Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Matteo Mainardi
Genere: 
Etichetta: 
Virgin Records
Anno: 
2006
Tracklist: 

Disc 1:
1. Better Way
2. Both Sides Of The Gun
3. Engraved Invitation
4. Black Rain
5. Gather 'Round The Stone
6. Please Don't Talk About Murder While I'm Eating
7. Get It Like You Like It
8. The Way You Found Me
9. Serve Your Soul

Disc 2:
1. Morning Yearning
2. Waiting For You
3. Picture In A Frame
4. Never Leave Lonely Alone
5. Sweet Nothing Serenade
6. Reason To Mourn
7. More Than Sorry
8. Cryin' Won't Help You Now
9. Happy Everafter In Your Eyes

Ben Harper

Both Sides of the Gun

Quando si sente parlare di Ben Harper, si fa sempre un pò di fatica a inquadrare il suo genere musicale. Questo è dovuto al fatto che le influenze nei suoi brani, sono davvero svariate. Per questo motivo, riesce sempre a prendere una vasta fetta di pubblico che, solitamente, non rimane mai deluso dalle sue nuove uscite. Con questa settima release, si è addiritura in presenza di un doppio cd che, nonostante lo pensino i maligni, non è dovuto a una mossa commerciale, bensì ad una netta differenza tra le canzoni presenti nel primo cd da quelle presnti nel secondo. Molto probabilmente il titolo stesso Both Sides of the gun, fa riferimento proprio a queste due diverse facce della medaglia.

Dopo un breve ascolto, l'ascoltatore stesso può subito capire come il primo disco, sia caratterizzato da sonorità fortemente black, in cui si può facilmente trovare il seguito dell'album Diamonds on the inside; mentre nel secondo cd, sono fortissimi i rimandi al classico blues acustico e, senza dubbio, la sua nascita la dobbiamo all'esperienza gospel che Ben Harper ha avuto nell'incidere insieme ai Blind boys of Alabama l'album There will be a Light. Possiamo quindi dire che Both Sides of the Gun è un mix di generi diversi che, grazie all'abilità di Mr. Harper, vengono equilibrate e dosate al punto giusto senza sembrare troppo azzardate. All'interno del cd 1, si incomincia con Better Way che si può considerare un pò il continuo di With my Own Two Hands, sia per sonorità che per ritmiche, fino ad arrivare al testo stesso di protesta. Questa, però, è ancora più basata su ritmiche tribali e la chitarra è prettamente acustica. Ovviamente non mancano gli accompagnamenti di basso e piano che aiutano a coprire le frequenze lasciate libere dagli altri strumenti. Se invece si vuole orecchiare qualcosa di tipicamente Funkeggiante, bassa passare alla traccia successiva, Both Sides of the Gun. Le influenze, qui, potrebbero essere tantissime: voce di James Brown, organo da primi tempi di Ray Charles e chitarre stile Jamiroquai. Un pezzo carino e ben articolato. Con Engraved Invitation, sembra di essere catapultati indietro di 40 anni, dove nel panorama musicale non si faceva altro che parlare di Woodstock. L'atmosfera creata da questa song, è un pò quella; chitarra vintage con distorsione alla Jimi Hendrix e batteria accompagnata da maracas e tamburelli. Black Rain è, invece, il canto di protesta che Ben Harper ha deciso di indirizzare a George W. Bush per quanto è accaduto a New Orleans a causa dell'uragano Katrina. Nonostante il testo sia molto duro nei confronti del presidente americano, le melodie sono molto funky con l'appoggio, a tratti, di diversi tipi di archi. Per chi adora i brani vecchio stile dei primi album di Ben Harper, sarà contento nell'ascoltare Gather'round the Stone dove la parte principale è affidata alla chitarra che, inizialmente è acustica per poi fare dei piccoli passaggi in wha-wha. Jimi Hendrix ritorna ancora come guida principale e ritroviamo le sue sonorità in Please don't Talk About, in cui la chitarra è nuovamente vintage e appoggiata da una batteria non molto articolata ma ritmicamente incisiva e sostenuta. La breve intro di Get it like you Want, ricorda molto i Rolling stones degli anni d'oro e, in verità, tutta la song sembra marchiata dall'ombra del leggendario gruppo rock di Mick Jagger.

Passando al cd2, come detto precedentemente, sembra di ascoltare un disco completamente diverso dal primo. Innanzitutto le tracce qui presenti, sono sempre caratterizzate da un alone di malinconia che dona una sorta di magia straniante dalla realtà e, soprattutto, molta molta tranquillità nell'ascolto. Morning Yearning, si apre con intro di chitarra e accompagnamento d' archi. La voce stessa di Ben Harper, subisce un mutamento totale rispetto al cd1. Qui canta in modo davvero "leggero", sussurrando quasi le parole a differenza del primo disco dove venivano per lo più urlate. Waiting for You è il classico lento acustico che starebbe benissimo come colonna sonora per giovani amanti. Anche qui vi è la presenza massiccia ma non ingombrante, di archi vari. Per ascoltare qualcosa di leggermente diverso, bisogna passare a Sweet Nothing Serenade in cui si può sentire un bel pezzo strumentale capeggiato dalla chitarra acustica. Il brano in sè non è molto articolato, anzi, è piuttosto semplice ma viene eseguito in modo lineare e con tocco leggero che rende il tutto piacevole a chi vi presta orecchio. Reason to Mourn, richiama tantissimo il brano sopra citato Waiting for You, con la sola eccezione che qui vi è la presenza di un bridge con chitarra elettrica effettata di wha-wha. Le restanti canzoni, sono tutte molto simili, per impostazione, alle precedenti e solo in Crying won't Help you now, possiamo trovare una piccola differenza ovvero la presenza di un leggerissimo coro utilizzato come appoggio nel momento del ritornello.

Insomma, Both Sides of the Gun è davvero un album particolare soprattutto per aver voluto mettere insieme due dischi che non hanno nulla a che fare l'uno con l'altro. Nonostante le difficoltà nel fare ciò, sembra davvero riuscito l'intento del singer americano, dimostrandosi malleabile a diversi approcci musicali. Per capirlo appieno, però, bisogna già avere un'idea ben precisa su quali siano le linee principali su cui si muove Ben Harper, altrimenti si rischia di non avere un'idea chiara riguardo a che tipo di album sia Both Sides of the Gun.

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