Voto: 
5.5 / 10
Autore: 
Francesco Giovanolla
Genere: 
Etichetta: 
Rivel Records
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Marcus Elisson - chitarra, voce
- David Henriksson - voce
- Magnus Öberg - basso
- Rikard Öberg - tastiera
- Per Mikaelsson - batteria


Tracklist: 


1. Heel
2. Blood Sacrifice
3. Evil Days
4. Paradise
5. Turn Your Back On Me
6. No Longer In Darkness
7. Stay
8. Take Your Way
9. Northern Light
10. Can't Love Everyone
11. Always

Heel

Evil Days

Marcus Elisson ( Ramm ) e David Henriksson ( Insania Stockholm, live guest negli Wisdom Call e cantante nei Deep sea) hanno cominciato a lavorare assieme nel 2003, dopo alcuni anni che ebbero in comune la stessa sala di prova ufficiale, il primo con i Ramm e il secondo con i Deep Sea, formando la band Heel, il qual nome nasce proprio dalle iniziali del vocalist e del chitarrista; HE ( Henriksson ) e EL ( Elisson ), pubblicando così dopo la formazione il loro debut album Evil Days, registrato presso i Finnvox Studios, che hanno visto partecipi anche band del calibro degli Stratovarius.

Dalla prima traccia del platter, Heel , l'impressione che si può avere è piuttosto buona; lo stile che identifica il gruppo è quello del power classico, lasciando però trasparire qualche spunto progressive, in particolar modo dalle voloci note della tastiera, che fungono da sostegno per una voce particolarmente convincente e per tutto il resto della strumentazione. Ma le note positive propriamente dette si esauriscono qui; dai due pezzi successivi, Blood Sacrifice e Evil Days la qualità del lavoro cala notevolmente, non in fatto di tecnica, ma in fatto di inventiva , in quanto lo stile ritorna al power metal classico, evidenziando particolari influenze da parte degli Stratovarius; tuttavia mancano terribilmente di personalità, con il pericolo che il lavoro svolto tenda a sembrare una vera e propria operazione di riarrangiamento, con l'aggravante della voce che, nonostante possegga un tibro apprezzabile, risulta non pienamente convincente e in certi casi addirittura invadente e fastidiosa.

Paradise
, quarta traccia del lavoro, si risolleva grazie ad un timbro più melodico; la voce recita la sua parte senza strafare, e i giri di tastiera rendono piacevole l'ascolto permettendo al platter di fare un passo in avanti per quello che riguarda la varietà del sound; tuttavia i riff, anche se ben eseguiti, non implementano nulla di nuovo, e daranno l'impressione di mangiare qualcosa già assaporato da giorni e giorni; un esperimento simile sarà ritentato in Northern Light, ma, purtroppo, con scarsi risultati. Stessa storia per Turn your Back On Me, alla quale viene implementato un elemento fin troppo classico, il coro, ben eseguito, ma assolutamente non esaltante e decisamente freddo. No Longer In Darkness, Take Your Way e Can't Love Everyone, invece, lascieranno totalmente indifferenti, in quanto prive di dovuta energia. Stay si distingue in questa steppa arida per essere una traccia che sa tanto di heavy metal classico; buona l'esecuzione e i riff, mentre la voce convince più che dalle altre parti, senza tuttavia eccellere. Chiude il cd Always, ballata melodica e cadenzata che non può mancare in ogni album power che si rispetti. Tuttavia la storia è sempre la stessa; nonostante il pezzo sia ben eseguito, saprà troppo di "già sentito", facendo rimpiangere Coming Home degli strato. Gli assoli, nel complesso, sono di buona fattura e ben elaborati, ma decisamente poco originali.

Alla fine di un sofferente ascolto, è evidente di come il bilancio di questo album non raggiunga la piena sufficenza; alcune sottigliezze posso far presagire una serie di buone idee che potranno un giorno essere sviluppate felicemente, ma da quanto sentito fin ora Evil Days è un album scontato e povero di personalità, che fa venir voglia all'ascoltatore di saltare le traccie per vedere se può trovare qualcosa di interessante; senza infamia ne lode, ma si può fare molto meglio.

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