Voto: 
8.2 / 10
Autore: 
Leonardo Cammi
Genere: 
Etichetta: 
Frontiers Records
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Glenn Hughes - voce, basso, chitarra

- Chad Smith - batteria

- J. J. Marsh - chitarra

- John Frusciante - chitarra

- Mark Kilian - tastiera



Tracklist: 



1. The Valiant Denial

2. Steppin’ On

3. Monkey Man

4. This House

5. You Got Soul

6. Frail

7. Black Light

8. Nights In White Satin

9. Too High

10. This Is How I Feel

11. The Divine

Hughes, Glenn

Music For The Divine

Nuovo capitolo nella sterminata storia del bassista/singer Glenn Hughes, intitolato Music For The Divine. Come da copione, dopo album rock oriented il nostro cantante torna al funky con un disco che vede la partecipazione del fido amico Chad Smith alla batteria (drummer dei Red Hot Chilli Peppers) ed anche il chitarrista John Frusciante, sempre dei Peppers.
Il disco è stato registrato presso gli studi di Smith, nella sua casa e l’influenza dei Red Hot è talmente manifesta da permeare quasi tutti i brani del CD.
Il sound del disco è caldo e vivo, tocca il cuore dell’ascoltatore, grazie soprattutto alla linea ritmica ben sottolineata, ed all’interpretazione di Glenn microfono, che riesce come al solito a far miracoli ed a rendere accattivanti anche song che potenzialmente potrebbero passare inosservate. Ma in questo nuovo album i pezzi forti ci sono eccome, a partire dall’opener The Valiant Denial, un brano di quasi sette minuti che presenta diverse sfaccettature, variando da una base hard rock-funk a parti più melodiche che esaltano la voce di Hughes.

Momenti particolarmente toccanti e di valore elevato sono legati a brani come il lento Frail, che, caratterizzato da una delicatezza non comune, non lascerà indifferente nessuno, grazie sia ai fraseggi del tastierista Mark Kilian sia al continuo mix di parti estremamente dolci e malinconiche a schitarrate in stile Red Hot.
I Red Hot Chilli Peppers e la loro influenza esplode invece in pezzi come Black Light in cui lo stile di chitarra di Frusciante e l’approccio ritmico zampettante ci riporta ai migliori pezzi della band di Flea. Più rock e classicona è invece l’ottima Monkey Man, almeno nella prima parte; ad un certo punto uno stacco funky ci riporta nel mood del disco che viene ancora una volta ribaltato dal coro melodicissimo; brano eccelso.
A livello tematico continua il viaggio di Hughes nel mondo spirituale, sua ultima scoperta; molti brani lasciano intravedere l’interesse e la passione che suscitano nell’artista gli argomenti religiosi, ad esempio in You Got Soul.
La tranquillità e l’atmosfera gioviale in cui è nato questo disco sono palpabili fra le note di song scanzonate e profonde allo stesso tempo.
Per tutti coloro i quali amano le tinte funky nel rock più ritmato.


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