Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Paolo Gregori
Genere: 
Etichetta: 
Massacre Records/Audioglobe
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Ricky Boon - chitarra
- Darren McLennan - chitarra
- Mick O'Neil - voce
- Ricardo Vozzo - batteria
- Daniel Wall - basso


Tracklist: 


1. Profile Unknown
2. The Inner Thread
3. Summoning the Eternal
4. Chrysalis Torn
5. Dark Bliss
6. Another Scar
7. The Voyage
8. Wisdom from the Flesh of the Fallen
9. Torpor (Bonus Track)

Harrowed, The

The Harrowed

Gli australiani Fury tornano a farsi strada nel mondo del Thrash/Death con un nuovo contratto in mano, quello stipulato con la Massacre Records, e con un nuovo nome, The Harrowed, titolo anche del loro nuovo album. Fondati a Brocken Hill dal chitarrista ritmico Ricky Boon, cieco ormai da alcuni anni, i The Harrowed hanno guadagnato una certa popolarità nella scena autraliana proponendo un Thrash semplice e diretto, guarnito con evidenti spunti Death e Melodeath, e dotato del giusto dosaggio di groove. Il sound della band deve moltissimo al lavoro svolto dal chitarrista Darren McLennan, che con i suoi riffs feroci e granitici spazia dal Thrash teutonico a quello d'oltreoceano, dall'old-school Death, al Melodeath. Un tocco moderno è conferito invece dal vocalist Mick O'Neil, che con il suo cantato urlato à la Max Cavalera di Chaos A.D., apporta un'impronta groove allo stile della band, arrivando persino a ricordare Phil Anselmo in diverse occasioni.

La prima traccia ci accoglie subito con uno dei riff più catchy dell'intero album, che non tarda a sfociare in una strofa di forsennato Thrash/Death, la quale a sua volta conduce a un ritornello melodico. Già la opener, Profile Unknown, quindi, riassume alla perfezione lo stile della band, proponendo una variopinta commistione di generi: l'asolo chiaramente influenzato dalla scena Melodeath di Gothenburg, le strofe più sbilanciate verso il groove, il ritornello che ricorda alcuni dei lavori migliori dei Death/Thrashers svedesi The Crown. Questa formula si ripete senza troppe variazioni per tutta la durata dell'album, continuando a deliziare l'ascoltatore con ottimi, e soprattutto freschi, riffs e a soli memorabili. L'ottimo lavoro svolto dagli axemen non è purtroppo comparabile con quello eseguito dalla sezione ritmica: il basso è praticamente inesistente, il drumming è banale e spesso irritante per la sua monotonia. Questa grave pecca rende talvolta le strofe noiose e tende a creare difficoltà nel distinguere le varie tracce. Fortunatamente, come già accennato, il riffing preciso, solido e allo stesso tempo molto catchy riesce a restituire al sound della band quel poco di originalità sottratta dalla mediocre performance del batterista. Una speciale menzione la meritano inoltre gli a soli, i quali, numerosi e mai scontati, creano dei godibilissimi intermezzi melodici tra le strofe aggressive e dirette. Sono proprio gli a soli più accurati e coinvolgenti che caratterizzano le tracce meglio riuscite del disco, come Dark Bliss, dotata anche di un lungo breakdown che invita senza mezzi termini all'headbanging più violento, The Inner Thread e Summoning the Eternal.

The Harrowed si configura quindi come un ottimo disco per chi ama un Thrash/Death che sia senza fronzoli, e che tuttavia non scada nell'atonalità o nella piattezza. Un album che, pur senza brillare per originalità o innovazione, riesce, anche grazie alla sua durata non esagerata, a non annoiare l'ascoltatore, ma, anzi riesce a coinvolgerlo con il suo carattere diretto. Non resta quindi che sperare, alla luce del nuovo contratto con la Massacre, che i The Harrowed non smettano di progredire nella loro evoluzione stilistica e che continuino, in particolare Ricky Boon, il quale, nonostante la cecità, non ha mai rinunciato alla sua passione, a farsi messaggeri di determinazione e sincero amore per la musica.


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