Voto: 
10.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Etichetta: 
Charisma
Anno: 
1973
Line-Up: 

- Tony Banks - tastiera, chitarra 12 corde
- Phil Collins - batteria, percussioni, cori, voce in
- Peter Gabriel - voce solista, flauto, oboe, percussioni
- Steve Hackett - chitarra elettrica
- Mike Rutherford - basso, chitarra 12 corde, Sitar


Tracklist: 


1. Dancing With The Moonlit Knight (08:01)
2. I Know What I Like (In Your Wardrobe) (04:06)
3. Firth Of Fifth (09:34)
4. More Fool Me (03:09)
5. The Battle Of Epping Forest (11:43)
6. After The Ordeal (04:12)
7. The Cinema Show (11:06)
8. Aisle Of Plenty (01:31)

Genesis

Selling England by the Pound

Can you tell me where my country lies?”: da questa frase, forse la più celebre del Progressive Rock settantiano, prende vita il capolavoro allegorico dei Genesis, Selling England by the Pound, il culmine di una produzione da poco avviata e già così raffinata. In soli tre anni i Genesis hanno cambiato la definizione di Progressive Rock, diventando i più maturi esponenti del genere inglese.
Selling England by the Pound può essere letto sotto diversi aspetti: c’è quello musicale, che saprà stregare qualunque appassionato di Gentle Giant, King Crimson, Camel e Yes, con le sue innovazioni eleganti e mai scontate; c’è il livello lirico, simboleggiato dai testi curati dal paroliere Peter Gabriel, testi che vanno a colpire allegoricamente la società inglese e i personaggi dell’epoca; c’è infine l’aspetto interpretativo, in cui spiccano le figure dei cinque carismatici musicisti d’oltremanica, delineate dai loro spunti personali, al confine tra compostezza classica e stravaganza barocca.
Dopo aver fatto sognare con i paesaggi lontani di Trespass, Nursery Crime e del favoloso Foxtrot, la band si dedica ad un’esplorazione più accurata di arie epico/medievali, senza dimenticare la matrice Progressive romantica che pervade ogni lavoro.
Strettamente connessi alle tematiche portate avanti dai Banco del Mutuo Soccorso, i Genesis riescono a contrapporre a tutto il filone del Progressive impetuoso ed oscuro, uno stile limpido e fluido, che però riesce ad attrarre per le atmosfere magiche create.

I giochi delle tastiere si rivelano fondamentali, così come le modulazioni della voce di Gabriel, che non presenta mai punti deboli, veri fili conduttori dell’opera.
Ciascuno dei sette brani che formano Selling England by the Pound può essere considerato una perla storica del genere più vario degli anni ’70, a partire dalla commovente Dancing with the Moonlit Night, che dà l’avvio alle danze con le sue melodie ricercate e posate su timbri acustici. Si sviluppano crescendi di notevole rilievo, seguiti dalla voce del formidabile cantante e dagli accompagnamenti precisi del batterista Phil Collins e si plasma una delle canzoni più curate nella struttura interna dell’intera carriera dei Genesis.
Il resto dell’album è un susseguirsi di spunti geniali, a partire dall’approccio Pop della scherzosa I Know What I Like (In Your Wardrobe), fino a giungere alle grandi tracce centrali di Selling England by the Pound, e cioè The Battle of Epping, connubio tra tradizione medievale e Progressive ben sostenuto, Firth of Fifth, virtuosa e barocca prima, elaborata e sorprendente nel suo sviluppo, e The Cinema Show, sommesso ed atmosferico episodio di undici minuti.
A concludere il capolavoro dei Genesis e del Progressive Rock inglese ci pensa Aisle Of Plenty che, riprendendo i temi di Dancing with the Moonlit Knight, spegne il disco trasmettendo ancora emozioni e invogliando l’ascoltatore ad esplorare nuovamente i suoi meandri di sogno.

Comprendere nel profondo i significati nascosti nei testi sarebbe ardua impresa anche perché essi narrano la storia dell’Inghilterra di quel periodo: ciò che vale di più per l’ascoltatore è poter ammirare un’opera musicalmente priva di errori e pecche, un prodotto complesso ben diverso da ogni proposta del decennio d'oro. La fortuna del Progressive inglese è dipesa dal successo riscosso da Selling England by the Pound in tutta Europa: il merito della diffusione del genere non va però solo ai Genesis, ma a tutta quella schiera di bands, legate soltanto per l’origine, perché rappresentanti modi differenti di concepire il Progressive. La varietà introdotta dai Genesis resterà comunque il simbolo indelebile di una tradizione tanto radicata quanto inattesa.

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