Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
A. Giulio Magliulo
Etichetta: 
New Alliance
Anno: 
1992
Line-Up: 

- Charlie Nakajima - vocals
- Kurt Fedora - bass
- George Berz - drums
- Sean Keefe - guitar
- Tim Aaron - guitar

Tracklist: 


1. Nomad Lust
2. Embryo
3. Where's the fire..
4. Headbanger (windshield) 
5. Seed 
6. Sadist
7. Sintax 
8. Shotgun 
9. Death 

Gobblehoof

Freezerburn

Agli albori degli anni ottanta, l'antipatico J. Mascis (che ancora non è diventato il Neil Young dell'indie rock) si fa accompagnare dal papà ad un provino per una band che cerca un batterista. Ad aspettarlo c'è Lou Barlow.
Si tratta di una college band che suona un hardcore bello tosto. Si formano così i Deep Wound.
Mascis insiste per cambiare cantante a favore del butterato nippo-americano Charles Masanobu Nakajima. Poi si sa come è andata (Dinosaur Jr ., Sebadoh, Folk Implosion).

Prima però dei Dinosaur Jr., Mascis suona la batteria sul primo e.p. dei Gobblehoof, la band del suo amico giapponese che intanto ha trovato Tim Aaron come comprimario alla chitarra, ed il tutto è talmente interessante da indurre mr. Dinosaur a produrre, circa tre anni dopo, questo Freezerburn.

I Gobblehoof, che esternamente sembrano tendere verso stranianti blues psychometallici, obliquamente zeppeliniani, dentro hanno qualcosa di insano e di morboso. Quasi gotico. Ma non il gotico europeo, romantico e decadènt, nè quello americano del grande sud rurale delle dolenti ballate di Willard Grant Conspiracy o Black Heart Procession; è piuttosto un gotico mentale, quello della provincia americana da film 'body count', abitata da cacciatori e serial killer, sebbene Amherst sia vicina alla prestigiosa, elegante ed universitaria Boston.

La voce di Nakajima caratterizza decisamente il gruppo; in alcuni episodi in cui è filtrata sembra davvero un growl ante litteram, macabra ed arcigna, mentre negli episodi più lunari si trasforma in quella di un Nick Cave licantropo.
Di Tim Aaron sono invece gli acidi assoli heavy metal spiazzanti per la prepotenza con cui escono dalla chitarra: pura energia compressa che si libera in un nirvana di suono elettrico.

La struttura dei brani e le ritmiche, depurate dalle tossiche scorie hard di cui sono imbrattate, dal diluvio di phaser in cui sono avvolte, rivelano profetiche intuizioni che si svilupperanno molti anni dopo nel math e in certe metalliche ossessioni di alcune frangie del post-rock.

E' uno strano misticismo a permeare molti dei brani di quest'abum, come se fosse suonato da una setta di drogati dementi alle prese con sanguinosi rituali silvestri, ma poiché non si capisce bene - visto il loro background - se ci sono o ci fanno, vogliamo credere che si tratti piuttosto di una sorta di psicotica ironia che tra l'altro conferisce loro quell'aurea di credibilità nel giro che conta dei primi anni novanta, anni in cui qualsiasi proposta hard provenisse dagli U.S.A. veniva etichettata come grunge, e quindi, penalizzante per molte bands che oggi possono essere riconsiderate da un punto di vista meno restrittivo.

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