Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Raptures Asylum
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Ind – Voce
- Motor – Chitarre
- Slavij – Bass
- Grave – Batteria

Tracklist: 


1.Intro: verified 00:20
2.Devil's Eye 03:14
3.Open Up Entrails 03:20    
4.A Passage in the Sky 03:42
5.All Along the Runway 03:19
6.Powdering Squeeze 03:52
7.Wanting To Be Alone 03:18    
8. A Passage in the Sky (Remix) 05:20
9. Wanting To Be Alone (Remix) 05:49
* sezione multimediale con video, immagini e testi

Grenouer

Try

I Grenouer sono un quartetto proveniente da Perm, una delle più popolose ed industrializzate città russe, attivi fin dagli albori degli anni ’90 ed autori di diversi dischi: “Try” è un EP di sette pezzi (più due remix) che anticipa l’imminente quinto album “Lifelong Days”, pronto ad uscire a fine anno per un’etichetta ancora non definita.
Il suono di questi russi è facilmente inquadrabile come un Death Metal brutale e meccanicistico, in cui la potenza ritmica dei Meshuggah si lega a soluzioni melodiche vicine al Metalcore più pesante di gruppi come gli Heaven Shall Burn: è inoltre presente anche una certa componente industriale, elemento che potrebbe rendere “Try” un ascolto adatto agli amanti dei Fear Factory più violenti. Pur non presentando novità assolute, la proposta dei Grenouer è perlomeno capace di sviluppare ed aggiornare i suoni di un genere nato oramai venti anni fa: le soluzioni moderne e l’aura cibernetica che circonda molti pezzi (“Powedering Squeeze” in particolare) dimostrano come i quattro russi sappiano stare al passo coi tempi, e di come sappiano farlo con discreta abilità.

Il riffing massiccio e compatto, ma molto dinamico, di Motor (di nome e di fatto, verrebbe da dire...) è il principale artefice di questo risultato, mentre spetta al vocalist Ind il compito di dare la giusta varietà ai brani: e se è vero che il suo stile preferito è un growl cavernoso e potente, il lungocrinito frontman si fa notare anche per la capacità di adottare approcci ben diversi – “Open Up Entrails” utilizza voci filtrate e robotiche non dissimili da quelle dei Cynic di “Focus” mentre “A Passage in The Sky” è aggraziata da armonie di clean vocals che echeggiano le più patinate band Metalcore, mentre la già citata “Powderig Squeeze” combina i due stili (pulito e filtrato) per un risultato decisamente trascinante.
Sul finale di disco assistiamo ad un accentuarsi della vena sperimentale: “Wanting to Be Alone” utilizza stacchi atmosferici discretamente efficaci, seppure un po’ statici nelle parti di batteria (d’altronde, non tutti possono avere Sean Reinert dietro le pelli, e comunque il drummer Grave se la cava sufficientemente bene su terreni più brutali): a metà fra la calma introspettiva dei gruppi Techno-Death d’inizio anni ’90 e le atmosfere cyber-futuristiche del metal moderno, i Grenouer pongono le basi per le due bonus track di questa edizione. Gli ultimi due pezzi, infatti, sono due remix di stampo Techno, in cui potenti e groovy basi elettroniche, oltre alla consueta effettistica ‘sintetizzata’ trasformano brani Metal in canzoni che non sfigurerebbero sui più roventi dancefloor moscoviti o di San Pietroburgo, città in cui attualmente risiedono i Grenouer.

Buona prova dunque di questi ragazzi russi, band che dovrà essere tenuta d’occhio da parte di chi apprezza il Metal più moderno e futurista, e un Death che non rimanga ancorato a soluzioni già sentite: da parte loro, i Grenouer dovranno leggermente affinare il loro stile, sia migliorando la sezione ritmica, dotata di buone idee ma talvolta un po’ monotona, sia rimuovendo soluzioni semplicistiche o che sappiano di vecchio (poco efficace è “Devil’s Eye”) per concentrarsi su un perfezionamento delle buone idee mostrate da metà disco in poi.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente