Voto: 
7.4 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Genere: 
Etichetta: 
Regain Records
Anno: 
2010
Line-Up: 

Ola Lindgren - Vocals, Guitar
Fredrik "Fredda" Isaksson - Bass
Ronnie Bergerståhl – Drums   
 

Tracklist: 



1. Liberation 03:40 
2. Semblance In Black 04:20 
3. Dismembered Mind 06:05 
4. Ridden With Belief 04:06 
5. Conquerer 04:45 
6. Outcast 03:40 
7. Sexual Mutilation 04:02 
8. Bloodtrail 04:05 
9. Burial Ground 07:23

Grave

Burial Ground

Ormai da qualche tempo a questa parte i Grave sembrano aver abbandonato totalmente le influenze groove che tolsero carburante dal loro spirito e dai loro strumenti per gettarli a capofitto nello scioglimento. È dai tempi della reunion che i nostri Svedesi stanno sfornando una serie di album sempre migliori e sempre di più votati al ricreare quelle sonorità che loro stessi hanno contribuito a far nascere all’inizio degli anni 90. I tempi medi man mano sono venuti scemando nel corso degli anni per una ritrovata giovinezza e velocità che troppo era mancata agli appassionati. E così da Back From the Grave, il gruppo ha cercato pian piano di ritrovare la sua strada, non senza difficoltà poiché in alcune fasi la voglia di ritornare a suonare veloce, unita ad una registrazione che non rendeva giustizia al combo, ha fatto sì che il sound risultasse poco votato al caro vecchio death metal Svedese. Forse solo con Dominion VIII le cose si sono stabilizzate del tutto e grazie ad una registrazione finalmente soffocante, i Grave hanno potuto imboccare la strada giusta e tornare con questo Burial Ground.

Rispetto al suo già buono predecessore, l’ultimo pargolo nato dalla “Tomba” è persino più veloce, morboso ed irruente e per molti versi quest’album è forse quello che come stile si avvicina di più al comunque inarrivabile Into The Grave. Si inizia col botto per la veloce Liberation, song dal chiaro taglio thrash metal e dal facile ritornello (si tratta pur sempre di death metal comunque). La produzione, come possiamo notare non si distanzia molto da quanto fatto sull’album precedenza ma forse acquista un po’ di più di nitidezza, soprattutto se analizziamo il suono della batteria. Si prosegue con le sfuriate coinvolgenti di Semblance in Black alternate a sezioni di un doom mortifero, prontamente riprese da Dismembered Mind. Le linee soliste gettano quell’impronta lugubre da opporre a ripartenze improvvise grazie ai classici riffs con distorsione a motosega. Il growl possente e malato dà il meglio di sé quando deve stare dietro ai ritmi forsennati di  Ridden With Belief mentre troviamo un maggiore propensione al groove con i riffs rocciosi ed il tappeto di doppia cassa di Conquer.

Per gli appassionati della velocità ecco che Outcast e Sexual Mutilation potranno soddisfare i vostri palati grazie ai loro quasi continui up-tempo ed alcune, classiche parti doomeggianti a metà durata per ricreare un po’ di atmosfera. La lugubre marcia a base di doppia cassa di Bloodtrail ed il suo grovve arrembante nascondono uno special guest di tutto rispetto che dà il suo contributo alla fase solista: Karl Sanders. Il disco arriva presto alla fine con una sorpresina poiché la title-track posta in chiusura è puro doom metal grazie a note strazianti e ad un’ aura mortifera che conferma la bontà di questo ultimo sforzi degli ormai rinati Grave. Pur non trattandosi di un lavoro eccelso, complici anche alcune somiglianze tra le tracce, Burial Ground si lascia ascoltare molto bene e a mio modesto parere esso annovera alcune tra le composizioni migliori degli ultimi tempi da parte del gruppo.  
 

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