano le caratteristiche della formazione americana, evidenziando il grande lavoro dal punto di vista del song-writing e della accuratezza con cui è stato strutturato lo stesso ep.

A partire da Someday You’ll See si percepisce l’atmosfera onirica generata dagli arpeggi di chitarra e dalle sezioni più spalmate, che permettono alla voce di ergersi sicura e melodica sul tessuto fluido e brillante. I testi si caricano di introspezione perché legati all’esplorazione della nostra dimensione più profonda: i cristiani Hundread Year Storm non deludono neanche le aspettative di coloro che vanno in cerca di liriche non banali ma frutto di un’accurata ricerca interiore.
Deep Inside si colloca sempre sulle stesse sonorità della precedente, ricca di effetti timbrici spaziali e di sperimentazioni vocali di ottimo rilievo: gli episodi si susseguono diretti e ben strutturati nelle parti clean e in quelle più intrise di distorsioni.
Mental è una strumentale di eccezionale qualità, dove le chitarre descrivono motivi suadenti e riflessivi e dove il sound Oceansize si erge dominante. Anche Consider This e la successiva Arms colpiscono l’ascoltatore perché raffigurano perle compositive inusuali e soprattutto inaspettate in un mini cd: i loro aloni avvolgono e guidano delicati verso immagini nuove, eleganti e meditative.
Non esiste un punto di debolezza all’interno di un mini cd così curato nei minimi dettagli: il finale di Arms ad esempio testimonia tutta la chiarezza e la lucidità delle idee del four-piece statunitense.
Un concentrato di pura melodia e grazia che saprà ammaliare tutti gli appassionati del Rock alternativo, in particolare di quelle realtà che sempre maggiormente vanno affermandosi nel panorama internazionale grazie alle loro geniali creazioni, risultato di un’ardua ed impegnativa analisi delle proprie capacità di immedesimazione nella musica Rock del terzo Millennio.

La band capeggiata dal front-man Bill McCharen sa esprimere gioia, dolore, passione, in un unico mini cd, tale Hundred Year Storm, la cui sola pecca è quella di non essere lungo a sufficienza da divenire un album completo, che avrebbe dato un risvolto maggiore al lavoro compiuto dai giovani texani.
La semplicità delle melodie si fonde con la creatività e plasma forme nuove e trascinanti sul piano emotivo: così si può riassumere il succo di un mini cd, sì difficile da reperire, ma rappresentante un tassello importante per gli amanti di un Rock votato alla limpidezza e non alla confusione delle distorsioni.

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