Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Damiano Cembali
Genere: 
Etichetta: 
IndieBox 360°
Anno: 
2009
Line-Up: 

A meno di 2 anni di distanza dal conclamato successo di Tigre Contro Tigre tornano nuovamente in scena i milanesi Gerson, uno dei più meritevoli soggetti di punk rock (‘n’ roll) attualmente in circolazione sulla nostra penisola. Il cambio di etichetta discografica, dalla precedente Tube Records all’attuale IndieBox 360°, non sembra aver alterato in nulla la natura corrosiva e spensierata della formazione milanese, che rinfocola la propria vitalità artistica con un lavoro decisamente al di sopra della media nazionale: Rimparare a strisciare, infatti, è una convincente saettata di circa 30 minuti di puro e sano punk rock: ruvido eppure acuto, ficcante eppure autorevole, l’ultimo lavoro di Paolo, Steve, Rafael e Sergio è in grado di farsi apprezzare perfettamente sia nella placida solitudine del proprio impianto stereo che nella soffocante confusione del traffico cittadino, loro inaspettato habitat naturale.

Le notevoli qualità del quartetto meneghino non sono certo alla loro prima apparizione (già il debut album Gerson, datato ormai 2002, lasciava intuire un futuro per lo meno promettente), ma ciò che più sorprende dei quattro musicisti lombardi è come abbiano saputo finora riproporre le loro strutture musicali senza alterarne lo spirito ironico e/o scanzonato nonché la spontanea piacevolezza delle linee melodiche, frutto di una personalità assolutamente genuina. Ovviamente, anche i Gerson devono affrontare i limiti intrinseci del loro genere d’appartenenza, vale a dire una certa ripetitività e standardizzazione di tempi e tonalità (A.C.D.C. l’unico episodio al di sotto della sufficienza piena), ma riescono ad offrire una soluzione assolutamente efficace che, se non abbatte del tutto, per lo meno riduce considerevolmente quella noia che aggredirebbe i non aficionados del genere: i riff sono spesso svelti e brillanti (Mi sono preso la candida, Pronti alla fine), con sorprendente frequenza fanno capolino insospettabili assoli di chitarra (da sempre ben riusciti e ottimamente inseriti nel contesto dei brani: Mi sono preso la candida, il graffiante intermezzo Preferisco Scappare, La Mia Mente Matematica), mentre la vocalità abrasiva di Paolo, se da un lato può lasciar sospettare un po’ di codardia in quanto non valica mai i propri (finora) ristretti confini, dall’altro rende perfettamente giustizia all’impostazione non ostinatamente punk della proposta della band, valorizzando anche testi caustici o autoironici. Altro elemento di considerevole importanza è la straordinaria immediatezza dei motivi: Rimparare A strisciare, Mi sono preso la candida, Ottavio sono tracce che si lasciano memorizzare e canticchiare con una facilità imbarazzante anche per chi per la prima volta approccia questo tipo di sonorità.

E’ chiaro, in conclusione, che i Gerson possono dirsi oramai realtà affermata e giustamente stimata di un genere che, in Italia, sta avendo ai giorni nostri una nuova fioritura. Rispetto al precedente capitolo discografico, però, Rimparare A Strisciare rappresenta forse una mezza delusione: dopo le aperture maggiormente rock di tracce quali La Volta Di Troppo, Tigre Contro Tigre e soprattutto La Cura Sbagliata, al di là di qualche episodio speculare oggettivamente ben eseguito (la pacata acidità de Il Mio Dito Medio, la sorprendente malinconia semiacustica de La Finestra Del Cesso) sarebbe stato lecito attendersi ulteriori approfondimenti e nuovi orizzonti di sperimentazione. Poco male: Rimparare A Strisciare è un ottimo di esempio di punk rock made in Italy, fresco, volitivo e decisamente poco patinato (qualità ultimamente piuttosto rara), che saprà conquistare allo stesso modo i gourmet più sofisticati e i più voraci cannibali del genere.

Tracklist: 


01. Intro (nell’anno zero)
02. Rimparare a strisciare
03. Mi sono preso la candida
04. Call center
05. Preferisco scappare
06. A.C.D.C.
07. Pronti alla fine
08. Il mio dito medio
09. Ottavio
10. La mia mente matematica
11. La finestra del cesso

Gerson

Rimparare A Strisciare

A meno di 2 anni di distanza dal conclamato successo di Tigre Contro Tigre tornano nuovamente in scena i milanesi Gerson, uno dei più meritevoli soggetti di punk rock (‘n’ roll) attualmente in circolazione sulla nostra penisola. Il cambio di etichetta discografica, dalla precedente Tube Records all’attuale IndieBox 360°, non sembra aver alterato in nulla la natura corrosiva e spensierata della formazione milanese, che rinfocola la propria vitalità artistica con un lavoro decisamente al di sopra della media nazionale: Rimparare a strisciare, infatti, è una convincente saettata di circa 30 minuti di puro e sano punk rock: ruvido eppure acuto, ficcante eppure autorevole, l’ultimo lavoro di Paolo, Steve, Rafael e Sergio è in grado di farsi apprezzare perfettamente sia nella placida solitudine del proprio impianto stereo che nella soffocante confusione del traffico cittadino, loro inaspettato habitat naturale.

Le notevoli qualità del quartetto meneghino non sono certo alla loro prima apparizione (già il debut album Gerson, datato ormai 2002, lasciava intuire un futuro per lo meno promettente), ma ciò che più sorprende dei quattro musicisti lombardi è come abbiano saputo finora riproporre le loro strutture musicali senza alterarne lo spirito ironico e/o scanzonato nonché la spontanea piacevolezza delle linee melodiche, frutto di una personalità assolutamente genuina. Ovviamente, anche i Gerson devono affrontare i limiti intrinseci del loro genere d’appartenenza, vale a dire una certa ripetitività e standardizzazione di tempi e tonalità (A.C.D.C. l’unico episodio al di sotto della sufficienza piena), ma riescono ad offrire una soluzione assolutamente efficace che, se non abbatte del tutto, per lo meno riduce considerevolmente quella noia che aggredirebbe i non aficionados del genere: i riff sono spesso svelti e brillanti (Mi sono preso la candida, Pronti alla fine), con sorprendente frequenza fanno capolino insospettabili assoli di chitarra (da sempre ben riusciti e ottimamente inseriti nel contesto dei brani: Mi sono preso la candida, il graffiante intermezzo Preferisco Scappare, La Mia Mente Matematica), mentre la vocalità abrasiva di Paolo, se da un lato può lasciar sospettare un po’ di codardia in quanto non valica mai i propri (finora) ristretti confini, dall’altro rende perfettamente giustizia all’impostazione non ostinatamente punk della proposta della band, valorizzando anche testi caustici o autoironici. Altro elemento di considerevole importanza è la straordinaria immediatezza dei motivi: Rimparare A strisciare, Mi sono preso la candida, Ottavio sono tracce che si lasciano memorizzare e canticchiare con una facilità imbarazzante anche per chi per la prima volta approccia questo tipo di sonorità.

E’ chiaro, in conclusione, che i Gerson possono dirsi oramai realtà affermata e giustamente stimata di un genere che, in Italia, sta avendo ai giorni nostri una nuova fioritura. Rispetto al precedente capitolo discografico, però, Rimparare A Strisciare rappresenta forse una mezza delusione: dopo le aperture maggiormente rock di tracce quali La Volta Di Troppo, Tigre Contro Tigre e soprattutto La Cura Sbagliata, al di là di qualche episodio speculare oggettivamente ben eseguito (la pacata acidità de Il Mio Dito Medio, la sorprendente malinconia semiacustica de La Finestra Del Cesso) sarebbe stato lecito attendersi ulteriori approfondimenti e nuovi orizzonti di sperimentazione. Poco male: Rimparare A Strisciare è un ottimo di esempio di punk rock made in Italy, fresco, volitivo e decisamente poco patinato (qualità ultimamente piuttosto rara), che saprà conquistare allo stesso modo i gourmet più sofisticati e i più voraci cannibali del genere.

TRACKLIST
01. Intro (nell’anno zero)
02. Rimparare a strisciare
03. Mi sono preso la candida
04. Call center
05. Preferisco scappare
06. A.C.D.C.
07. Pronti alla fine
08. Il mio dito medio
09. Ottavio
10. La mia mente matematica
11. La finestra del cesso

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