Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Etichetta: 
Inside Out/Audioglobe
Anno: 
2006
Line-Up: 

- John Payne - voce, basso, chitarra
- Guthrie Govan - chitarra
- Jay Schellen - batteria, percussioni
- Ryo Okumoto - tastiera


Tracklist: 

1. Window To The Soul
2. New Jerusalem
3. Heaven Can Wait
4. Written On The Wind
5. I Believe In Yesterday
6. The Objector
7. All My Life
8. Gold
9. Since You've Been Gone
10. Taken Dreams

GPS

Window To The Soul

Per quindici anni John Payne ha raffigurato una delle voci più melodiche e potenti dell’AOR nel suo impegno costante con i celebri Asia di Geoff Downes: tuttavia, quando quest’ultimo, nel 2005, ha deciso di riunire la vecchia line-up degli Asia, Payne ha dovuto rinunciare al progetto in cui militava anche come bassista e ha fondato i GPS, cercando delle attitudini stilistiche ben diverse da quelle affrontate nell’esperienza precedente.
Circondatosi di tre abili musicisti, tra cui spicca il nome dell’eccezionale tastierista degli Spock’s Beard Ryo Okumoto (consigliato dalla stessa Inside Out), Payne ha dato avvio ai GPS con il debut album Window To The Soul, un’opera che riscopre le attitudini Progressive del musicista attraverso dieci episodi parecchio validi in quanto a struttura e soluzioni sonore.

Il sound certamente si è ispessito rispetto alle composizioni degli Asia e il cantante si affida non solo agli efficaci giochi realizzati dalla sua voce espressiva e tuonante, ma anche alle parti di chitarra e di basso, da lui stesso eseguite: ne è una prima dimostrazione la title-track che apre il disco, a tratti sospesa negli aloni d’organo e a lungo scandita dalle irruenti sezioni di chitarra distorta. Stupendo poi è il secondo capitolo, il lungo New Jerusalem, debitore dei timbri degli Ottanta e votato ad una maestosa melodia: non mancano assoli e parti più atmosferiche d’organo, che riescono a creare un feeling Progressive fresco e soave. Allo stesso si modo si può parlare di Heaven Can Wait, altrettanto ben delineata e percorsa dalla voce di John, capace di far rabbrividire gli ascoltatori adattandosi ad un contesto spalmato ma compatto nella sua direzione.
Non mancano passaggi acustici come la ballad Written in the Wind, dove Payne è supportato da piacevoli cori di sottofondo e da un accompagnamento strumentale di pregevole fattura: Okumoto conferisce modernità e personalità al sound in ogni brano, attraverso soluzioni sempre gradevoli da ascoltare ed innovative. L’album è una carrellata di splendidi pezzi Progressive Rock, tutti in grado di equilibrare melodie ad un mood più forte, distensioni a ben preparate aperture sonore: esempio calzante è The Objector, molto legata ad un sound Spock’s Beard e The Flower Kings, che affascina e attrae grazie agli effetti impiegati da Payne e compagni.

E’ consigliato pertanto l’acquisto di questo lavoro d’esordio di musicisti esperti e tecnicamente preparatissimi quali quelli presenti nella line-up dei GPS: John Payne dimostra di essere un song-writer veramente valido, presentando una realizzazione interessante e vivace, che desterà l’attenzione di tutti gli appassionati del Progressive e del Rock più melodico. Aspettiamo quindi il tour che i GPS programmeranno per la promozione di Window To The Soul, sperando in una loro esibizione italiana che permetterà di mostrare la qualità di una musica ben calibrata in tutte le sue parti e capace di trascinare.

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