Voto: 
7.7 / 10
Autore: 
Ragnar
Genere: 
Etichetta: 
GUN Records
Anno: 
1997
Line-Up: 

- Chris Boltendahl - voce

- Uwe Lulis - chitarra

- Tomi Göttlich - basso

- Stefan Arnold - batteria




Tracklist: 

1. The Brave

2. Scotland United

3. The Dark Of The Sun

4. William Wallace (Braveheart)

5. The Bruce (The Lion King)

6. The Battle Of Flodden

7. The Ballad Of Mary (Queen Of Scots)

8. The Truth

Grave Digger

Tunes Of War

Molti potrebbero trovarsi in disaccordo leggendo “Heavy Metal” come genere, e una valida ragione c’è. Quest’album altro non è che il primo di una trilogia (peraltro riuscita alla perfezione) di carattere medievale. Dunque potremmo definirlo come un Heavy Metal di carattere storico, che io mi sento in diritto di chiamare Epic a pieno titolo.
Innanzitutto vediamo di che parla l’album. L’ambientazione è quella delle Highlands scozzesi, e l’epoca è quella delle interminabili lotte tra Scozia e Inghilterra, con quest’ultima intenzionata a sottomettere con la forza il popolo scozzese. Di conseguenza l’intero album sarà incentrato sull’orgoglio degli Scotti che combattono per la propria terra (estremamente esemplificativa in merito è The Clansman degli Iron Maiden, per citare qualcuno di famoso, ma non si contano i gruppi locali), ed ogni canzone va a toccare ogni singolo evento o personaggio di rilevanza di quest’epoca. Ad esempio, troveremo canzoni che parlano di William Wallace o di Maria Stuart, piuttosto che della battaglia di Flodden o di quella di Falkirk. In buona sostanza, un manuale di storia.
Mi sembra opportuno, dopo i contenuti, spendere due parole anche sulla qualità del CD a livello musicale. La voce innanzitutto è molto efficace, Chris riesce a dare il massimo con questa performance: il cantato è quasi urlato, ma sempre piacevole, il timbro è alto e spesso Chris si esibisce in parti in falsetto che sono veramente ai massimi livelli. I ritornelli sono quasi sempre, tranne rare eccezioni, cantati in coro. Anche il lavoro della chitarra è ineccepibile: i riff che si susseguono uno dietro l’altro odorano di sano Heavy Metal, e conferiscono una enorme potenza a tutto l’album. Anche gli assoli poi sono di prima qualità. In secondo piano passano il basso e la batteria, che pur non perdendo la loro importanza, vengono sensibilmente meno enfatizzati. Da segnalare poi è la presenza di strumenti “originali”, prima fra tutti la cornamusa, che contribuiscono perfettamente a rendere l’atmosfera delle Highlands.

L’intro, The Brave, consiste nell’Inno Nazionale Scozzese riarrangiato in chiave metal da Chris e soci. L’inizio è solo in cornamusa, e successivamente si inseriscono, in modo graduale, la chitarra, la batteria e il resto degli strumenti. Senza interruzione si passa alla prima canzone vera e propria del CD, Scotland United, che senza aspettare un istante parte veloce e potentissima, a inneggiare al nazionalismo antinglese. Il ritornello, in coro, esprime al meglio questa sensazione.
La terza traccia è The Dark Of The Sun. La canzone in generale, come lascia immaginare anche il titolo, è abbastanza oscura. I riff che accompagnano una voce strana sono abbastanza cupi, e anche nei cori del ponte si riscontra un non so che di maligno. Il testo parla del tentativo di invasione della Scozia da parte del re della Norvegia Haakon I e della resistenza scozzese. In ogni caso,oggettivamente, la canzone è molto bella.

Finita questa, troviamo una delle canzoni principali del CD, William Wallace (Braveheart). L’introduzione è lasciata a un lento e sapiente riff di chitarra, leggermente malinconico (non dimentichiamo che alla fine Wallace, tradito, fu catturato dagli Inglesi e ucciso), che lascia spazio a una botta di velocità e potenza, a cui si adegua perfettamente la voce. Il ritornello, invece, cambia totalmente, è qualcosa di molto piacevole, quasi idilliaco, per niente urlato, che serve a determinare la contrapposizione tra la grandezza di una leggenda, che viaggia immortale per i campi di battaglia, e la fragilità del semplice uomo che c’è dietro, con le sue paure e incertezze, che potrebbe morire da un momento all’altro. Eccezionale.
Dopo Braveheart è il momento di un altro personaggio fondamentale dell’epoca, Robert “The Bruce”. Il titolo, infatti, è The Bruce (The Lion King). Si tratta di una canzone lenta e guerresca, con riff pesanti e marziali. La sensazione generale, esaltata nel ritornello, è quella della grandezza del re, che avanza inarrestabile.
Non male la seguente traccia, The Battle Of Flodden. Molto bello il ponte e particolare il ritornello cantato in parte in falsetto.

Una menzione particolare va fatta per The Ballad Of Mary (Queen Of Scots). Si tratta di una semi-ballad, diversa da tutto il resto dell’album. E’ lenta, melodica e assolutamente priva della potenza che caratterizza il resto delle canzoni.
Personalmente la vedrei meglio cantata da una donna, ma ciononostante Chris da del suo meglio per mantenere al massimo la leggerezza di questa canzone, il cui testo sostanzialmente altro non è che un monologo di Maria Stuart, la regina degli Scotti, durante la prigionia in Inghilterra, che terminerà con la sua condanna a morte per la (presunta) implicazione nel complotto di Babington. Triste e malinconica.
Molto bello il ritornello di The Truth, resta in mente molto facilmente ed è facile trovarsi a cantarlo senza accorgersene. Molto buono anche il lavoro di chitarra. La canzone parla degli effetti della riforma e del fanatismo religioso da entrambe le parti, sia quella romana che quella luterana.
Segue Cry For Freedom (James The VI), pezzo discreto, molto veloce, che, come suggerisce il titolo, parla di Giacomo I, figlio di Maria Stuart, che fu contemporaneamente re di Scozia e d’Inghilterra, e tentò invano un’unificazione dei due regni. (In merito vorrei segnalare che nel titolo si trova un refuso, difatti il re in questione è Giacomo I e non VI)
Molto epica è Killing Time, specialmente nel secondo ritornello (“Killing time-Kill the tyrant He must die”) Siamo ora giunti al pezzo forte dell’album, la canzone che rimarrà nella memoria dell’ascoltatore vita natural durante e che ormai è l’inno dei Grave Digger più epici. Rebellion (The Clans Are Marching) è qualcosa di veramente memorabile. La voce è perfetta, la chitarra superba negli assoli, nelle ritmiche, in tutto. Le cornamuse sono grandiose, specialmente l’assolo che parte a metà canzone. I cori, lenti, sono veramente in grado di esaltare in una maniera paurosa, per cui non posso fare a meno di trascrivere il ritornello:

THE CLANS ARE MARCHING ‘GAINST THE LAW
BAGPIPERS PLAY THE TUNES OF WAR
DEATH OR GLORY I WILL FIND
REBELION ON MY MIND


State certi che questa canzone vi farà sentire parte dei Clan in rivolta.
L’ultima canzone, Culloden Muir, non particolarmente brillante, narra della battaglia svoltasi nell’omonima località. Per la precisione si trattò dell’ultima battaglia della Scozia indipendente. Infatti, dopo questa sconfitta, la Scozia entrò definitivamente a far parte dei domini inglesi. La canzone segna quindi il tramonto di un popolo libero.
Il malinconico outro, The Fall Of The Brave, conclude questo viaggio propostoci dai Grave Digger. Sostanzialmente questo CD è musicalmente molto buono, ricchissimo di contenuti e di storia, ragion per cui consiglierei a tutti gli amanti della buona musica e in particolare dell’Epic, ma anche a tutti coloro che sono appassionati della storia scozzese, l’acquisto del CD.

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