Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Leonardo Cammi
Genere: 
Etichetta: 
Frontiers Records
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Fulvio Gaslini – basso
- Aldo Giuntini – chitarra
- Dario Patti – tastiera
- Ezio Secommandi - batteria
- Tony Martin - voce


Tracklist: 

1. Gold Digger
2. Not Connected
3. Que Es La Vida
4. Early Warning
5. Fool Paradise
6. Tutmosis IV
7. Anno Mundi (Black Sabbath cover)
8. Disfunctional Kid
9. Mourning Star
10. Trouble Just Keeps Coming
11. The Closest Thing To Heaven
12. Memories In The Sand
13. Tarot Warrior

Giuntini Project

III

Terzo capitolo della saga di Aldo Giuntini che riagguanta alla voce il grandissimo singer Tony Martin (Black Sabbath) e sforna un disco quanto mai fresco di heavy metal misto ad hard rock ad alto quantitativo energetico!
Dosi notevoli di Ronnie Dio e Rainbow si fondono in una matrice robusta che pone in primo piano da un lato la chitarra virtuosa di Giuntini, soprattutto in brani come lo strumentale meraviglioso intitolato Memories In The Sand o nell’assolo tiratisimo ed ispirato di Early Warning; dall’altro lato abbiamo una prova superlativa al microfono di Martin che si riconferma un perfezionista e che ci dona prove come quella superlativa del toccante hard rock di Que Es La Vida (forse il miglior pezzo del disco), coniando linee melodiche e vocali da brividi.
Il disco è poi registrato benissimo e gode della produzione di un altro conoscenza di Martin, ossia il grande chitarrista Dario Mollo.
Il terzo capitolo della band del chitarrista italiano è poi arricchita da una cover di grande richiamo come l’enorme inno epic hard rock di Anno Mundi, tratta dall’album più altisonante della storia dei Black Sabbath, ossia il meraviglioso Tyr.
La rivisitazione compiuta dallo stesso singer che avevamo in azione nel disco originale è più diretta e pulita e senz’altro riesce a stare alla pari con la prima arrembante prova registrata; in più il contributo di Giuntini alla chitarra, con uno stile più pulito e virtuoso fa il resto, grazie anche ad arrangiamenti più ricchi di effetti, tastiere e cori.

Ben sei anni corrono dal capitolo secondo del progetto Giuntini a questa nuova release ma senz’altro il periodo intercorso ha permesso al guitar hero italiano di raccogliere un gran numero ottime track che sono caratterizzate da un’energia e una furia mia vista in precedenza, come ci confermano pezzi aggressivi quali Disfunctional Kid e Early Warning, che ci fanno inserire questo disco sotto l’egida dell’heavy metal e non dell’hard rock.
Anche i pezzi più cadenzati come Mourning Star o la fiera The Closest Thing To Heaven sono veri e propri macigni possenti che da un lato presentano chitarre grasse e piene, dall’altro ci regalano un Tony Martin, alla voce, maestoso e possente.
Il resto della line-up è composta da nomi noti che sono anche delle garanzie del panorama italiano, come il bravissimo tastierista Dario Patti (già con Dario Mollo), il bassista Fulvio Gaslini ed il batterista Ezio Secommandi.
In definitiva chi vuol riassaporare il suond di altri tempi e di gran qualità, legati al concetto mai vetusto di hard’n’heavy di classe, deve dare una possibilità a questo platter.

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