Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Emanuele Pavia
Genere: 
Etichetta: 
Olympic Records
Anno: 
1998
Line-Up: 

- Luc Lemay - Voce, Chitarra
- Steeve Hurdle - Chitarra, Voce
- Steve Cloutier - Basso
- Patrick Robert - Batteria

Tracklist: 

1. Obscura
2. Earthly Love
3. The Carnal State
4. Nostalgia
5. The Art of Sombre Ecstasy
6. Clouded
7. Subtle Body
8. Rapturous Grief
9. La Vie Est Prelude... (La Mort, Orgasme)
10. Illuminatus
11. Faceless Ones
12. Sweet Silence

Gorguts

Obscura

Quando si formano nel 1989 a Sherbrooke (Quebec) per opera dei chitarristi Luc Lemay e Sylvain Marcoux, del bassista Éric Giguère e del batterista Stephane Provencher, i Gorguts sono solamente una delle tante band americane stregate dall'esplosione della scena death metal floridiana: la prima demo autoprodotta ...And Then Comes Lividity (1990) e il debutto su full-length con Considered Dead (Roadrunner Records, 1991) mostrano un complesso ancora immaturo e strettamente legato allo stile e ai clichè introdotti nel genere da lavori seminali del calibro di Leprosy, Slowly We Rot e The Ten Commandments, nonché fortemente in ritardo rispetto ai maggiori lavori in ambito metal di quegli anni.
Ma il successivo tour del 1992 nel Nord America, a fianco di Cannibal Corpse e soprattutto degli Atheist (il complesso più avanguardistico nell'ambito death metal del tempo), permette ai Gorguts di maturare come band e di allontanarsi dagli stereotipi del genere, giungendo nel corso degli anni '90 a coniare uno degli stili più unici, innovativi e distruttivi di tutta la storia del metal.

Già nel 1993 un primo traguardo per la crescita musicale del gruppo si ha con il secondo full-length The Erosion of Sanity, pubblicato sempre per la Roadrunner Records, che rivedeva le solite granitiche sfuriate death metal dell'esordio sotto una luce un po' più sofisticata, non solo per via di una tecnica strumentale maggiormente elaborata da parte del quartetto ma anche per via dell'utilizzo di soluzioni leggermente meno canoniche (oltre agli arrangiamenti di pianoforte, ai cambi di tempo impensabili, in particolare, la personale tecnica chitarristica di Luc Lemay, a base di armonici artificiali e riff dissonanti). Alla pubblicazione di The Erosion of Sanity segue quindi un tour promozionale in Europa che vede anche i primi importanti cambi di line-up: Marcoux e Provencher vengono sostituiti per le esibizioni live rispettivamente da Steve McDonald, batterista dei Sadistic Vision, e da Steeve Hurdle, chitarrista dei Purulence, mentre Giguère era stato rimpiazzato dal ben più dotato Steve Cloutier già prima della release di The Erosion of Sanity.
Ma il 1993 segna anche l'inizio della crisi del movimento death metal, da un punto di vista commerciale oltre che qualitativo: per questo, una volta di ritorno dall'Europa, la band viene licenziata in tronco dalla Roadrunner Records, che preferisce puntare su act già avviati come Fear Factory e Sepultura piuttosto che continuare a supportare un complesso minore e di poca fama quale i Gorguts.
Ciononostante, Luc Lemay prosegue con la sua carriera musicale: non solo continua la sua attività con il gruppo, cominciando a comporre già dall'estate del '93 alcuni pezzi per un nuovo album, ma a partire dallo stesso anno prende anche lezioni di violino al conservatorio, esperienza che maturerà notevolmente il suo stile compositivo.
La pubblicazione dell'album però non va in porto fino al 1998: prima difficoltà nel trovare una label disposta a produrli (la Red Light, con cui avevano firmato dopo la fine con il contratto con la Roadrunner, fallisce intorno al '94, mentre le successive trattative con la Hypnotic non vanno a buon fine), e poi l'abbandono di McDonald dopo il trasferimento del gruppo a Montreal nel 1995, bloccano il progetto Gorguts per circa un anno, finché Patrick Robert, batterista di formazione jazz, entra nel gruppo in pianta stabile.

Riformata così la line-up, i Gorguts decidono di occuparsi da soli della produzione del loro album senza perdere ulteriore tempo: con il supporto dell'amico Pierre Remillard (chitarrista per gli Obliveon nonché già producer di ...And Then Comes Lividity) il quartetto registra il suo terzo lavoro in studio nell'estate 1997.
Obscura viene pubblicato solo un anno più tardi, il 23 giugno 1998, ma l'estenuante ritardo subito per la sua realizzazione permette al gruppo di espandere notevolmente i propri orizzonti stilistici: l'album è infatti uno dei lavori più indecifrabili di tutto il panorama metal, un trionfo di composizioni alienanti e dissonanti al limite del cacofonico (opera prevalentemente di Steeve Hurdle e, in misura minore, di Cloutier e di Lemay), che estremizzano la fusione di jazz e death metal pionierizzata dagli Atheist di Unquestionable Presence aggiornandola con l'esperienza del funereo post-sludge apocalittico dei Neurosis, del robotico metal industriale dei Meshuggah e del fragore alienante del nu-metal dei Korn, senza dimenticare comunque la lezione delle evoluzioni cervellotiche dei King Crimson, del free-jazz europeo più astratto degli anni Sessanta e anche delle recenti evoluzioni math-rock dei Don Caballero. Destrutturando ogni stereotipo del death metal sotto la lente dei risvolti della musica estrema degli anni Novanta, i Gorguts danno vita a un album granitico, opprimente e claustrofobico, che si pone in netto contrasto sia con le produzioni old-school di Scott Burns sia con quelle più moderne dell'avant-garde metal massimalista di fine Novecento.
D'altra parte, nei cinque anni trascorsi dalla pubblicazione di The Erosion of Sanity, Lemay non solo è maturato notevolmente come musicista e compositore grazie agli anni di studio accademico (nel 1996 intraprende infatti studio di composizione in conservatorio), ma ha anche riunito sotto il moniker Gorguts uno dei set di talenti più eclettici di tutto l'ambito estremo, che rendono Obscura non solo un disco estremamente denso concettualmente ma anche formalmente sofisticato: le costruzioni chitarristiche di Lemay si fanno sempre più schizzate e cerebrali, obliando totalmente i clichè dei riff death metal più tradizionali, rifacendosi più all'assordante sassofono di Peter Brötzmann piuttosto che a Trey Azagthoth (di cui, tuttavia, rimane una consistente influenza nella fase solistica), mentre Cloutier e Robert costituiscono insieme una delle basi ritmiche più variegate e intelligenti di tutta la musica estrema, capace di lanciarsi in blast-beat degni del miglior Pete Sandoval così come costruire pattern intricati di ispirazione jazz (e qui è tangibile l'influenza che un'accoppiata ritmica come quella costituita da Roger Patterson e Steve Flynn ha esercitato sulla musica dei Gorguts).

Degno manifesto del sound di tutta l'opera, la title-track apre Obscura con un'orgia di riff brutali e dissonanti, assoli atonali in tapping e distruttive costruzioni ritmiche di batteria, su cui troneggiano infine le urla torturate di Lemay (che abbandona il growl gutturale più tradizionale dei primi due full-length in favore di uno scream sofferto e raccapricciante): in questo baccanale di metal free-form non è concesso spazio ad alcun tipo di appiglio melodico, poiché anche i fraseggi che dovrebbero rappresentare un momento di sollievo tra le deflagrazioni brutali e disarmoniche suonano come deviati, alieni e terrificanti. Nemmeno gli interventi di viola nella successiva (ed egualmente devastante) Earthly Love ricercano sonorità più melodiche o suadenti, sfoggiando di contro fraseggi sghembi e orientaleggianti in linea con gli insegnamenti della scuola di John Cale che si sposano in modo sorprendente con gli stridii ritmici delle chitarre.
In una versione deviata dei Morbid Angel di Domination, in The Carnal State i Gorguts si abbandonano a cadenze annichilenti e a voli pindarici della base ritmica, sempre adrenalinica e dinamica, in un climax distruttivo che raggiunge il primo vertice nella successiva Nostalgia, un assalto sonoro di proporzioni catastrofiche giocato tra angoscianti schemi di solo basso e batteria e gorghi cacofonici di chitarre, sormontati da una delle prove vocali più strazianti di tutto il full-length. Riprendendo il discorso di cacofonia atonale, distorsioni disturbanti e ritmi impazziti applicati al death metal dei Morbid Angel con The Art of Sombre Ecstasy, Obscura giunge quindi all'apice di devastazione psicologica con il massacrante tour de force di Clouded, una tempesta di lento e inesorabile doom/death metal tra Black Sabbath, Godflesh e Neurosis che paradossalmente, pur essendo la meno schizofrenica di tutto il platter (solamente l'assolo si pone in qualche modo in continuità con il resto dello stile di Obscura) è proprio quella in cui più si respira l'atmosfera di decadenza e crollo mentale cui l'album sembra dedicato.
La seconda metà di Obscura prosegue quindi con una certa omogeneità stilistica rispetto alla prima parte, continuando a smantellare le coordinate death metal sotto poderosi assalti ritmici e armonie degenerate (Subtle Body, Rapturous Grief e soprattutto l'atroce Faceless Ones), giungendo infine alla reinterpretazione in chiave psicotica degli Atheist in La Vie Est Prelude... (La Mort, Orgasme) e all'assordante Illuminatus, forse l'episodio più oltranzista di tutto il lavoro. I Gorguts firmano la conclusione dell'album con il secondo capolavoro del full-length, ovvero la strumentale Sweet Silence, a cavallo tra aliene armonie orientali, costruzioni cerebrali degne di Robert Fripp e mura impenetrabili di accordi di chitarra, che si spegne lentamente infine con un lungo minuto di profondi riverberi oltretombali.
Nonostante i sessanta minuti dell'album rendano estenuante l'ascolto del lavoro (che spesso cede a momenti di rumorismo e sperimentazione un po' troppo autoindulgenti), le soluzioni intraprese dai Gorguts per la realizzazione di Obscura sono estremamente radicali e in netto contrasto con le evoluzioni che il death metal stava abbracciando già verso la fine degli anni Novanta (che porteranno infine a una totale aridità del genere nei Noughties, dovuta a una interpretazione superficiale di nuove band emergenti del death metal tecnico degli Atheist e all'emulazione di album come Focus e The Sound of Perseverance), e pongono un nuovo modo di concepire tutto il genere. Chi negli anni vorrà proseguire sulla scia del death metal senza scadere nei soliti clichè di tecnicismi autoindulgenti e armonie progressive metal facilone dovrà per forza rifarsi ai Gorguts di questo lavoro: Obscura pone di fatto le basi per tutto il post-death metal di Portal, Mitochondrion e Ulcerate, rappresentando così una delle più importanti pietre miliari del genere nonché uno dei lavori più influenti per il metal estremo del nuovo millennio.

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