Voto: 
7.6 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Genere: 
Etichetta: 
Black Devil Rec/Kill Again Re
Anno: 
2009
Line-Up: 

 
Katon W. De Pena - Vocals
Glenn Rogers – Guitar
Lance Harrison - Guitar
Steve Harrison - Bass
Jorge Iacobellis – Drums
 

Tracklist: 



1. Baptized By Fire 04:18
2. Flesh and Blood 05:46  
3. Eradicate Mankind 03:39
4. Chaos and Brutality 03:38
5. El Rostro de la Muerte (The Face of Death) 06:22
6. Blind Faith 02:49
7. Horrified 02:52
8.Battle of the North 01:33 
9. The Laws of Temptation 04:39
10. Death Militia 01:51
11. Broken Neck 02:01
12. Violent Assault 03:32
13. Cuando Cae la Oscuridad (When Darkness Falls) 01:57 
14. Satan’s Fall 06:24

Hirax

El Rostro de la Muerte

Lunga la carriera degli Hirax dalla California. La loro formazione risale al 1984, quindi in piena esplosione thrash metal e continua tutt’ora con questo quarto album, El Rostro de la Muerte. Sottovalutati a torto e autori di due ottimi album ad inizio carriera (Raging Violence e Hate, Fear and Power), i nostri musicisti sono sempre stati molto abili nel miscelare in perfette dosi l’irruenza del thrash più schizofrenico con massicce dosi di classico speed metal al fine di creare un ibrido potente, graffiante e discretamente tecnico. Leggendaria la potenza vocale di Katon W. De Pena, per quest’album unico rimasto della vecchia formazione poiché gli altri membri arrivarono a completare la line-up solamente con l’inizio del 2000.  

Coadiuvato dal cover art work del mitico Ed Repka, il nuovo album si presenta già con tutte la carte in regola per farci fare un bel tuffo negli anni 80. L’apertura è nelle mani di una già veloce e pesante Baptized By Fire. Riffs che piovono dal cielo, assoli alla velocità delle luce e tanti up tempo fanno da contorno ad una prestazione esaltante di Katon W. De Pena, vera forza della natura con capacità incredibili. Da notare la sua abilità nel compiere passaggi che vanno dal thrash più marcio sino ad arrivare a punte quasi melodiche classiche delle speed. Più si prosegue col disco e più si respira il vero thrash metal in un balzo vintage che di più non si può. Il gruppo distrugge gli strumenti senza pietà e senza sosta. Solo alcuni episodi più rallentati come Flesh and Blood e El Rostro de la Muerte (The Face of Death) ci danno un po’ di respiro anche se l’intensità non viene meno poiché la doppia cassa lavora sempre su binari abbastanza veloci e non mancano neppure sporadiche entrate degli up tempo, talmente la voglia distruttiva della band è radicata. Ottimi e facilmente memorizzabili i refrain e ciò è molto importante per una disco di una tale violenza da poter essere persino etichettato da qualcuno come leggermente “monocorde”.  

Difficile un calo di velocità per quanto riguarda le altre canzoni trattandosi di schegge impazzite pregne di up tempo o veloci passaggi di doppia cassa, l’accoppiata Eradicate Mankind e Chaos and Brutality su tutte. Veramente buoni anche i rallentamenti che risultano essere molto potenti grazie a riffs che traggono molta potenza da una registrazione ottima e ispirata a quella che i migliori gruppi thrash degli anni 80 potevano avere alla fine di quel decennio, Exodus su tutti. A tratti il timbro vocale del cantante unito al combaciare di influenze thrash metal e speed mi ha fatto tornare in mente gli anni migliori dei danesi Artillery quando c’era ancora un certo Flemming Rönsdorf dietro al microfono. La potenza “ignorante” di Blind Faith e Horrified piazzate lì nel bel mezzo del disco dà una mazzata incredibile all’ascoltatore già sicuramente incredulo di trovare la data “2009” su di un disco dall’apparente età di venticinque anni. Arrivare alla fine è impresa ardua per i livelli di intensità che bisogna affrontare ed in questo caso i cinquanta minuti di durata dell’album sono ben accolti poiché privi di cali di tensione e pregni di buona, buonissima musica. 

Nulla sembra poter fermare gli Hirax dal massacro operato su questo graditissimo ritorno che va a conquistarsi con onore un posto alto, molto alto tra le migliori uscite del decennio e non solo. Un album di tale intensità non lo si sentiva da un po’ e riempie sempre il cuore sapere che c’è ancora gente che vive per dare e provare sulla sua pelle forti emozioni senza lasciarsi andare a facili tentazioni commerciali. Lunga vita agli Hirax!  
 

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