Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Alessandro Mattedi
Etichetta: 
Mute
Anno: 
2000
Line-Up: 

- Alison Goldfrapp - vocals, keyboards, synths
- Will Gregory - keyboards, samplings, synths
 

Tracklist: 


1. Lovely Head
2. Paper Bag
3. Human
4. Pilots
5. Deer Stop
6. Felt Mountain
7. Oompa Radar
8. Utopia
9. Horse Tears

Goldfrapp

Felt Mountain

Alison Goldfrapp, una donna capace di far parlare molto (e a lungo) di sè. In quella patria del trip hop che è Bristol, collaborò fin da giovane con Tricky, di cui è ospite nell'album Maxinquaye e nel tour seguente. Collabora anche con gli Orbital per Snivilisation e con nomi come Add N to X . Dopodiché, Alison inizia a comporre per conto proprio delle canzoni, finché una cassetta giunge a Will Gregory, compositore di colonne sonore cinematografiche, che rimane ben impressionato dal demo e decide di dare vita ad un progetto con la cantante. Così, aiutati anche da Adrian Utley dei Portishead e John Parvish, produttore di PJ Harvey, si formarono i Goldfrapp.

Dopo alcuni brevi esperimenti fra musica classica, pop francese e soundtrack, la Mute Records, già etichetta di nomi storici come Depeche Mode e Nick Cave, rimane positivamente colpita da loro, sicché decide di fargli firmare un contratto. E così gli inglesi debuttano nel 2000 con Felt Mountain, con il quale ricevono grandi riconoscimenti che in seguito, nel loro percorso musicale, diverranno feroci critiche, ma per ora soffermiamoci sull'esordio.
La loro musica è un pregiato mix di elettronica, ambient, synth e in misura minore dream pop, ma nelle atmosfere si ritrova un certo disagio e alcune tonalità da spy-stories derivate dal trip hop portisheadiano; e infatti possiamo citare come forte influenza per il mood malinconico e decadente il gruppo di Beth Gibbons & soci, rispetto ai quali i Goldfrapp assumono una dimensione da ambiente non più urbano, bensì trasferito a riprodurre le atmosfere di uno scenario naturale, ad amalgamarsi con sonorità sempre malinconiche, ma più dolci e dense.
Questa influenza per attitudine e atmosfera, comunque, non va fraintesa inserendo a forza i Goldfrapp del primo disco nel calderone trip hop, perché mancano tutti quegli elementi distintivi come l'hip hop, il turntablism, il dub ecc. da questo punto di vista fondamentale l'album non trip hop, nonostante la stampa musicale inglese li inquadrò ugualmente nel filone all'epoca (per via della provenienza del gruppo, per le collaborazioni passate di Alison e per queste atmosfere retrò).

Felt Mountain è un disco molto atmosferico ed elettronico, il ruolo degli altri strumenti è minore rispetto a quello delle tastiere, ed il risultato coinvolge pregiate sonorità noir così come altre piccole variazioni di classe con sporadici pianoforti e violini, assieme anche ad arrangiamenti certosini che a volte lasciano trasparire un po' di influenza dal dark cabaret. La voce di Alison è tenue, malinconica e sensuale.
Aggiungete un tocco di Bjork, e la passione dichiarata dai membri per Ennio Morricone, la Nico più metafisica, John Barry e la musica classica. Ed infine condite il tutto con piccole chicche esterne come la registrazione effettuata in un casolare in montagna e la copertina tetra, scelta appositamente da Alison per ricreare il paesaggio e le atmosfere che intendeva rappresentare nell'album: si ottiene un lavoro fortemente denso, evocativo ed anche a suo modo onirico.
Il campionario di influenze che toccano i Goldfrapp da vita ad una miscela compatta ma al tempo stesso fluida, che scorre ricreando uno stile personale e omogeneo, dotato di grande espressività sonora. Sono queste le caratteristiche che permisero a Felt Mountain di soddisfare appieno pubblico e critica, al punto da ricevere la nomination per il Mercury Music Prize.
Alison è il fulcro del gruppo, una cantante decadente e ricca di fascino misterioso nella sua voce. Il suo carisma le conferisce grande spessore e profondità; per via di alcune particolari sensazioni suscitate dalla musica dei Goldfrapp, e di efficaci costumi utilizzati nei live, qualcuno la definì una "folletta", oscura e misteriosa, altri la paragonano ad una sirena, o a una ninfa. In ogni caso, il suo charme le permise di guadagnarsi la stima di Peter Gabriel (che la contattò per collaborare al suo album Ovo), numerosi riconoscimenti e di essere considerata come una "vestale dei boschi" che scende fra gli uomini per cantare con malinconia e fascino, lasciando che l'ascolto venga cullato dalla musica e generando un rapporto con gli strumentisti che da a Felt Mountain un aspetto intenso e teatrale.

Lovely Head, nota per aver fatto da sottofondo nello spot di una nota marca automobilistica, catapulta direttamente all'interno dell'album: dense note di tastiera riempiono lo sfondo cupo della canzone, rievocando a tratti le atmosfere da spy-stories tanto care ai Portishead, mentre fischi malinconici si alternano a synth "ululanti" e alla voce calda e profonda di Alison.
Paper Bag è un viaggio malinconico fra tastiere ambientali e tenui chitarre acustiche, per rappresentare la passionalità non corrisposta e il dolore che ne consegue: la visione evocata dalla musica dei Goldfrapp è ricca di pathos, e fra la melanconicità che può suscitare vi è anche un pizzico di drammaticità, come nel fitto noir di Human, affidata ad un violino che raggela e ad una sezione ritmica che, fra il basso angosciante e le percussioni, riesce a catalizzare il risultato dato da tastiere ed effettistica.
Con Pilots invece la sensazione è maggiormente incentrata sulla tristezza, con le consuete tastiere di sottofondo arricchite da un particolare suono campionato che sembra quasi piangere. La tenue ballad sofferta viene espansa nel suo mood tipico con Deer Stop: Alison quasi sussurra con sè stessa nella sua prova vocale, accompagnata dai violini e dai piccoli giri di tastiera, mentre i suoi vocalizzi strazianti si lasciano ogni tanto filtrare per conferire maggiore risalto nell'esprimere sofferenza.
La titletrack è più onirica, sempre molto fumosa ma anche con un pizzico di dolcezza, come se Alison camminasse in un pineto di montagna per portare la sua voce e le sue canzoni a far risaltare l'aria di una foresta cupa, un po' solitaria, sprigionante malinconia e nostalgia.
La splendida Oompa Radar è molto curiosa, basandosi su di un motivetto da circo itinerante che mantiene nelle sue note un qualcosa in contrasto con l'aria di allegria che ci si aspetterebbe normalmente, certamente contribuiscono anche gli sprazzi di tastiere atmosferiche e la voce sensuale di Alison a rendere un po' visionaria la fanfara. Ma il raffinato scenario naturale ottiene il suo picco con il prossimo brano.
Utopia è un capolavoro di ethno/ambient misto ad oscurità mutuata dal trip hop, un'intensa miscela di suoni e probabilmente quello che è il pezzo migliore dell'album, che fa eco alle sterminate distese innevate di una montagna e alla limpidezza degli alberi bagnati dalla rugiada.
Infine, abbiamo in Horse Tears un "canto d'addio" noir dove il piano e l'hammond aumentano i richiami retrò e si mescolano agli effetti più moderni e al violino classico, come già spesso nel corso del disco, ma ora in maniera particolarmente vissuta. O forse, ad amplificare le sensazioni suscitate, è il fatto che si percepisce che quello che sta finendo è il sogno passato fra le foreste cupe e malinconiche di Felt Mountain, un po' come quando un crepuscolo suscita un maggiore fascino perché ammirato in un paesaggio meraviglioso. Questo paesaggio lo possiamo incontrare immergendoci nella natura magica di Felt Mountain, preziosamente unita anche ad elementi della modernità. E, in fondo, un pizzico di atmosfere incantate nella musica dei Goldfrapp c'è.

Così si conclude il debutto di un'icona, Alison Goldfrapp, affascinante regina notturna dei boschi immersa in un desolante ambiente moderno, voce oscura e nostalgica di questa epoca e testimone delle sue emozioni. Successivamente, i Goldfrapp sarebbero virati di molto dalla loro proposta musicale, imboccando con Black Cherry un sentiero di synth ed electro-clas fortemente orecchiabile in cui Alison mutava il proprio stile in uno più glam e "glitteroso", e i fan rimasero fortemente delusi, tanto era opposto questo cammino al fascino magico e misterioso di Felt Mountain e alle sue atmosfere dense di evocatività e di malinconia.

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