Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Roberto Boasso
Genere: 
Etichetta: 
Silverstone Records
Anno: 
1993
Tracklist: 

1. She's a Superstar (05:01)
2. I Go Crazy (02:29)
3. Feels Like Rain (04:35)
4. She's Nineteen Years Old (05:40)
5. Some Kind of Wonderful (03:27)
6. Sufferin' Mind (03:30)
7. Change in the Weather (04:35)
8. I Could Cry (05:09)
9. Mary Ann (03:10)
10. Trouble Man (04:04)
11. Country Man (06:15)

Buddy Guy

Feels Like Rain

Tra gli ultimi arrivati dei bluesmen per così dire classici, Buddy Guy è sicuramente uno dei maggiori complici dell’integrazione del Blues fino alle stelle del Rock. Sulle scene, perlomeno quelle che contano, dai ’60, possiamo trovare il suo tocco chitarristico in Jimi Hendrix, Jeff Beck ed Eric Clapton, che, non sarà un caso, lo definisce “senza il minimo dubbio il più grande chitarrista vivente”. La causa? Una inimitabile reinterpretazione dei classicismi in chiave elettrica dove il feeling emotivo si interseca alla pluralità di sapori musicali: a dispetto dell’origine tutta fondata sullo stile di Chicago (siamo ai tempi del classico A Man And The Blues), con il passare del tempo, tra le note di Guy non si disdegna qualche incursione tra Rock, R&B e Soul pieni di enfasi e piuttosto lontani dal minimalismo tipico di un certo Blues.

È il caso di Feels Like Rain, datato 1993. Buddy Guy è sulla cresta dell’onda: due anni prima il suo Damn Right, I’ve Got The Blues ha vinto un grammy (Best Contemporary Blues Album) e ha mostrato il suo nome accanto a quello di Eric Clapton, Jeff Beck, Mark Knopfler, collaboratori attivi per buona parte del disco. Per qualcuno Guy comincia a essere più che un bluesman un semplice diversivo per “turisti provenienti dal rock”, ma si tratta comunque di un disco di Blues moderno ben più che riuscito. Il suo successore, Feels Like Rain, si lascia sedurre dal feedback così positivo e insiste, smorzando i toni più classicamente Blues del precedente, su un sound che pare, come dire, più ottimistico. È un pò un disco da rockstar, per intenderci. Tanto è vero che gli ospiti sono ancora una volta di prima scelta: Bonnie Raitt e John Mayall su tutti. Eppure Guy è sempre Guy, anche su territori un pò diversi dal solito. Mary Ann, di Ray Charles, è coinvolgente e ben ritmata, così come Sufferin’ Mind, di Guitar Slim, è uno slow blues toccante e prezioso, dai raffinati fiati e dalla suadente voce. La voce: Guy segue la tradizione dei suoi grandi predecessori, da BB King a John Lee Hooker, e non si limita a cantare tramite corde d’una chitarra senza coinvolgere quelle vocali, in una suprema esaltazione della passionalità.
E non si fa in tempo ad abituarsi a un nuovo magico Buddy Guy brillare sulla deliziosa Feels Like Rain (di John Hiatt), tra le sognanti note slide di Bonnie Raitt, che pronta si ripresenta la tradizione di Chicago firmata Muddy Waters, per una grandiosa reinterpretazione del classico She's Nineteen Years Old.

Feels Like Rain di certo non sarà il miglior esempio della personalità Blues di Buddy Guy, ma è sicuramente un’interessante svago per ascoltatori alla ricerca di musica piacevole. Vincitore anch’esso del grammy (ancora Best Contemporary Blues Album), propone al pubblico un Buddy Guy brillante e vivace, e, come sempre, incantevole entertainer.
 

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