Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Iacopo Fonte
Genere: 
Etichetta: 
Club AC30
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Daniel Anghede – voce, chitarra, basso
- Tomas Almgren – sintetizzatore, beat, programmazione

Tracklist: 

1. Empty City Lights (Radio Edit)
2. Revolvers
3. Empty City Lights (They Made Me Do It Remix)

Hearts of Black Science

Empty City Lights

Gli Hearts of Black Science sono una delle tante band del mondo che stanno emergendo dalla scena underground, grazie alla diffusione diretta e quanto mai rapida del loro materiale su MySpace. Una delle tante, ma di sicuro una delle migliori, dato che il duo scandinavo, formato da Daniel Anghede e Tomas Almgren, è riuscito già a organizzare diverse date tra Londra e Gothenburg, loro città natia. I due ragazzi, amici fin dall’infanzia, si sono ritrovati nella loro città della Svezia, dopo un distacco di sette anni, per il ritorno da Londra e Berlino di Tomas, avventuratosi nella carriera di regista di cinema horror. I due decidono dunque di iniziare una band che potesse dare vita a un pop malinconico, fortemente influenzato dalla darkwave anglo-scandinava di fine anni ’80. L’elettronica è dunque elemento basilare di questo primo EP, realizzato dalla rinomata londinese AC30; intitolato Empty City Lights, ci preannuncia un’uscita di lunga durata tra breve periodo – a quanto sembra Aprile – che testimonia quanto gli HOBS facciano sul serio e come abbiano i numeri per sfondare.

Il primo platter presenta intanto tre brani, per una durata complessiva di quindici minuti, in cui prendono vita melodie oscure a voci sfumate, in cui vengono evocati scenari metropolitani e corridoi bui di casermoni in cemento armato. Si tratta di ambientazioni fortemente suggestive, un invito a nozze per i cultori delle sonorità dark-pop, che non potranno non essere attratti dalla forte cadenza beat di Empty City Lights (They Made Me Do It Remix), fusa con tonalità di chitarra cristalline e onirici giri di tastiera. Le predominanti linee di basso ci rammentano con piacevole sorpresa il masterpiece generazionale Disintegration, firmato The Cure (1989), con in più un tocco alla This Empty Flow – vicini di casa degli HOBS, in quanto finlandesi –. Si rintraccia la loro influenza nelle tonalità vocali trascinate (effetto piuttosto trance) e rilassanti dell’eterea Revolvers, ballata romantica, appena straziante, che farà innamorare tutta Europa del sound dei due ragazzi scandinavi. In Attesa dunque del loro esordio completo, ci gustiamo una prima prova che ci riporta alla vecchia lezione dark, messa ora a frutto in modo originale, grazie alle nuove strutture armoniche dell’elettronica contemporanea.

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