Voto: 
7.2 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Massproduktion
Anno: 
1994
Line-Up: 

- Stefan Brisland-Ferner, violin, hurdy-gurdy and sampler.
- Emma Härdelin, vocals, violin.
- Jens Höglin, drums, percussion.
- Gotte Ringqvist, guitar, violin and backing vocals.
- Rickard Westman, guitar, bass, e-bow.


Tracklist: 

1. Straffad moder & dotter (Mother and daughter punished)
2. Garmgny (Garms bark)
3. Nämdemans-Ola (Commissioner Ola)
4. Kulleritova
5. Vittrad (Withered)
6. Skallen (The Skull)
7. Antiokia (Antioch)
8. Liten Kersti (Little Kersti)
9. Inte sörja vi (We won't grieve)
10. Domschottis (Doomschottis)
11. Den bortsålda (Sold away)
12. Styfmodern (Stepmother)

Garmarna

Vittrad

Nati come trio nel 1990 a Sundsvall, nella Svezia centrale, i Garmarna si sono affermati nel corso del decennio seguente come una forza trascinante nella musica nord-europea, riuscendo a raggiungere risultati artistici superbi coniugando la musica tradizionale della Scandinavia con i ritmi e le sonorità di svariati altri generi della musica moderna e non, tra cui il Rock, l’Elettronica, il Trip Hop e la musica sacra medievale: insomma, i Garmarna nel corso della loro carriera non si sono mai posti limiti in quanto a sperimentazione, ma sono sempre riusciti a rimanere fedeli a un loro stile senza mai fermarsi, ma anzi ricreandolo, aggiornandolo e ritoccandolo ad ogni pubblicazione.

La loro storia iniziò ad entrare in una fase ‘calda’ all’inizio del 1993, dopo che al nucleo originario fondatore (Stefan Brisland-Ferner al violino e all’hurdy-gurdy, Gotte Ringqvist alla chitarra, Rickard Westman al basso) s’erano aggiunti, a completare una line-up che rimarrà stabile da allora fino ad oggi, il batterista Jens Höglin e la strepitosa vocalist Emma Härdelin. Con questa formazione pubblicarono il loro primo EP, l’omonimo e quasi interamente strumentale “Garmarna”, un disco interessante che fu ben ricevuto dalla critica, legato strettamente al Folk ma capace di suonare talmente attuale da essere ristampato addirittura dieci anni più tardi con una serie di bonus-tracks.
Ma torniamo a quel 1993, al cui termine, dopo una serie di date live che rafforzarono l’alchimia del gruppo, iniziò a prendere forma il full-lenght di debutto, pubblicato infine ad Aprile ’94: è “Vittrad”, o, nella ristampa americana, “Withered”.

Con i conterranei Väsen ed Hedningarna come punti di riferimento in questi primi passi, i Garmarna iniziano il loro percorso evolutivo, partendo dai suoni che li hanno spinti alla musica, i suoni della loro terra, i suoni della musica Folk: dato un taglio moderno alle ballate e arrangiate con sapienza le danze tradizionali, le melodie di questo “Vittrad” suonano fresche e coinvolgenti sia nei momenti più incalzanti che quando il passo rallenta per le sezioni più nostalgiche e tristi.
Le intelaiature delle chitarre acustiche fanno un umile ma fondamentale lavoro di sottofondo alle evoluzioni melodiche degli strumenti solisti, in questo caso i caratteristici hurdy-gurdy e i violini; le percussioni di Höglin solitamente danno uno spirito più dinamico e ritmato alle canzoni, ma nelle sezioni più atmosferiche si ‘limitano’ ottimamente nell’accompagnare con delicatezza gli altri strumenti. Ancora poco utilizzata rispetto a quanto accadrà in futuro, la voce della Härdelin è leggermente acerba e abbastanza legata a un’interpretazione tradizionale delle canzoni: ma il suo stile è perfettamente complementare al suono dei Garmarna di quell’epoca, così sinceramente ‘grezzi’ nelle loro rivisitazioni dei secoli andati. Va comunque detto che, se in “Straffad moder & dotter” o “Kulleritova” (un brano, quest’ultimo, di sola voce) l’interpretazione acuta di Emma richiama alla lontana lo stile classico del kulning scandinavo, in altri episodi, quali ad esempio “Liten Kersti”, si sente già come essa anticipi certe soluzioni che adotterà nel corso degli anni, con la sua voce a scaldarsi e a farsi molto più personale, anche se non ancora moderna.

Per gran parte del disco comunque ascoltiamo sezioni interamente prive dell’apporto vocale, o in cui la voce è utilizzata solo per particolari armonie o per ‘cantare le melodie’, come accade nella titletrack “Vittrad”, ricca di potenti percussioni e di cadenzati e ripetitivi ritmi di hurdy.gurdy, con la voce di Emma protagonista nonostante, come detto, l’assenza di vere e proprie “parti vocali”.
Sempre parlando di strumentali, si nota come l’arpa a bocca svolga talvolta la funzione di ‘metronomo’, lasciando alle percussioni maggiori libertà interpretative: è il caso di un capitolo quale “Skallen” oppure quale la medievaleggiante e sognante “Nämdemans-Ola”, forse la migliore del lotto per le affascinanti melodie del flauto, accompagnate da tamburelli appena accennati e dalle ossessive corde di Brisland-Ferner.
A esemplificare al meglio il suono di questa prima parte di “Vittrad” sono quindi episodi quali “Garmgny” o “Antiokia”, con le loro melodie legate al Folk, mentre dalla lenta e malinconicamente cantata “Liten Kersti”, riecheggiante storie medievali, si inizia a intravedere una nuova versione della band, in cui le parti vocali di Emma si fanno imprescindibili. Niente di rivoluzionario, è solo un’anticipazione, in quanto la breve ma piacevole “Inte sörja vi” torna a ridare al cantato un’importanza marginale e la caratteristica “Domschottis” richiama i vocalizzi della titletrack; ma è in “Den bortsålda” che assistiamo finalmente all’esibizione dei Garmarna che diverranno, con un basso preponderante a dettare il ritmo e con la voce di Emma che diventa protagonista, in un interessante scorcio di uno stile che presto i Garmarna perfezioneranno; splendidamente drammatica la cupa apertura di fine brano, con una pesantezza di atmosfere invidiabile perfino da certe Metal bands.
Si chiude con “Styvmodern”, di sola voce, una catarsi tristissima che scava in profondità grazie alle capacità della vocalist svedese, in alcuni attimi capace di mettere i brividi per grazia e passionalità, nonostante l’affilatissima “erre” di cui è caratteristicamente dotata e la durezza della lingua interpretata.

Ancora lontano dalla perfezione stilistica di “Guds Spelemän” o dalle toccanti magie sperimentali di “Vedergällningen”, il primo disco dei Garmarna vive in una dimensione tutta sua, circondato com’è da un’atmosfera di tradizione riscoperta e portata alla luce. Particolarmente consigliato per conoscere le origini della musica del gruppo e per apprezzare le radici da cui i Garmarna sempre attingeranno, “Vittrad” è tenuto in speciale considerazione da chi ama questa versione più classica del suono del gruppo di Sundsvall, un suono così vicino alla Svezia, al medioevo e alle suggestioni rurali di monti e foreste, leggende e racconti popolari.
Terribilmente affascinante, ed è solo il primo passo...

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