Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Lorenzo Iotti
Genere: 
Etichetta: 
Armageddon Music/Audioglobe
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Peter - voce
- Dr. Uwe - chitarra
- Batterman - basso
- Schroderdone - batteria


Tracklist: 

1. Short Goodbye
2. Show
3. Burn The Radio
4. Light Your Fire
5.Your Finger
6. Ink Sukka
7. Ain’t Got Sound
8. Gimme Some Action
9. Engine Burning
10. Body Go Whooo
11. You Never
12. It Started Off Bad

Gutbucket

Gutbucket

I Gutbucket, band tedesca proveniente da Amburgo, arrivano alla loro terza pubblicazione, dal titolo omonimo, caratterizzata da una buona mistura di rock n’roll, indie e stoner; la band ripercorre infatti in parte le orme degli Eagles Of Death Metal, integrando riff scanzonati e rockeggianti con tratti di quel sound desertico e allucinato che caratterizza lo stoner rock, particolarmente presente nelle distorsioni di basso che ricordano gruppi come Kyuss e Queens Of The Stone Age. Questo sound fresco e coinvolgente è integrato dalla voce bassa e roca di Peter, che aggiunge un tono più grezzo alle composizioni, tutte piuttosto brevi e costanti nei loro ritmi.

Il risultato è a tratti ben riuscito, come testimoniano la opener Short Goodbye, cadenzata e dai tratti acidi, la successiva Show, brano più melodico e molto coinvolgente grazie ad un refrain diretto e facile da memorizzare, la veloce Burn The Radio, scanzonata nella sua costruzione indie, e Light Your Fire, dove predomina il lato stoner della band con distorsioni di basso pesanti, ritmi cadenzati e un ritornello ossessivo.
Si ritorna ad atmosfere più leggere con Your Finger, discreto brano molto rockeggiante ma non troppo incisivo, per poi arrivare a Ink Sukka, che stupisce per le distorsioni, la voce acida e sprezzante, i fraseggi acuti delle chitarre; un brano non del tutto riuscito, ma ricco di buoni spunti.
Un altro pezzo a tratti insolito è Ain’t Got Sound, che alterna momenti heavy che si ricollegano al brano precedente a ritmi scanzonati; discreta la successiva Gimme Some Action, caratterizzata da un buon ritmo e da un altro ritornello molto catchy, sebbene un suono più potente avrebbe di sicuro giovato alla sua riuscita. Veloce, scatenata e frizzante invece la seguente Engine Burning, molto Jet-style nei riff presi direttamente dal caro vecchio rock n’roll.
Fino a questo punto il risultato è buono, tutti i brani, ben riusciti o meno, sebbene legati da un tema musicale comune sviluppano ognuno nuove idee e variazioni; in conclusione troviamo invece tre brani piuttosto insulsi e anonimi, nei quali i Gutbucket finiscono per ripetere se stessi in modo piuttosto palese.

Ci troviamo dunque di fronte ad un disco discreto, ricco di ritmi coinvolgenti e di buone idee che però spesso non trovano una completa realizzazione; si spera che esse saranno migliorate in futuro, nel frattempo Gutbucket rimane un lavoro che non convince a pieno.

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