Voto: 
8.3 / 10
Autore: 
Marco Lorenzi
Genere: 
Etichetta: 
Homesleep
Anno: 
2003
Line-Up: 

- Alessandro Raina – voce
- Corrado Nuccini – chitarre, banjo, voce
- Jukka Reverberi – chitarre, voce
- Mirko Venturelli – basso
- Lorenzo Lanzi – batteria
- Luca Di Mira – tastiere, harmonium, mellotron
- Emanuele Reverberi – violino, tromba


Tracklist: 

1. Too Much Static For a Beguine (01:36)
2. The Swimming Season (04:20)
3. Given Ground (Oops...Revolution on Your Pins) (05:53)
4. Connect The Machine to The Lips Tower *Be Proud of Your Cake* (08:17)
5. Once Again a Fond Farewell (05:21)
6. The Comforting of a Trasparent Life (04:55)
7. When You Were a Postcard (07:31)
8. Last Act In Baires (04:52)
9. Dolphins Are Here to Watch Your Blue Blood Flow (02:09)

Giardini di Mirò

Punk... Not Diet!

Piccolo gioiello di eleganza musicale, Punk… Not Diet! rappresenta la seconda fatica in studio per la band tutta italiana dei Giardini di Mirò. E’ il disco che fa svoltare necessariamente (e con coraggio) Corrado Nuccini e compagni verso orizzonti non ben definiti, connotando il nome dei Giardini di Mirò come quello maggiormente rappresentativo nella scena Indie italiana.
Appunti da prendere ve ne sono ben pochi: Punk… Not Diet! è una scelta di stile, con cui la formazione di Reggio Emilia ha voluto dimostrare di non essere, in contrasto con la critica più pungente, la semplice risposta “made in Italy” al clichè di certi altri nomi del background europeo e non.
L’hanno fatto con diligenza, confezionando un prodotto in cui è consueta la contaminazione di stili e correnti musicali ad affiorare con maggiore decisione. Per un risultato finale che si potrebbe definire come uno strano Indie/Post Rock in cui sono i momenti di acuta riflessione, senza il cantato, a proiettare l’ascoltatore nella dimensione che i Giardini di Mirò hanno voluto presentare.

Il recitato della iniziale Too Much Static For a Beguine ci porta ai nastri di partenza, con la successiva The Swimming Season, in cui le chitarre iniziano a dipingere quadri recanti paesaggi lontani e bagnati dalla pioggia di novembre, con le liriche ed il cantato di Alessandro Raina a fondersi alla perfezione. Everything is static / I’m after everything / Just staring at the basement of / This fall /You’ve been tryin / To waste the best of what I had in store. Il cantato è essenziale; nella parte finale del brano è l’innesto dei fiati e dei tappeti sonori degli accordino a rappresentare il valore aggiunto, che nel fiorire degli arpeggi di chitarra delle coppia Nuccini-Jucca Reverberi costituisce un tratto essenziale.
L’animo strumentale di Connect The Machine to The Lips Tower *Be Proud of Your Cake*, icona di un Post Rock che i Giardini di Mirò hanno sempre interpretato con personalità, segue il singolo Given Ground (Oops...Revolution on Your Pins). La melodia è cavallo di battaglia della band reggiana, miscelata con le malinconiche ombre di una viola che in sordina accompagna il distorto suono delle chitarre a la sezione ritmica di Lorenzo Lanzi.

I Giardini di Mirò hanno fatto centro. Lo si evince nel proseguire l’ascolto di questo Punk… Not Diet!, in cui sono molteplici gli altri elementi da approfondire. Vedi l’eclettica Once Again a Fond Farewell, in cui l’elettronica emerge decisa creando un utile diversivo al filone dei pezzi precedenti; vedi anche la dolce e sognante When You Were a Postcard, senz’altro tra gli episodi migliori, che apre il trittico finale con le conclusive Last Act In Baires e Dolphins Are Here to Watch Your Blue Blood Flow ad immergere definitivamente l’ascoltatore in una dimensione sognante e colma di fascino.

D’altronde, la band di Corrado Nuccini e compagni è questo: melodia, chitarre aperte verso l’infinito, sonorità ormai consolidate. Punk… Not Diet! è un disco di tutto rispetto, che assume le caratteristiche di un lavoro simbolo nella corrente italiana di un Indie Rock che prende per mano le esplorazioni più marcatamente Post Rock.
Non è possibile, ovviamente, restituire a parole le emozioni che questo full-lenght ha generato in noi all’ascolto. Sentire la musica dei Giardini di Mirò è l’unico modo utile per carpirne il senso e le profonde sfaccettature.


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